È il derby più sentito della nostra regione, nonostante sia uno dei più giovani: Bologna-Cesena, che torna in scena stasera a undici anni dall’ultima volta, si gioca ufficialmente solo dal 3 settembre 1969, primo incontro non amichevole tra le due squadre (accadde proprio in Coppa Italia). Da quel giorno le traiettorie di rossoblù e bianconeri si sono incrociate 44 volte, di cui 20 in Serie A. E, udite udite, ad avere più volte la meglio nel massimo campionato è stato il Cesena, con 7 vittorie a 4 (le ultime due proprio al Dall’Ara, 0-1 e 0-2 nel 2011, Malesani e Pioli in panchina).
In realtà l’eterna sfida tra la regina dell’Emilia e quella della Romagna cominciò molti anni prima, esattamente nel 1944, quando in un Paese spezzato in due dalla guerra si disputava il Campionato Alta Italia, gestito direttamente dalla Repubblica Sociale. Privo del Littoriale, adibito a deposito di materiali bellici, il Bologna di allora si allenava allo Sterlino, il leggendario campo inclinato fuori porta Santo Stefano: in un improbabile girone eliminatorio che contava sia squadre nobili che di provincia, i rossoblù se la vedevano con il San Pietro in Casale, il Forlimpopoli, il Faenza e ovviamente il Cesena. E così il primo confronto assoluto avvenne al Manuzzi, nel gelido febbraio del 1944: i felsinei arrivarono in Romagna su un camion militare, o meglio, cercarono di arrivare, perché il mezzo si fermò a causa della neve e i giocatori dovettero proseguire a piedi, giungendo esausti al traguardo. La partita finì 5-0 per i romagnoli (tutto in 55 minuti).
La storia proseguì molti anni dopo in Serie A. La prima volta nel 1973, preludio ad altri scontri epici, il più famoso dei quali fu il 5-3 dei rossoblù allenati da Pesaola nel 1976: sotto per 3-2 a venti minuti dalla fine, ‘il Gringo’ Clerici e Chiodi ne fecero tre al Cesena di Marchioro, che comunque arrivò sesto proprio davanti al Bologna. Memorabile anche la stagione 1995/96 in Serie B, quando il gruppo di Ulivieri espugnò 3-2 il Manuzzi, una vittoria decisiva per spianare il quartetto di successi finali che portò alla promozione.
Curiosamente, Bologna e Cesena non hanno mai fatto grandi affari di mercato: prima e dopo il ‘caso’ Ferreira Pinto (che il Bologna di Cazzola annunciò senza accorgersi che nel frattempo il brasiliano era passato all’Atalanta) si sono alternate meteore da una parte e dall’altra: Emiliano Salvetti, bandiera bianconera, qui ha lasciato tracce quasi inconsistenti, così come il cesenate Marco Bernacci: in Romagna un idolo, sotto le Due Torri poco meno che una comparsa.
Da non dimenticare, infine, la trasferta al Manuzzi del 5 dicembre 2010, che vide protagonisti oltre duemila bolognesi: i tifosi rossoblù si presentarono sotto la curva ospiti senza biglietto (la vendita era stata vietata per ragioni di sicurezza), disposti a rimanere due ore al freddo pur di sostenere la loro squadra del cuore. Che, per la cronaca, vinse 2-0 (a segno Di Vaio e Britos), nonostante i gravi problemi societari causati da Porcedda.
Simone Minghinelli
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