La sessione estiva di calciomercato è iniziata ufficialmente da una ventina di giorni, ma in realtà le trattative con vista sulla stagione 2023-2024 erano scattate subito dopo la fine dello scorso campionato, ad inizio giugno. All’interno di uno scenario complicato, dove per comprare bisogna prima fare di conto e possibilmente vendere, e dove il passo più lungo della gamba non è mai consentito, va segnalata innanzitutto l’irruzione degli arabi, che dopo l’arrivo di Cristiano Ronaldo a gennaio stanno cercando di rendere molto più competitiva la Saudi Pro League facendo razzia in Europa. E poi c’è la Premier, sempre lei, sempre più potente, una sorta di Leviatano che controlla tutti dall’alto ed esercita la sua potenza accaparrandosi giocatori come fossero figurine. Malgrado le tre finali europee raggiunte ‒ e purtroppo perse ‒ nella scorsa annata, la nostra Serie A è sempre più povera e sempre meno attraente, dunque i club sono chiamati a fare di necessità virtù. Vediamo in che modo.
Il Napoli campione d’Italia ha salutato in un colpo solo l’allenatore e il d.s. del trionfo, Luciano Spalletti e Cristiano Giuntoli, con quest’ultimo che si è accasato alla Juventus: al loro posto l’ex romanista Rudi Garcia e Mauro Meluso, già dirigente ‒ tra le altre ‒ di Frosinone, Lecce e Spezia. Per ora la situazione è da lavori in corso, ovvero nessun acquisto ma una cessione pesante, Kim al Bayern Monaco. Ancora più fragorosa e dolorosa quella effettuata dalla Lazio, che si è vista strappare proprio dagli arabi il suo pezzo più pregiato: Milinkovic-Savic all’Al-Hilal, 20 milioni a stagione fino al 2026 per il serbo e 40 ai biancocelesti, chiamati ora a rinforzarsi e non poco in ottica Champions. Tanti movimenti, invece, in casa Inter: oltre a Skriniar (PSG), fuori Brozovic (Al-Nassr, altro club saudita, 18 milioni), Onana (Manchester United, 55 milioni), e vari svincolati quali Dzeko, Handanovic, Gagliardini e D’Ambrosio, dentro il figlio d’arte Thuram (liberatosi dal Borussia Mönchengladbach), Frattesi (Sassuolo), Bisseck (Aarhus) e con ogni probabilità una nuova coppia di portieri formata da Sommer (Bayern Monaco) e Trubin (Shakhtar Donetsk). La notizia più clamorosa riguarda però Lukaku, che una volta rientrato al Chelsea ha giurato amore eterno ai nerazzurri per poi farsi di nebbia e iniziare una trattativa con gli acerrimi rivali della Juve. E allora l’Inter, punta nell’orgoglio, si è ‘vendicata’ mettendo sotto contratto l’ex bianconero Cuadrado.
Sull’altra sponda del Naviglio, intanto, il Milan si sta riprendendo dopo un inizio d’estate calcisticamente scioccante: Paolo Maldini e Ricky Massara silurati dal nuovo proprietario Jerry Cardinale, Tonali ceduto al Newcastle per 70 milioni, e Brahim Diaz trattenuto dal Real Madrid. Poi però Rafael Leao ha rinnovato fino al 2028 (con annessa maglia numero 10) ed è scattata la campagna di rafforzamento: ecco Loftus-Cheek e Pulisic (Chelsea), Reijnders (AZ Alkmaar) e i parametri zero Romero e Sportiello. Ma non è finita qui. Come non è finito il mercato dell’Atalanta, che in seguito ai colpi Kolasinac, Bakker e Adopo rischia di perdere la stellina Hojlund (c’è il Manchester United), e della Roma, che dopo Aouar (Lione), Ndicka (Eintracht Francoforte) e Kristensen (Leeds), punta forte sull’ex juventino Morata per sostituire l’infortunato Abraham in attacco. A proposito di Juventus, il neo d.t. Giuntoli è al lavoro per consegnare al confermato Massimiliano Allegri una squadra che possa tornare a competere per lo scudetto, in attesa di sapere dalla UEFA cosa ne sarà della partecipazione alla Conference League: fin qui la rosa ha visto la permanenza di Milik, il rientro dal prestito di Cambiaso e Rovella e l’arrivo di un altro figlio d’arte, Weah, prelevato dal Lille.
Fra le società di fascia media o magari medio-alta, almeno sulla carta, la Fiorentina ha puntato forte sul giovane talento Parisi (10 milioni all’Empoli) e ingaggiato Sabiri, mirando ora ad Arthur per la mediana, mentre il nostro Bologna ha congedato diversi senatori (Medel, Soriano, Sansone e Bardi), riscattato Posch e Moro e cominciato a puntellare l’organico col difensore Beukema (AZ Alkmaar) e il centrocampista El Azzouzi (Saint-Gilloise), in attesa di capire cosa ne sarà di Dominguez e Orsolini e chi prenderà il posto di Cambiaso nel ruolo di terzino sinistro. Altre operazioni da segnalare sono Bellanova al Torino, Gagliardini al Monza, Lucca all’Udinese, Boloca, Cragno e Mulattieri al Sassuolo e, per quanto riguarda la Salernitana, la permanenza di bomber Dia, reduce da ben 16 gol. Piatek, al contrario, ha fatto rientro all’Hertha Berlino, e per sostituirlo circola il nome di Batshuayi del Fenerbahce.
Infine, le squadre che hanno mantenuto la Serie A e quelle che l’hanno ritrovata. L’Empoli, oltre ai già citati 10 provenienti dalla cessione di Parisi, si è visto recapitare altri 20 milioni dal Tottenham per il portiere Vicario, ripartendo con un poker di innesti: Grassi (Parma), Maldini (Milan), Marin (Cagliari) e Ranocchia (Juventus). Il Lecce ha cambiato allenatore, affidandosi a Roberto D’Aversa dopo il biennio targato Marco Baroni, con quest’ultimo che si è accasato al Verona: entrambe si sono fin qui limitate ad operazioni minori, per diventare competitive servirà tanto altro. Avvicendamento in panchina anche per il neopromosso Frosinone, che in seguito alla separazione da Fabio Grosso ha scelto come suo successore Eusebio Di Francesco, fermo dal settembre 2021: già numerose le mosse in entrata, tra le più curiose quelle che hanno portato in Ciociaria il tedesco Cuni (Bayern Monaco II) e il georgiano Kvernadze (Kolkheti Poti). Nel segno della continuità, invece, Cagliari e Genoa, con al timone rispettivamente il veterano Claudio Ranieri e il debuttante (quantomeno nel massimo campionato) Alberto Gilardino. I sardi hanno subito inserito in organico Augello (Sampdoria), Jankto (Getafe), Scuffet (Cluj) e Sulemana (Verona), i liguri Leali (Ascoli) e Martín (Mainz), fiondandosi poi sul centravanti della nazionale italiana, l’oriundo Retegui di proprietà del Boca Juniors. Perché va bene che nel calcio italiano girano sempre meno soldi, ma i sogni non devono mancare mai.
Simone Minghinelli
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