Arnautovic è corteggiato, come tutti i giocatori forti. Ma a Bologna e al Bologna ha dimostrato di tenerci: speriamo sarà sempre così

Arnautovic è corteggiato, come tutti i giocatori forti. Ma a Bologna e al Bologna ha dimostrato di tenerci: speriamo sarà sempre così

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Ideale erede, coi dovuti termini di paragone, della dinastia di campioni iniziata nel 1997 con Roberto Baggio e proseguita con Beppe Signori e Marco Di Vaio, Marko Arnautovic a Bologna ci ha messo poco per ambientarsi e lasciare un segno tangibile, malgrado qualche brigoso infortunio a complicare i suoi piani. Venticinque gol, tante giocate d’alta scuola, un ruolo di primo piano nello spogliatoio, lo status di simbolo agli occhi dei tifosi e adesso anche la maglia numero 10, quella più pesante e prestigiosa.
Arrivato sotto le Due Torri con la nomea del bad boy viziato e litigioso, l’attaccante austriaco si è dimostrato l’esatto opposto, lavorando con grande serietà e mettendosi a disposizione di allenatori e compagni. Nel corso dell’ultima stagione sono state dette e scritte fin troppe cose non vere su di lui, in particolare riguardo al suo rapporto con Thiago Motta: inutile tornarci sopra. Da quanto ci risulta, però, a infastidirlo di più sono stati i commenti dei leoni da tastiera che popolano il Web (erano in azione pure ieri, narrando di «affaticamento diplomatico»), rapidissimi ad etichettarlo come «bollito» o «rottame» e a suggerire alla società di sbarazzarsene «perché la squadra gioca meglio senza». ‘Arna’ sa perfettamente che la vera Bologna è diversa, qui lui e la sua famiglia stanno benissimo e hanno comprato casa, ma anche per queste ragioni non vede l’ora di ricominciare a fare sul serio e mettere a tacere le malelingue: il problema al piede è ormai alle spalle, la noia al flessore è un piccolo inconveniente tipico della preparazione precampionato.
Sullo sfondo, il mercato, che ci farà compagnia ancora fino al 1° settembre e purtroppo non può essere ignorato. La normalità delle cose prevede che i giocatori forti, a maggior ragione se di caratura internazionale, ricevano attenzioni e proposte, non c’è nulla di strano e non bisogna stupirsi o farne un caso. Arnautovic era finito nel mirino della Juventus, poi del Manchester United, poi del Milan. Adesso è il turno della Roma, col suo ex mister José Mourinho ad insistere. È però opportuno sottolineare come Marko non abbia mai pestato i piedi per essere liberato, nemmeno dopo le parole di Motta sull’eventuale opportunità di trasferirsi in una squadra che disputa le coppe europee. La dirigenza, dal canto suo, l’ha sempre ritenuto incedibile, dichiarandolo svariate volte a chiare lettere (il d.t. Giovanni Sartori appena due giorni fa).
Cambierà qualcosa da qui a fine mese? Solo se l’austriaco si rendesse improvvisamente conto che questo club e questa piazza stanno stretti e chiedesse con forza la cessione, e se a quel punto una società portasse a Casteldebole almeno 10 milioni di euro. Lo sappiamo alla perfezione e non ci sarebbe bisogno di ripeterlo: il calciomercato è imprevedibile, e i calciatori di oggi ancora di più. Però, fino a prova contraria, Marko Arnautovic è felice di indossare la maglia del Bologna, ed è felice di vivere a Bologna insieme a moglie e figlie. Magari non sarà Baggio, Signori o Di Vaio, ma ha già scritto pagine importanti nella storia rossoblù e può scriverne altre, vuole scriverne altre. Teniamocelo tutti stretto, un giocatore così, e auguriamoci (fra più anni possibili) che possa essere lo stadio Dall’Ara a celebrare la sua ultima partita da professionista, con la Curva Andrea Costa ad abbracciarlo come si fa solo con le bandiere.

Simone Minghinelli

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Foto: bolognafc.it