Primo terzo di campionato: Inter, Bologna e Frosinone sugli scudi, già 4 i cambi in panchina
Dopo l’ennesima sosta per gli impegni delle Nazionali, che ha visto l’Italia di Luciano Spalletti qualificarsi non senza patemi agli Europei del prossimo anno, la Serie A 2023-2024 è ripresa con la 13^ giornata e tutti i riflettori puntati sulla sfida di vertice tra Inter e Juventus. L’attesissimo faccia a faccia dell’Allianz Stadium, però, si è contraddistinto per l’eccessivo tatticismo e ha deluso le aspettative in termini di spettacolo, con l’1-1 maturato grazie alle reti di Vlahovic e Lautaro Martinez a fotografare bene l’andamento della gara. E così i nerazzurri, che ad inizio novembre si erano già guadagnati gli ottavi di Champions League con due turni d’anticipo, hanno mantenuto la vetta, due punti sopra i rivali bianconeri (32 a 30).
In terza posizione c’è il Milan (26 punti), reduce da un mese particolarmente difficile che gli ha fatto perdere terreno in Italia e complicato il cammino europeo. Le recenti vittorie su PSG e Fiorentina hanno quantomeno rimesso in carreggiata gli uomini di Stefano Pioli, ma il gioco latita e l’infortunio muscolare occorso a Rafael Leao non semplifica certo le cose. Non se la passa meglio il Napoli, quarto a quota 24, che durante la pausa ha deciso di cambiare allenatore silurando Rudi Garcia e richiamando il grande ex Walter Mazzarri, fuori dal giro da oltre un anno. In attesa della Champions, che vedrà gli azzurri di scena al Bernabeu contro il Real Madrid, l’esordio in campionato è stato positivo: 2-1 sul campo dell’Atalanta (20 punti), attualmente settima insieme alla Fiorentina e, proprio come i viola, molto altalenante a livello sia di prestazioni che di risultati.
Alti e bassi pure per la Roma, tutt’altro che spettacolare ma abbastanza solida e trascinata in attacco dai guizzi di Dybala (noie muscolari permettendo) e dallo strapotere fisico di Lukaku. I giallorossi, 21 punti, sono quinti a pari merito col Bologna, vera mina vagante del torneo: finora i ragazzi di Thiago Motta, autore di un lavoro eccellente sin dal suo arrivo sotto le Due Torri nel settembre 2022, hanno conosciuto solo 2 sconfitte, vantano la terza miglior difesa (appena 10 gol subiti) e danno l’impressione di avere ulteriori e importanti margini di crescita. I simboli possono essere individuati in Zirkzee, centravanti moderno dal talento sopraffino che non sta facendo minimamente rimpiangere Arnautovic, e Calafiori, che ha riabbracciato il calcio italiano dopo la stagione vissuta al Basilea e si è riscoperto centrale di caratura pregiata.
Addentrandoci a metà classifica troviamo una conferma, una sorpresa e una delusione. Partiamo dal Monza, nono a quota 18, che nel ricordo del patron Silvio Berlusconi sta portando avanti l’ottimo cammino intrapreso nella scorsa annata sotto la brillante guida di Raffaele Palladino. Identici punti per il neopromosso Frosinone del redivivo e più che mai combattivo Eusebio Di Francesco, squadra giovane e coraggiosa capace fin qui di dar fastidio a chiunque, mettendo in mostra diversi ragazzi di talento (su tutti Soulé e Ibrahimovic). Male invece la Lazio, undicesima (17 punti) e non ancora capace di assorbire e superare tramite soluzioni alternative la partenza di Milinkovic-Savic, col tecnico Maurizio Sarri in fase di profonda riflessione sul suo stesso operato.
Scorrendo ulteriormente la graduatoria, fra il dodicesimo e il quindicesimo posto compaiono quattro compagini che da un lato non sembrano rischiare nulla, dall’altro non danno l’impressione di poter ambire a qualcosa in più di una semplice salvezza serena. E se per Lecce (15 punti) e Genoa (14) lo scenario è soddisfacente se non idilliaco, non si può dire altrettanto di Torino (16) e Sassuolo (15), che organici alla mano possono e devono fare meglio. Da sottolineare anche i problemi dell’Udinese, adesso sedicesima a quota 11 ma già passata attraverso un avvicendamento in panchina (da Andrea Sottil al rientrante Gabriele Cioffi) per uscire dalla zona retrocessione, e gli sforzi compiuti dall’eterno Claudio Ranieri per tenere un Cagliari modesto e falcidiato dagli infortuni in linea di galleggiamento (10 punti).
Completano il quadro le tre formazioni che ad oggi scenderebbero in Serie B. Diciottesimo è l’Empoli, stesso punteggio del Cagliari ma peggior differenza reti, che fino a qualche settimana fa pareva spacciato ed è stato almeno parzialmente risollevato da Aurelio Andreazzoli: il tecnico classe 1953, per la quarta volta in carriera alla guida dei toscani, ha sostituito Paolo Zanetti e se non altro ha riavviato il motore della squadra. Diciannovesima piazza per l’Hellas Verona, partito bene e calato in modo forse non irrecuperabile ma di sicuro preoccupante, tenendo presente che la rosa a disposizione di Marco Baroni non brilla per qualità. Fanalino di coda è infine la Salernitana, che paga un mercato estivo piuttosto bizzarro, le ripetute assenze del suo bomber Dia e il fallimento della gestione Paulo Sousa, rimpiazzato da Filippo Inzaghi. Riuscirà Super Pippo a centrare quella che sarebbe la sua prima salvezza nel massimo campionato? Difficile dirlo ora, intanto però il recente successo sulla Lazio ha riacceso l’entusiasmo dell’Arechi. E non è poco.
Simone Minghinelli
© Riproduzione Riservata – Disponibile anche sul numero 70 di Bologna Rossoblù Magazine (in edicola o in formato digitale)
Foto: Getty Images (via OneFootball)