Sandro Piccinini probabilmente definirebbe ‘mucchio selvaggio’ l’assembramento di squadre che si è creato ai piani alti della Serie A dopo 14 giornate. Una capolista però c’è, ed è senza dubbio un’autorevole candidata alla vittoria dello scudetto: il Napoli di Antonio Conte. I partenopei, reduci da un’annata orribile conclusa in decima posizione e loro malgrado liberi dalle coppe, stanno marciando forte e guardano tutti dall’alto con 32 punti, trascinati da nuovi protagonisti che rispondono ai nomi di Lukaku, McTominay e Buongiorno, solo per citarne i tre maggiori colpi del mercato estivo.
La concorrenza è però agguerrita, perché a quota 28 troviamo un poker variegato e qualitativo: sempre da applausi l’Atalanta di Gian Piero Gasperini (potenzialmente a -1, dovendo giocare il posticipo del lunedì contro la Roma), capace di andare a vincere 3-0 proprio al Maradona e di fare faville pure in Champions League; favorita d’obbligo l’Inter, per il percorso che sta portando avanti Simone Inzaghi e la forza del gruppo, autoritario sia in Italia che in Europa (anche ai nerazzurri manca una gara, quella di Firenze sospesa per il malore occorso sul campo a Bove); sorprendente la Fiorentina (anch’essa con una partita in meno) e la Lazio, che sotto la guida dei neo allenatori Raffaele Palladino e Marco Baroni sono tornate ad accendersi in maniera sfavillante.
Leggermente più attardata la Juventus del nuovo corso Thiago Motta (26 punti), che dopo aver cambiato tanto in estate si è trovata a fare i conti con numerosi infortuni ed è incappata in qualche pareggio di troppo, così come il Milan (22) ora targato Paulo Fonseca, che in attesa di disputare il match col Bologna rinviato il 26 ottobre sta cercando di trovare continuità di prestazioni e risultati, ovvero ciò che è mancato nella fase iniziale della stagione. E a proposito di Bologna, ottavo a quota 21: in un clima di forte scetticismo acuito dalle ripetute ‒ seppur onorevoli ‒ sconfitte in Champions, il buon Vincenzo Italiano si sta mantenendo sugli standard del suo predecessore e mira ad avvicinarsi ulteriormente nel confronto diretto in programma sabato all’Allianz Stadium.
La parte sinistra della classifica è completata da due formazioni che, tra alti e bassi, stanno comunque portando avanti un percorso positivo e finalizzato ad una salvezza serena, cioè l’Udinese di Kosta Runjaic (17) e l’Empoli di Roberto D’Aversa (16). Poi ecco il Parma (15), la prima delle neopromosse, con Fabio Pecchia che sta confermando quanto di buono fatto vedere in Serie B, e appaiato ai ducali il Torino di Paolo Vanoli, che una volta perso per infortunio il proprio centravanti e leader Zapata è caduto in una profonda crisi e non riesce più a vincere. Abbastanza lineare, invece, il cammino del Cagliari di Davide Nicola (14), avversario ostico per chiunque in particolare fra le mura amiche dell’Unipol Domus, decisamente meno quello del Genoa, che è dovuto ricorrere ad un cambio in panchina (Patrick Vieira al posto di Alberto Gilardino) per abbandonare la zona calda, mettendoci dentro anche l’ingaggio dello svincolato Balotelli.
Un gradino sotto troviamo la principale delusione del campionato, almeno fino ad oggi: parliamo della Roma, quindicesima a quota 13 e adesso allenata dal profeta in patria Claudio Ranieri, dopo l’assurdo esonero di Daniele De Rossi e il surreale interregno di Ivan Juric. A braccetto un’altra giallorossa, il Lecce, che di recente è passato nelle mani del redivivo Marco Giampaolo e si è rialzato grazie a 4 punti in 2 gare. In picchiata ma ancora a galla l’Hellas Verona del traballante Paolo Zanetti, quartultimo a 12, poi si scende negli ‘inferi’: il Como di Cesc Fabregas (11), il Monza di Alessandro Nesta (10) e soprattutto il Venezia di Eusebio Di Francesco (8) appaiono in forte affanno. Ma se i lariani, grazie alla facoltosa proprietà Hartono, a gennaio potranno provare a rimediare tramite il mercato, per brianzoli e lagunari la questione appare assai più complicata: si salvi chi può!
Simone Minghinelli
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