Alzi la mano chi avrebbe pensato che alla penultima giornata di campionato Bologna e Juventus si sarebbero giocati la terza posizione in classifica, con entrambe le squadre già certe di un posto nella prossima Champions League. Se da un lato i bianconeri hanno più di qualcosa da rimproverarsi, soprattutto per una seconda metà di stagione molto al di sotto delle aspettative (vittoria della Coppa Italia a parte), dall’altro i rossoblù hanno trasformato un sogno in realtà con pieno merito: percorso da incorniciare, al di là del risultato di lunedì sera. Fuori dal campo, i due club sono protagonisti di diversi intrecci di mercato, a cominciare dall’allenatore per arrivare ad alcuni giocatori del BFC entrati nel mirino della Vecchia Signoria. Di tutto questo abbiamo parlato oggi con un prestigioso doppio ex della sfida, il campione del mondo 1982 Antonio Cabrini.
Cabrini, Bologna e Juventus arrivano allo scontro diretto con spiriti diametralmente opposti: rossoblù in paradiso per l’ingresso in Champions, bianconeri in acque agitate malgrado il trionfo in Coppa Italia. Lei come legge questo match? «Il Bologna è galvanizzato da un’annata straordinaria e da un traguardo memorabile, che dopo tanto tempo lo vede rientrare in Europa dalla porta principale, un risultato che equivale alla vittoria di uno scudetto o forse di più. La Juventus è invece reduce da un periodo abbastanza difficile culminato con l’esonero di Allegri, ma nonostante tutto è riuscita a prendersi la Coppa Italia. In generale, i bianconeri sono una squadra che riesce a trovare nuove energie anche nei momenti di difficoltà. Avendo entrambe già conseguito i propri obiettivi, prevedo una partita abbastanza aperta e divertente, in cui le due squadre ribatteranno colpo su colpo».
Le due società si contendono qualcosa anche fuori dal campo: si parla con sempre maggior insistenza dell’approdo di Motta sulla panchina della Juve. A suo parere Thiago è già pronto per un salto del genere o farebbe meglio a continuare a crescere insieme al Bologna? «Questo è un discorso prettamente personale e comunque finché non ci sono le firme è meglio non dare nulla per scontato. Sicuramente Motta, a maggior ragione dato il contratto in scadenza, avrà ricevuto tante richieste dopo un campionato del genere, ora dipende tutto da lui e dalle intenzioni del club: per trattenerlo, Saputo dovrà sicuramente dargli delle garanzie importanti in vista della prossima stagione, specialmente considerando che i rossoblù dovranno competere su tre fronti. A mio parere l’allenatore influisce attorno al 25% sull’andamento di una squadra, il più lo determinano le scelte societarie».
I rumors di mercato provenienti da Torino coinvolgono anche Calafiori, forse la rivelazione più grande di questa annata: come valuta il ragazzo? «Calafiori ha senza dubbio dei grossi margini di crescita, fin qui ha dimostrato qualità davvero notevoli e parecchio della sua carriera futura dipenderà da lui. Intanto a breve avrà già l’occasione di farsi vedere anche in ambito internazionale durante l’Europeo in Germania. Le voci che vorrebbero alcune big su di lui sono comprensibili perché è giovane, talentuoso e reduce da un campionato di altissimo livello, ma ricordiamoci che confermarsi è sempre più difficile e spesso è meglio procedere per gradi».
Un’altra stella rossoblù, forse la più luminosa e chiacchierata, risponde al nome di Zirkzee… «L’olandese è uno dei calciatori che è cresciuto di più quest’anno, grazie alla sua classe ma anche ad un allenatore che ha creduto molto in lui e gli ha dato carta bianca nel ruolo di centravanti, facendolo spaziare su tutto il fronte d’attacco. Nel complesso ritengo che la crescita dei tanti giovani che sono arrivati a Casteldebole quasi da sconosciuti e che ora si stanno affermando al top sia la ciliegina sulla torta per il Bologna, che col direttore Sartori ha dimostrato di sapersi guardare benissimo attorno. L’imminente estate sarà un banco di prova notevole in termini di ambizioni, vedremo cosa deciderà di fare la società nel momento in cui gli arriveranno ricche offerte per i suoi pezzi pregiati».
Per lei tredici stagioni alla Juventus vincendo tutto, prima di concludere la sua carriera proprio sotto le Due Torri: che ricordi ha di quel periodo? «Le due stagioni in rossoblù si sono concluse con una dolorosa retrocessione in Serie B ma sono state comunque significative, grazie ad un ottavo posto e poi ad una cavalcata fino ai quarti di finale di Coppa UEFA. Dopo aver smesso col gioco giocato ho vissuto per vent’anni a Bologna, e credo che ciò dimostri quanto io sia rimasto legato a questa città meravigliosa, sotto ogni punto di vista. Restando in ambito sportivo penso per esempio al basket, che al di là di categorie e traguardi regala sempre enormi emozioni».
Se dovesse dare un consiglio al Bologna per crescere ancora, cosa suggerirebbe? «Credo che il Bologna non abbia bisogno di consigli, i risultati parlano da soli e testimoniano la bontà delle decisioni prese dal presidente e dai dirigenti: soprattutto negli ultimi due anni sono stati scelti profili estremamente interessanti sia in campo che in panchina, a costi contenuti. Il calcio italiano per ragioni prettamente economiche è cambiato tanto, meno campioni e più investimenti su giovani di prospettiva, e in tal senso i rossoblù possono essere presi a modello. Poi certo, come detto non è semplice resistere a determinate offerte, ma più si andrà avanti con certi piazzamenti e più il BFC avrà la forza per trattenere i suoi gioielli e assestarsi ai piani alti della Serie A».
Giuseppe Mugnano
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