Per la conferenza di ieri pomeriggio si era anche preparato una serie di appunti, Thiago Motta, al fine di chiarire nella maniera migliore e in via definitiva il discorso legato a Marko Arnautovic. È però bastata una frase di troppo per arrivare addirittura a peggiorare la situazione. Ingenuo il mister o scaltri i colleghi giornalisti, si può comprensibilmente vederla in entrambi i modi, fatto sta che il suo messaggio di stima verso l’attaccante austriaco si è rivelato un clamoroso boomerang. O un autogol, per restare in ambito calcistico.
La maggior parte dei bolognesi, stampa e tifoseria, l’hanno interpretato come un benservito, un modo elegante per disfarsi di un peso, seppur di qualità (noi continuiamo a pensare che questa squadra con ‘Arna’ al top della condizione sarebbe stata ancora più forte e competitiva). Ebbene, consapevoli di essere in minoranza vogliamo dare la nostra lettura alle parole di Motta: forse non farà scalpore come tutte le altre, perché si sa che la polemica e la dietrologia attraggono molto di più, ma tant’è.
L’allenatore rossoblù stava cercando di sgombrare il campo da ogni illazione sul loro rapporto, ha elogiato sia l’uomo che il calciatore e ha ribadito come non ci fosse nulla di strano dietro alla scelta di utilizzarlo col contagocce nelle ultime settimane, dopo un lungo recupero da un infortunio brigoso. Quasi a dire: «Non sono un pazzo, so quanto è forte, a tal punto che a 34 anni meriterebbe di chiudere la carriera in una big, ma se non sta bene non posso mandarlo in campo». Si parlava di pallone, insomma, più che di mercato (su quello Thiago era stato chiaro poco prima: «Lo avete già messo in altri club, qui però pensiamo solo al Bologna e quindi alla Cremonese»).
Ecco, forse i discorsi sulle big possono dar fastidio ai tifosi, e li capiamo benissimo, di sicuro la versione migliore di Motta è quella che esterna un sincero orgoglio per l’opportunità di allenare qui, in una società con grande storia e blasone malgrado l’ultimo trofeo rilevante sia la Coppa Italia del 1974. Da qui a montare l’ennesimo caso Arnautovic, però, ce ne passa. Ai posteri l’ardua sentenza su quello che sarà il destino del numero 9, che ricordiamo ha col BFC un contratto da 3 milioni di euro a stagione fino al 2025. Per il mister, invece, un’affettuosa tiratina d’orecchie e l’invito a stare più attento. Ma del resto ha solo 40 anni e avrà tutto il tempo di crescere sia come tecnico che come comunicatore: il talento e il physique du rôle non gli mancano.
Simone Minghinelli
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