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Tra mosse tattiche e gestionali, un po’ alla volta Motta ci sta restituendo il piacere di guardare il Bologna. Per tutto il resto c’è Arnautovic…

Tra mosse tattiche e gestionali, un po' alla volta Motta ci sta restituendo il piacere di guardare il Bologna. Per tutto il resto c'è Arnautovic...

Ph. Getty Images

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Bologna-Lecce 2-0: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.

PRO

La vittoria netta e fondamentale – Se la prestazione contro il Napoli aveva acceso un barlume di speranza, la qualificazione agli ottavi di Coppa Italia e la vittoria sul Lecce sono un bel proseguimento di quanto visto al Maradona. Ieri il Bologna ha tenuto in mano la partita per tutto il tempo, al netto di una piccola flessione ad inizio ripresa, e ha avuto più volte l’occasione di segnare 3-0. È stato un successo anche più netto di quello contro il Cagliari, e rispetto alle uscite precedenti si sono ammirati maggiormente la ricerca della profondità e i movimenti senza palla.

I nuovi arrivati e i giocatori ritrovati – Voglio sottolineare tre prestazioni di ragazzi dei quali finora si è parlato meno. Mi è piaciuto molto Ferguson, non solo per il gol, e apprezzo il lavoro di Aebischer, che parte da esterno ma poi si accentra e sa buttarsi alle spalle degli avversari: magari non è molto appariscente, ma è un giocatore che dà equilibrio. Infine merita di essere notato il lavoro che Motta sta facendo su Bonifazi: vuole rilanciarlo e lancia dei segnali chiari, come la fascia da capitano in Coppa Italia o la sua titolarità di ieri. Kevin sta rispondendo bene, speriamo solo che l’infortunio al ginocchio che l’ha costretto ad abbandonare il campo non sia così serio.

I leader carismatici – Quando sta bene mentalmente e fisicamente Arnautovic fa un altro sport. Ieri alcuni scambi con Dominguez, giocatore pure lui di un livello superiore, mi hanno restituito a pieno il piacere di guardare una partita: era da troppo tempo che il Bologna non cercava di giocare bene a calcio. Marko è imprescindibile, così come Medel, che da centrocampista sta dando una grossa mano per garantire equilibrio: il cileno conosce i propri limiti e sa gestirsi, forte di un carisma incredibile e una formidabile intelligenza calcistica.

Il coraggio delle idee – Motta ha ereditato una situazione complicata ma non ha mai cercato alibi, ha portato avanti le sue idee e la sua ‘rivoluzione’ sradicando gerarchie consolidate nella gestione precedente, e per farlo ci vuole personalità. Gli servivano i risultati per cominciare a legittimare la bontà del suo lavoro, e stanno iniziando ad arrivare. In un mese e mezzo ha ricevuto tante critiche, forse persino troppe, e allora è giusto che adesso vengano anche sottolineati i suoi meriti.

CONTRO

Qualche singolo sotto la sufficienza – Pomeriggio no per Lucumí, che ha rimediato un’ammonizione a seguito di un suo errore e ha commesso altre sbavature. Cambiaso ci mette impegno ma continua a sbagliare tanto, regala diversi palloni agli avversari e così facendo rischia di dar loro fiducia. Per Barrow luci e ombre: più volte ha fatto la scelta sbagliata e mi verrebbe da dire che ha giocato malino, ma allo stesso tempo ha gestito molto bene i calci piazzati, tra cui il corner del 2-0: dunque, di fatto, è stato decisivo pur fornendo una prestazione senza grossi acuti.

Pepè Anaclerio

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Foto: Getty Images (via OneFootball)