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Un campionato mediocre dominato dall’incertezza: per i verdetti serve ancora tempo

Un campionato mediocre dominato dall’incertezza: per i verdetti serve ancora tempo

Ph. Getty Images

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Forse non basterebbe neppure una sfera di cristallo per capire come si concluderà la Serie A 2021-2022, dato che a sette giornate dal termine e con una manciata di partite da recuperare regna sovrana l’incertezza un po’ ovunque. Il massimo campionato italiano, specchio di un intero movimento che continua a zoppicare (come testimoniato dalla seconda mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali), si è infatti livellato verso il basso, e in ogni settore della classifica non ci sono squadre nettamente superiori alle altre.

La lotta scudetto, per esempio, è equilibrata come non accadeva da circa un decennio, e attualmente vede il Milan (67 punti) prevalere su Napoli (66) e Inter (63 con una gara in meno). Nell’ultimo turno i nerazzurri hanno sbancato 1-0 l’Allianz Stadium tra le polemiche, spegnendo le residue speranze della Juventus di rientrare in gioco: i bianconeri, fermi a quota 59 e già eliminati dalla Champions League (al pari dei nerazzurri, altro pessimo segnale per il nostro calcio), dovranno accontentarsi del quarto posto e, con ogni probabilità, della finale di Coppa Italia. Tornando al tricolore, al momento il sentore è che la squadra di Pioli stia andando ben oltre le proprie possibilità, quella di Spalletti sia la più in forma sul piano sia fisico che mentale e quella di Inzaghi, nonostante qualche passo falso di troppo, rimanga la più attrezzata. Ma di scontato, arrivati a questo punto, non c’è davvero nulla.

Lo stesso discorso può essere fatto per i piazzamenti che valgono l’Europa e la Conference League, con quattro contendenti per tre posti. Quinta è la Roma di Mourinho (54 punti), che dopo mesi vissuti sull’altalena sta finalmente trovando continuità di rendimento e risultati, ed è ancora in corsa nella terza coppa continentale. Sesta la Lazio (52), che come prevedibile ha trovato difficoltà nel passare dal calcio verticale di Inzaghi a quello più ragionato di Sarri, frenato anche da una rosa molto corta. Settima e ottava Atalanta (51) e Fiorentina (50), entrambe con un recupero da effettuare, mine vaganti alle prese con situazioni differenti: orobici in calo rispetto agli anni passati ma comunque capaci di agguantare i quarti di Europa League, toscani principale rivelazione del torneo, sempre sul pezzo nonostante la cessione di Vlahovic a gennaio. Pronostici? Difficilissimi, manco a dirlo.

Meno appassionante, invece, è quanto sta accadendo nella fascia centrale della graduatoria, dove va comunque sottolineato l’ennesimo ottimo campionato dell’Hellas Verona (nono con 45 punti), merito in particolare di un Tudor sorprendente, e rivolto un plauso al Sassuolo (43), che ha faticato in avvio ma si è progressivamente ripreso, mettendo in risalto la bravura del tecnico Dionisi e il talento del trio d’attacco Raspadori-Scamacca-Berardi. Deludente il Torino targato Juric, undicesimo a quota 38 e mai del tutto convincente, enigmatico il Bologna, che dopo un girone d’andata non brillantissimo a livello di gioco ma coronato da 27 punti si è arenato nel ritorno (ora sono 34, in attesa che il CONI si esprima su Bologna-Inter): la speranza è che il recente 0-0 contro la capolista Milan a San Siro, frutto di un’ottima prestazione, non resti un episodio isolato ma sia il preludio ad un finale in crescendo, possibilmente con Mihajlovic in panchina (in bocca al lupo di cuore, mister).

Appaiate a 33 e ormai salve ci sono poi Udinese ed Empoli: i friulani si sono ritrovati e stanno facendo piuttosto bene da quando le redini sono finite nelle mani dell’esordiente Cioffi, ex vice di Gotti, mentre i ragazzi di Andreazzoli hanno brillato nella prima parte di stagione e ora stanno tirando un po’ il fiato. Straordinario, visti i mezzi a disposizione e il mercato bloccato, pure il percorso dello Spezia di Thiago Motta (32 punti), vicino ad un obiettivo che lo scorso agosto pareva impossibile; decisamente negativo quello della Sampdoria (29), che in seguito all’avvicendamento tra D’Aversa e Giampaolo non è riuscita a cambiare passo, restando impantanata nella zona calda. La lotta per non retrocedere sembra però riguardare in particolare Cagliari (25), Venezia (22 e una gara in meno), Genoa (22) e Salernitana (16 ma con due recuperi all’orizzonte): la sensazione è che il Grifone, nel pieno di una rincorsa iniziata sotto la guida del nuovo allenatore Blessin, abbia qualcosa in più, ma anche qui siamo ben lontani da un verdetto definitivo.

Simone Minghinelli

© Riproduzione Riservata – Disponibile anche in edicola sul numero di Bologna Rossoblù Magazine in edicola giovedì 14 aprile

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