Aveva ragione Motta… Per ridare un briciolo di credibilità al campionato italiano, Nasca non va sospeso ma cacciato
Luigi Nasca. Quello che il 27 agosto 2023, al 70′ di Juventus-Bologna (risultato di 0-1), partecipò in qualità di AVAR ad una delle review più approssimative da quando la tecnologia è stata applicata al calcio, banalizzando insieme al VAR Fourneau la falciata di Iling-Junior su Ndoye a ridosso della porta vuota e traendo in errore il già non irreprensibile arbitro Di Bello. Così sentenziò poi il designatore Rocchi: «Rigore solare, check superficiale».
Luigi Nasca. Quello che oggi pomeriggio, al 93′ di Inter-Verona, da principale addetto VAR non è intervenuto per portare all’attenzione del disattento (eufemismo enorme) arbitro Fabbri una netta gomitata di Bastoni sul volto di Duda, coi nerazzurri che grazie a Frattesi hanno poi trovato la rete del definitivo 2-1 sullo sviluppo dell’azione. Chissà Rocchi cosa avrà da dire in merito…
Nel mezzo, il 3 dicembre 2023, il volo in area del portiere Falcone appena sfiorato da Calafiori al 96′ di Lecce-Bologna, il rigore fatto concedere a tempo più che scaduto dallo stesso Nasca al direttore di gara Doveri e la rabbia di Thiago Motta al termine dell’incontro: «Abbiamo concesso un’altra volta a Nasca di combinare le sue cose al VAR, non sono sorpreso…». La Procura Federale, che protegge la classe arbitrale come il WWF fa coi panda, aveva subito aperto un procedimento per dichiarazioni lesive sul tecnico rossoblù, che alla fine se l’è cavata con una multa e l’obbligo di prendere parte ad un percorso formativo presso l’Istituto Seragnoli.
La realtà è che il nostro Motta aveva ragione da vendere, e che di fronte a certi episodi che coinvolgono le cosiddette ‘grandi’ (talmente grandi che hanno bisogno di queste ‘tutele’ anche per battere le ‘piccole’) è difficile non pensare male. Perché un conto è l’incompetenza, il cattivo posizionamento o perché no la sfortuna di un arbitro di campo in una determinata circostanza, a velocità normale, ben altro è calpestare la possibilità di vivisezionare alla moviola un’azione, con svariate telecamere a disposizione, sanando eventuali errori e facendo giustizia.
Adesso, per restituire un briciolo di credibilità a quel baraccone che via via è diventato il calcio italiano, servirebbe un gesto forte, un segnale importante per dire in primis a tifosi e appassionati che si vuole davvero provare a cambiare le cose, costruendo finalmente un campionato (e più in generale un movimento) credibile e degno di essere seguito. E allora, anziché prendersela con allenatori (e giocatori, e dirigenti) giustamente imbufaliti, si proceda non con la sospensione ma con la destituzione del signor Luigi Nasca: errare è umano, perseverare è diabolico. Anzi, molto peggio.
Simone Minghinelli
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