Meno campioni ma tanto equilibrio e spettacolo, è una Serie A dal sapore anni Novanta
Ha un sapore vagamente anni Novanta questo inizio di Serie A 2021-2022, contraddistinto da un grande equilibrio e dalla presenza sui primi banchi della classe di quelle che oggi potremmo definire le ‘otto sorelle’, grazie all’esplosione e alla costante riconferma dell’Atalanta. I campioni diminuiscono a vista d’occhio (Cristiano Ronaldo, Donnarumma e Lukaku sono stati gli ultimi a partire verso altri lidi), ma il divertimento non manca. Ciò che più stupisce è l’avvio oltremodo altalenante della Juventus, reduce da due stagioni in chiaroscuro e tornata nelle sapienti mani di Massimiliano Allegri: piuttosto male in campionato, col pareggio di Udine all’esordio e la seguente ‒ clamorosa ‒ sconfitta casalinga contro l’Empoli, riuscendo poi faticosamente a rialzare la testa; molto bene in Champions League, dove i bianconeri hanno asfaltato il Malmö e piegato il Chelsea detentore del trofeo.
Solo settima la Vecchia Signora, a pari punti (11) proprio con l’Atalanta, con la Lazio e col nostro Bologna. La squadra bergamasca, come da tradizione recente, ha cominciato il cammino in Italia senza fare sfaceli e riservando alla campagna europea le cose migliori. I biancocelesti del nuovo corso Sarri, allenatore importante che però necessità di tempo per inculcare la sua filosofia calcistica (ancor di più se consideriamo il passaggio dal 3-5-2 di Inzaghi all’attuale 4-3-3), hanno alternato ottime prestazioni ad altre decisamente opache. Stesso discorso per i rossoblù, nona forza ma solo a causa della differenza reti, che senza un grossolano errore arbitrale (quello di Fourneau contro il Genoa) e un paio di improvvisi blackout avrebbero potuto trovarsi anche più in alto, proponendosi forse come la principale sorpresa della stagione insieme alla Fiorentina.
Già, la Fiorentina. Ora guidata da Vincenzo Italiano, uno dei tecnici più promettenti sul panorama nazionale, la formazione viola propone un gioco arrembante, può contare su un centravanti di sicuro avvenire come Vlahovic (ma il serbo non intende rinnovare, ne vedremo delle belle…) e alla vigilia dell’ottava giornata ricopre con pieno merito la quinta posizione. Un gradino sopra ecco la Roma dello Special One José Mourinho, che dopo un mercato intrigante sta trovando buona continuità sia in campionato che in Conference League, mentre sul terzo e sul secondo gradino del podio ci sono rispettivamente Inter e Milan: i nerazzurri, col tricolore sul petto e passati nelle mani di Simone Inzaghi, hanno gettato via qualche punto ma rimangono la principale candidata allo scudetto; ‘continuità’ è invece la parola d’ordine in casa rossonera, dove gli applausi principali vanno sempre rivolti a mister Stefano Pioli e al suo eccellente lavoro. A guardare tutti dall’alto, neanche troppo a sorpresa, c’è però il Napoli, che Luciano Spalletti ha fin qui condotto ad un esaltante en plein di vittorie: la sensazione, vista la bravura dell’allenatore toscano, la qualità e la profondità della rosa e lo strapotere del bomber Osimhen, è che non sarà un fuoco di paglia.
Esaminando poi alla seconda fascia della graduatoria, divisa a metà da un Empoli che sta andando oltre le più rosee aspettative, troviamo alcune habitué di quella zona, a cominciare da Genoa, Sampdoria, Torino e Udinese. Da segnalare, in positivo, l’impronta che di settimana in settimana Ivan Juric sta imprimendo sul gruppo granata, chiamato a riscattare due annate fallimentari, cosa che al contrario sta riuscendo solo in parte a Roberto D’Aversa coi blucerchiati. Il Verona, dopo aver salutato proprio Juric, ha già cambiato un altro tecnico, sostituendo Eusebio Di Francesco con Igor Tudor e ricominciando a fare punti; stesso discorso ma con maggiori difficoltà per il Cagliari, che ha scaricato Leonardo Semplici in favore di Walter Mazzarri senza però cambiare marcia, e adesso è ultimo. Un po’ deludente, specialmente in termini di risultati, il Sassuolo di Alessio Dionisi, che ha comunque tutte le carte in regola per tornare a sinistra in classifica, mentre dovranno impegnarsi molto per mantenere la categoria Salernitana (rinvigorita dal colpo Ribery e dal primo successo in campionato), Spezia e Venezia: ok la buona volontà e, nel caso di campani e veneti (a proposito di squadre anni Novanta), l’entusiasmo per la riconquista della massima serie, ma qualche rinforzo in più non avrebbe certo guastato…
Simone Minghinelli
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