Milan-Bologna 2-0: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Meazza.
PRO
Tomiyasu difensore centrale ‒ Il giapponese, schierato in un ruolo dove si continuano a chiedere rinforzi dal mercato, era uno degli osservati speciali, e considerata la forza del Milan ha disputato un’ottima partita. Di fronte aveva Ibrahimovic, non un attaccante qualsiasi, e nel complesso si è fatto valere, rispondendo colpo su colpo. Sul piano individuale, ad eccezione della serata storta di Dijks, tutti i difensori hanno fornito una prova quantomeno discreta: Danilo ha un po’ sofferto nel primo tempo ma poi si è ripreso, e De Silvestri all’esordio non ha stentato. Semmai è mancata compattezza a livello di collettivo, specie nella zona nevralgica del campo, ma questo è un altro discorso.
I subentranti ‒ Certo, anche il Milan nell’ultimo quarto d’ora aveva cambiato tanto, privandosi in particolare della diga Kessie-Bennacer, fatto sta che i sostituti scelti da Mihajlovic sono riusciti a vivacizzare e quasi a riaprire un match che rischiava di terminare con uno scarto ancora maggiore per i rossoneri. Bene Svanberg, determinato e molto propositivo, con almeno un paio di belle percussioni centrali, e bene il tanto bistrattato Santander, che ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un grande professionista: a tal proposito, nell’ottica di non affossare il ragazzo, Mihajlovic potrebbe evitare di sottolineare ogni volta che siamo senza centravanti. Interessanti anche gli spunti di Sansone e Skov Olsen, che nel finale hanno costretto Donnarumma a sporcarsi i guantoni.
CONTRO
La mediana ‒ Se ti presenti con quattro giocatori offensivi, i due davanti alla difesa devono anche saper interdire e farlo con costanza. Dominguez e Schouten sono bravi quando hanno la palla tra i piedi, ma quando il possesso ce l’hanno gli altri fanno più fatica, specialmente l’argentino. Ieri il Milan arrivava da tutte le parti e spesso riusciva a trovare Calhanoglu alle spalle dei nostri due mediani, e a quel punto per i difensori le cose si complicavano. Anche perché gli esterni rossoblù, ovvero Barrow e Orsolini, sono attaccanti puri e non sempre aiutano in ripiegamento. Una partita, peraltro contro un’avversaria di caratura superiore, non ribalta la filosofia del club: si è scelto di dar fiducia ai giovani, dunque bisogna dargli il tempo di crescere, specialmente in termini di personalità. La sensazione, però, è che al momento uno tra Medel e Poli lì nel mezzo serva come il pane, per dare equilibrio alla squadra e garantire una maggiore copertura alla retroguardia.
Orsolini ‒ Il numero 7 sembra entrato in un tunnel da cui è difficile uscire, guardandolo si ha come l’impressione che in campo non ci sia lui ma suo fratello: incespica da solo, non salta mai l’uomo, non conclude, e quando rientra in difesa commette delle ingenuità come il fallo da rigore su Bennacer. Non che ieri Barrow abbia combinato molto di più, a dirla tutta, ma ‘Orso’ manca all’appello ormai da diversi mesi. Elemento troppo importante nell’economia del gioco rossoblù, capace di decidere le partite con un guizzo, la speranza è che riesca a tornare quello vero al più presto: bisogna continuare a crederci, lui per primo.
Pepè Anaclerio
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