Un Bologna intelligente e con poche sbavature, non c’è stata partita. Svanberg il migliore, Orsolini in ripresa, De Silvestri sfortunato
Bologna-Spezia 4-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
PRO
L’atteggiamento da grande squadra – Se tra Bologna e Spezia non c’è stata partita, il merito è dell’atteggiamento dei rossoblù. I ragazzi di Sinisa sono stati bravi a mettere subito in discesa una gara insidiosa contro una formazione che non rinuncia mai a giocare e dà sempre la sensazione di poter colpire. Il BFC ha controllato l’avversaria e ha costruito tante occasioni quanto quelle che aveva avuto con Roma, ma a differenza di quanto accaduto all’Olimpico ha trovato i gol, addirittura quattro. Abbiamo assistito ad un match in cui i rossoblù hanno dominato gli ospiti senza mai correre rischi né trasmettere la sensazione di essere in affanno, col piglio della grande squadra che ti fa sentire impotente.
La lettura tattica e la capacità di imparare dai propri errori – Mihajlovic ha letto molto bene la partita. Barrow partiva da esterno, ma tendeva ad accentrarsi vicino a Palacio per lasciare spazio alle sgroppate di Dijks, con De Silvestri sull’altro lato che invece restava più bloccato. L’obiettivo era creare densità e approfittare delle occasioni che i bianconeri, per quella che è l’idea di calcio del loro mister, concedono sempre. Il Bologna aveva già affrontato lo Spezia due volte (una in campionato e una in Coppa Italia) e ha imparato come fargli male, lo dimostra il secondo gol di ieri: è evidente che l’azione che porta alla rete di Barrow sia stata provata più volte in allenamento, quello di chiamare indietro i propri attaccanti per favorire l’inserimento di un centrocampista è il tipico movimento che si studia contro squadre che tengono la linea difensiva alta e si espongono a questo tipo di situazioni. Già all’andata i rossoblù erano riusciti a pareggiare perché, nonostante fosse avanti 2-0, la squadra di Italiano aveva continuato a difendere molto alta: il BFC ha imparato la lezione e ieri ha punito i liguri fin dall’inizio. Mercoledì i felsinei affronteranno invece il Torino di Nicola, che ha un’idea di calcio completamente opposta: aspettare gli avversari e provare a ripartire. Storicamente il Bologna fa più fatica contro avversarie del genere, vedremo come se la caverà stavolta.
Le prove di Orsolini, Schouten, Soriano e soprattutto Svanberg – Tutti i giocatori scesi in campo meritano la sufficienza. Schouten e Soriano ormai ci hanno abituati a prestazioni di alto livello e ormai le diamo quasi per scontate, ma Roberto che palla ha messo proprio per l’olandese in occasione del 2-0? Bene anche Orsolini, ma personalmente non sono stupito, i colpi li ha e rispetto ad un ragazzo in ascesa come Skov Olsen è già un calciatore fatto e finito, che può determinare da un momento all’altro. Il migliore in campo è stato naturalmente Svanberg, che sta trovando una continuità di presenze e prestazioni importante e che ieri ha messo la ciliegina sulla torta con una splendida doppietta.
L’esecuzione dei calci piazzati – I calci da fermo sono stati decisivi e finalmente sono stati eseguiti bene, un’ulteriore dimostrazione della grande concentrazione che il Bologna ha messo in ogni aspetto della sua partita. Voglio però spezzare una lancia in favore di Sansone, che per aver battuto male una punizione contro la Roma è stato ricoperto di critiche. Le palle inattive vanno calciate proprio così, con forza, altrimenti sarebbero facili prede della difesa o del portiere avversario. Colpire la palla in quel modo è un rischio e può esporti a brutte figure: quando la si impatta bene può diventare pericolosissima, altrimenti è probabile che finisca in curva.
Il ritorno di Saputo – È possibile che la presenza allo stadio del presidente Saputo possa essere stato uno stimolo in più per i giocatori, anche se la querelle sul suo arrivo mi ha lasciato perplesso. Sembra che chiunque voglia interloquire con lui, come se fosse esclusivamente tenuto a distribuire risposte, quando a mio avviso la prospettiva dovrebbe essere ribaltata: perché non dovrebbe essere lui, il patron, a chiedere conto ai suoi dipendenti della stagione disputata dalla squadra?.
CONTRO
I troppi retropassaggi a Skorupski – Pur all’interno di una partita sempre in controllo, il Bologna ha rischiato un paio di volte di complicarsi la vita da solo coinvolgendo troppo spesso – e non sempre in maniera precisa – Skorupski nella costruzione dal basso. Sappiamo che il portiere rossoblù ha altre caratteristiche e altri pregi, e che giocare la palla coi piedi non è il suo forte: forse bisognerebbe optare per altre soluzioni.
La sfortuna di De Silvestri – Al di là di alcuni passaggi a vuoto in cui è effettivamente incappato, mi sembra che quest’anno De Silvestri sia anche molto sfortunato e finisca per trovarsi coinvolto in situazioni che lo mettono in cattiva luce più di quanto non meriterebbe. In occasione del gol dello Spezia c’era lui in marcatura su Ismajli, ma la rete è stata piuttosto fortunosa: la palla ha sbattuto sul difensore bianconero, che nemmeno se n’è accorto, ed è finita là dove Skorupski non poteva arrivare.
Pepè Anaclerio
© Riproduzione Riservata
Foto: Imago Images