Castellini: “Bologna, la difesa è un bel mix ma serve più concentrazione. Tomiyasu diventerà un grande centrale, dispiace vedere Denswil così”
Una settimana scarsa alla ripresa del campionato e alla sfida di Marassi tra Sampdoria e Bologna, con i felsinei che attendono il rientro dei vari nazionali e iniziano a mettere nel mirino la squadra di Claudio Ranieri. Per Sinisa Mihajlovic, che a giorni dovrebbe recuperare quantomeno Aaron Hickey e Gary Medel, c’è ancora tanto lavoro da fare, specialmente in fase difensiva: l’obiettivo primario è arrestare la copiosa emorragia di gol subiti che dura da 40 gare di campionato, così da rendere meno complicata la rincorsa verso una posizione più serena di classifica. Di tutto questo ne abbiamo parlato oggi con Marcello Castellini, interlocutore semplicemente perfetto: ex difensore, 187 presenze in maglia rossoblù (indossando anche la fascia da capitano) e 145 in casacca blucerchiata. Ecco la sua opinione…
Marcello, partiamo da una domanda facile: perché il Bologna prende gol da 40 partite consecutive? «Si fa un gran parlare di solidità del reparto e di equilibrio generale, ma mi sembra che fin qui sia stata più una questione di errori individuali, dovuti alla poca attenzione in certi frangenti. È un dato statistico molto negativo, inutile girarci attorno: va trovata una soluzione per invertire il trend e fare più punti, perché quando subisci sistematicamente gol non è mai facile portare a casa il risultato, anche se giochi bene. Certo, in questo periodo così strano è un problema comune a tante squadre, l’assenza del pubblico ti toglie un po’ di concentrazione, ma va anche detto che al Bologna capitava già da prima del lockdown».
Questa striscia negativa che non si arresta rischia di condizionare i giocatori sul piano mentale? «Chiaramente un giovane, magari alla prima esperienza in un campionato difficile come la Serie A, può pagare un po’ dazio, mentre il calciatore navigato dovrebbe riuscire a restare più lucido e a gestire meglio la pressione. Nella difesa rossoblù non ci sono solo ragazzi, peraltro talentuosi, come ad esempio Tomiyasu e Hickey, ma pure veterani come Danilo e lo stesso De Silvestri, i quattro titolari attuali rappresentano un mix ottimale sia a livello anagrafico che per caratteristiche».
Qual è a tuo avviso il tallone d’Achille del reparto? «Parlando di stabilità si può riscontrare un problemino sulla sinistra, corsia che da un anno patisce la mancanza di un titolare fisso, visti gli infortuni di Dijks, l’adattamento e poi gli acciacchi di Krejci e la scarsa affidabilità di Denswil. Contro Cagliari e Napoli, infatti, il Bologna ha sofferto parecchio da quella parte. Speriamo che Hickey, nonostante la carta d’identità, riesca ad affermarsi presto: le premesse mi paiono buone ma per ovvie ragioni deve avere il tempo di crescere».
Tomiyasu in veste di centrale ti piace? «L’anno scorso non ha pagato lo scotto dell’ambientamento e da terzino ha fatto grandi cose, andando anche oltre le aspettative, nel senso che in tanti non lo conoscevano bene e non sapevano quanto potesse dare. Quest’anno il livello di difficoltà è aumentato, così come le responsabilità, il ruolo è completamente diverso e qualche errorino andava messo in conto. La bravura starà nel farne sempre meno e continuare a valorizzare le sue caratteristiche, ovvero quelle di un difensore rapido, intelligente, capace di impostare l’azione e talvolta anche di proporsi in avanti. Personalmente credo che la sua strada sia quella, limando via via i difetti farà una bellissima carriera».
Discorso diverso per Denswil, che sta facendo davvero fatica: guardandolo all’opera sembra che spesso testa e gambe non siano connesse… «Tecnicamente è valido, fisicamente c’è, il fatto che sia mancino è un plus perché di centrali mancini ne girano pochi, eppure fa una fatica incredibile a decollare. Nella scorsa stagione è andato in bambola dopo i primi errori, poi ha perso il posto e nel girone di ritorno è stato ripescato come terzino sinistro, dove ha offerto prove sufficienti ma non memorabili. Forse tutti questi stravolgimenti, al primo anno in Italia, non gli hanno giovato, ma resta il fatto che non è mai riuscito a tirar fuori le qualità che evidentemente erano balzate agli occhi degli scout rossoblù: un enorme peccato e un dispiacere, sia per lui che per il club».
Un altro elemento non sempre convincente è Skorupski: lo reputi un portiere affidabile? «Come hanno sbagliato gli altri, anche lui in qualche situazione non è stato impeccabile. Il portiere è il primo che deve dare tranquillità alla difesa, io quando giocavo e sapevo di avere alle spalle un portiere forte affrontavo le partita con maggiore serenità. Dunque, sotto questo aspetto, l’unico parere che andrebbe ascoltato è proprio quello dei difensori del Bologna. A me dall’esterno sembra che alcuni errorini li abbia commessi, ma se la squadra prende sempre gol non è certo lui l’unico responsabile».
Domenica a Genova dovrebbe rientrare Medel: in che ruolo lo vedremo? «Medel è un giocatore esperto, di spessore, e quando c’è si fa sentire, la sua è stata senza dubbio un’assenza pesante. Ora per Mihajlovic nasce un piacevole interrogativo: meglio irrobustire la mediana, facendo più filtro ma privandosi di un giovane che garantisce una maggiore pericolosità in fase d’attacco, vedi Svanberg e Dominguez, oppure ritoccare direttamente la difesa? In ogni caso la presenza del cileno può consentire al mister di cambiare facilmente sistemazione tattica nell’arco della partita, passando magari da una linea difensiva a quattro ad una a tre a seconda che ci si trovi in fase di possesso o di non possesso: la sua duttilità è un grosso pregio».
Sampdoria-Bologna: che partita ti aspetti? Per i rossoblù quei soli sei punti in classifica cominciano a pesare… «La Samp è una squadra ‘strana’, fastidiosa, perché sa chiudersi bene e anche ripartire sfruttando la qualità dei suoi uomini d’attacco: tornando al discorso iniziale, servirà molta attenzione dal primo all’ultimo minuto. Marassi solitamente è uno stadio caldissimo ma la mancanza del pubblico ha di fatto azzerato il fattore campo, l’unica differenza tra casa e trasferta è il viaggio da fare, quindi bisognerà approfittarne. Riguardo alla classifica, più che i sei punti in sé pesano le cinque sconfitte in sette partite, perché con una vittoria in meno e tre pareggi in più forse li vedremmo sotto una luce leggermente diversa. Di certo il Bologna ammirato fin qui ne avrebbe meritati di più, e sono sicuro che continuando a fornire quel tipo di prestazioni anche i successi arriveranno con maggiore continuità».
Simone Minghinelli
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