Scudetto, salvezza e piazzamenti europei, finalmente la Serie A è tornata a farci divertire
Finalmente c’è lotta per lo scudetto. Dopo anni e anni trascorsi ad osservare le fughe inesorabili della Juventus, salvo qualche rarissima eccezione, pare proprio che stavolta il titolo di campione d’Italia rimarrà in bilico fino all’ultimo o quasi. Demerito, se così può essere definito il rendimento di una squadra comunque prima in classifica, agli ottavi di Champions League e in semifinale di Coppa Italia, della Juventus di Maurizio Sarri, che sta correndo meno forte del solito, ma soprattutto grande merito di Lazio e Inter.
I biancocelesti, secondi e staccati di un solo punto, non sono più una sorpresa, visto l’egregio lavoro svolto dalla società e dal tecnico Simone Inzaghi nelle ultime stagioni, ma stanno andando ben oltre l’obiettivo che si erano prefissati e possono contare ‒ tra gli altri ‒ sul capocannoniere Ciro Immobile (27 gol in 25 partite). Di contro i nerazzurri, nonostante il condottiero Antonio Conte abbia sempre predicato calma, avevano messo nel mirino il tricolore fin dalla scorsa estate, e gli innesti inseriti nel mercato di gennaio (su tutti il trequartista danese Christian Eriksen) hanno reso l’organico ancora più competitivo.
Se dunque per la vetta è corsa a tre, per la quarta piazza si sta delineando un duello, ammesso che la Roma riesca a trovare sufficiente stabilità per impensierire davvero la straordinaria Atalanta di Gian Piero Gasperini. Sì, perché anche il nuovo e intrigante corso targato Paulo Fonseca somiglia terribilmente a quelli del recente passato, contraddistinto da exploit incredibili e cadute rovinose, mentre Papu Gomez e compagni continuano a volare sia in campionato che in Champions, dove si sono appena sbarazzati del Valencia con un roboante 4-1.
Pochi sorrisi anche in casa Napoli e Milan, che dopo l’arrivo in panchina rispettivamente di Rino Gattuso e Stefano Pioli hanno iniziato con fatica a rialzare la testa. Ad oggi, per entrambe, la migliore delle ipotesi conduce ad un piazzamento in zona Europa League (attraverso il sesto posto o la Coppa Italia), traguardo a cui possono legittimamente ambire anche il Verona, vera e propria rivelazione del torneo considerando che si tratta di una neopromossa con esigue risorse economiche a disposizione, e il Parma, che punta a non ripetere il crollo verticale del 2019, quando di questi tempi si trovava all’incirca nella stessa situazione ma finì poi per salvarsi alla penultima giornata.
E il Bologna? È lì a metà, decimo, malgrado le mille difficoltà di una stagione più unica che rara. Adesso Sinisa Mihajlovic c’è e la sua presenza si sente, ma ci sono anche tantissimi infortuni ad ostacolare ulteriormente un gruppo comunque compatto, responsabile e capace di giocare un calcio esaltante e travolgente. Al momento l’obiettivo rimane quello di superare i 44 punti dell’anno passato, magari toccando quota 50, ma se il girone di ritorno dovesse prendere la stessa piega di dodici mesi fa… Discorso non troppo diverso per il Cagliari, che ora sta rallentando ma che fin qui ha fatto vedere ottime cose, candidandosi con pieno merito a chiudere nella parte sinistra della classifica.
Decisamente meno convincenti il Sassuolo di Roberto De Zerbi, bello ma spesso incompiuto, e la Fiorentina del vulcanico patron Rocco Commisso, che visti gli scarsi risultati ottenuti con Vincenzo Montella si è affidata al pragmatismo dell’ex bandiera Beppe Iachini. C’è però chi se la passa molto peggio, ovvero il Torino, finito nelle sabbie mobili attorno a metà gennaio e ancora bloccato, anche dopo l’avvicendamento alla guida tecnica tra Walter Mazzarri e il granata purosangue Moreno Longo. Un po’ meglio Luca Gotti al timone dell’Udinese, lui che di fare l’allenatore in prima non ne voleva sapere e che invece sta conducendo i friulani verso una salvezza serena.
Già, la salvezza, un discorso che oggi pare riguardare da vicino cinque squadre, di cui due con pochissime speranze. Brescia e soprattutto Spal, infatti, si stanno staccando sempre più dal quartultimo posto e non sembrano avere i mezzi per reagire, mentre il Genoa pare essersi quantomeno rimesso in carreggiata grazie a Davide Nicola, terzo mister messo a libro paga dal presidente Enrico Preziosi dopo Aurelio Andreazzoli e Thiago Motta. Sarà battaglia dura con gli eterni rivali della Sampdoria, non in grado di cambiare realmente marcia nonostante gli sforzi di Claudio Ranieri, e con il Lecce di Fabio Liverani, che sta provando a mantenere la categoria restando fedele alla propria idea di calcio, propositiva e spregiudicata. Insomma, alla vigilia della 26^ giornata la certezza è una sola, anche in questo caso corredata dall’avverbio ‘finalmente’: ci sarà da divertirsi!
Simone Minghinelli
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Foto: Damiano Fiorentini