Castellini: “La difesa ha delle attenuanti, anche se gli errori stanno costando troppi punti. Per l’Europa è presto, ma Ibra avrebbe un impatto incredibile”
Questo pomeriggio abbiamo raggiunto telefonicamente Marcello Castellini, ex difensore che ha vestito la maglia del Bologna nei trienni 2000-2003 e 2006-2009, raccogliendo ben 187 presenze e indossando anche con pieno merito la fascia da capitano. Presente al centro della retroguardia anche nella recente partita tra le leggende rossoblù e quelle del Real Madrid, Castellini è rimasto molto legato al club felsineo, che continua a seguire con sincero affetto e grande attenzione. Dal momento attuale della squadra alla battaglia di Mihajlovic, dalle difficoltà del pacchetto arretrato al sogno Ibrahimovic, ecco il suo pensiero…
Marcello, di recente sei tornato a calcare il prato del Dall’Ara in occasione della Partita delle Leggende: che emozione è stata? «È stata una serata fantastica nonostante le difficoltà fisiche, perché la testa andava ad una certa velocità me le gambe non la seguivano (ride, ndr). Ho visto solo sorrisi da parte di tutti i partecipanti, personalmente spero che una squadra composta da vecchie glorie rossoblù possa essere riproposta in futuro, a prescindere dal fatto che ci sia qualcosa da festeggiare».
Dell’attuale Bologna invece cosa ne pensi? A questo punto della stagione ti aspettavi una posizione di classifica diversa? «Per il gioco espresso il Bologna meriterebbe di stare più in alto, finora ha sbagliato l’approccio solo a Udine e nel primo tempo di Brescia. In tutte le altre uscite ha mostrato un atteggiamento propositivo contro qualsiasi squadra, anche di fronte alle big, la quadratura della squadra c’è e l’unica pecca sta nell’aver perso qualche punto di troppo per strada».
È umano e naturale che la delicata situazione di Mihajlovic possa condizionare il clima all’interno dello spogliatoio: credi che con Sinisa stabilmente in panchina la stagione sarebbe iniziata in modo diverso? «Verrebbe da dire di sì: nonostante Mihajlovic faccia il possibile per restare vicino ai suoi ragazzi, durante la settimana l’assenza di una figura con quel carisma si fa sicuramente sentire. A lui per primo pesa il fatto di non esserci, ma sta reagendo in una maniera straordinaria, la migliore possibile. E lo stesso stanno facendo il suo staff e la dirigenza, dando il massimo per far pesare il meno possibile questa situazione sulla squadra».
In queste settimane si sta puntando il mirino sulla fragilità difensiva del Bologna: credi anche tu che quello arretrato sia il reparto più debole? «Quando giochi in Serie A e commetti degli errori che fanno perdere punti, è normale che la cassa di risonanza sia molto ampia. Da una parte va detto che la difesa di quest’anno è composta fra gli altri da giocatori alla prima esperienza in questo campionato, che quindi hanno bisogno di tempo per ambientarsi, ma è altrettanto vero che sono state commesse delle sbavature di troppo. In questo momento la presenza di Danilo è imprescindibile, senza di lui la squadra fatica, ed è probabile che la società stia valutando l’ipotesi di fare a gennaio qualche investimento in quel settore».
L’obiettivo stagionale sarebbe quello di provare quantomeno a replicare il decimo posto dell’anno scorso: secondo te quando si potrà parlare esplicitamente di Europa? «Qualcosina manca ancora, anche perché il decimo posto della passata stagione è stato qualcosa di straordinario. La speranza di tutti era solamente quella di non arrivare a giocarsi la salvezza all’ultima giornata, invece il Bologna si è addirittura piazzato nella colonna di sinistra: è stato un risultato eccezionale. Migliorare diventa difficile, anche perché immagino sia chiaro a tutti che c’è molta differenza tra passare dal dodicesimo al decimo posto e dal decimo all’ottavo. Le difficoltà aumentano, la società sta sicuramente lavorando in quella direzione ma questo in pratica è stato il primo anno in cui si è tornati ad investire tanto nella squadra. Penso che questo sarà un ulteriore anno di assestamento, anche se più sereno e divertente, e che la crescita potrà iniziare a vedersi dal prossimo».
Credi che l’eventuale innesto di Ibrahimovic, di cui tanto si sta già parlando, possa essere letto come un tentativo della società di ridurre il gap dalle prime della classe? «Sicuramente sarebbe un rinforzo pazzesco, porterebbe il reparto offensivo ad un livello stratosferico. Nonostante l’età, Ibra in Serie A può ancora fare la differenza, e questo è merito del suo carattere e della sua volontà di non accontentarsi mai, di non considerarsi mai arrivato. Il suo ingaggio avrebbe un impatto incredibile e un’influenza positiva sia sugli attuali compagni, perché li spingerebbe a migliorarsi, che su eventuali innesti futuri, perché se è vero che ad oggi Bologna è già una piazza appetibile, l’innesto di Zlatan spazzerebbe via i dubbi dei pochi che ancora potrebbero non credere nel progetto di crescita messo in atto da Saputo».
Il Bologna si appresta ad affrontare due derby emiliani: quanti punti è lecito aspettarsi dai rossoblù contro Sassuolo e Parma? «Potenzialmente si possono fare sei punti, ma io mi accontenterei anche di quattro. Sicuramente sull’umore peseranno un po’ le sconfitte maturate contro Cagliari e Inter, due partite in cui pur senza demeritare la squadra è uscita dal campo a mani vuote. Ora serve muovere la classifica e questi due derby ravvicinati sono una bella occasione per farlo: di fronte ci saranno due formazioni coraggiose, toste e che sanno giocare a calcio, ma questo per il Bologna potrebbe essere un bene, perché è a sua volta un gruppo ormai abituato a proporre il suo gioco senza paura, a maggior ragione quando gli viene concesso».
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