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Iori: “Eredità difficile da gestire e difficoltà prevedibili, Italiano ha avuto coraggio. La gara di Genova un passaggio importante della stagione”

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Il giornalista reggiano Alessandro Iori, 46 anni, è volto e soprattutto voce nota a livello sia locale che nazionale: già giornalista per èTV e commentatore Mediaset, attualmente è redattore e conduttore di TRC e telecronista per DAZN. Competenza e un’esperienza consolidata, frutto di tanto calcio visto e raccontato dentro e fuori i confini italiani, ecco che l’intervista realizzata oggi con lui è stata una bella occasione per ricevere un giudizio dall’esterno sul Bologna, tra recente passato e immediato futuro, e sviluppare insieme altri temi di stretta attualità.

Alessandro, come ti spieghi le difficoltà iniziali del Bologna, specialmente in campionato? «Credo siano dettate anche e soprattutto dalla gestione della pesante eredità di una stagione come quella passata. Non era facile ripartire dopo un campionato in cui tutto è andato oltre le più rosee previsioni e le reali potenzialità del gruppo: è stata un’annata magica in cui tutti hanno reso oltre gli effettivi limiti e valori. Adesso la squadra pare essere rientrata in un range di ‘normalità’ ed era lecito attenderselo, probabilmente avrebbe trovato più difficoltà anche lo stesso Motta se fosse rimasto».

Può c’entrare pure un’evoluzione tattica ancora in divenire? «Italiano ha un legittimo bisogno di tempo per cambiare determinati concetti di gioco e un approccio che non gli appartengono a pieno, si tratta di un allenatore con impostazioni tecnico-tattiche diverse rispetto a Motta. Nel calcio è sempre difficile chiederla, ma se si vuole che un allenatore arrivi realmente ad incidere occorre pazienza».

Quanto può essere difficile anche sul piano mentale, al di là della partenza dei big, ereditare uno spogliatoio così tanto in simbiosi col mister precedente? «È senza dubbio complicato e rischioso ritrovarsi in un solco tracciato da un allenatore seguito ad occhi chiusi dalla squadra, alla quale aveva dato una certa impostazione e mentalità. Una squadra anche molto grata a Motta, che ha fatto vivere a molti rossoblù la miglior stagione della loro carriera. Qualsiasi mister fosse arrivato dopo Thiago si sarebbe ritrovato a gestire una situazione con poco da guadagnare e quasi tutto da perdere, per questo Italiano è stato coraggioso ad accettare l’incarico e gliene va dato atto».

Spesso hai seguito il Sassuolo e allora ti chiedo qualcosa su Erlic, uno dei volti nuovi: come valuti il suo acquisto? «Credo che certe valutazioni vadano fatte considerando determinate dinamiche e relazioni da conservare per il futuro. Sartori per esempio è costantemente a vedere le partite del Sassuolo, credo che il Bologna abbia aperto un canale importante. Quanto a Erlic, andando oltre la retrocessione dell’anno scorso parliamo di un buon difensore, che peraltro Italiano già conosceva ed è stato acquistato nel momento in cui si necessitava di un giocatore pronto subito. Mi dispiace per il recente problema accusato in Nazionale, spero possa rimettersi a disposizione quanto prima».

Un neroverde e un rossoblù pari ruolo: Berardi e Orsolini hanno qualche chance di tornare nel giro di una Nazionale che ha preso un certo percorso tattico? «Per me sì ma non sarà facile, avendo Spalletti intrapreso la strada del 3-5-1-1, una direzione che segue l’indirizzo delle squadre di club più forti, soprattutto l’Inter. La Nazionale ha esterni a tutta fascia e un pacchetto di centrali molto forti, oltre a centrocampisti che probabilmente giocano meglio in un contesto del genere. Dunque, considerando tali fattori, è stata fatta questa scelta ed è giusto essere coerenti con essa, pertanto i vari Berardi, Chiesa e Orsolini dovranno fare davvero grandi cose per far cambiare idea al c.t.».

Serie A equilibrata e classifica corta con qualche outsider inattesa: il tuo commento a questo inizio di campionato. «Mi ha convinto il Torino, che però adesso senza Zapata rischia di andare in difficoltà, c’è stato tanto del colombiano in questo bell’avvio di stagione. E mi ha sorpreso una Lazio che, dopo un’annata travagliata come la scorsa e le premesse estive, potrebbe invece assestarsi nelle posizioni nobili della graduatoria. Alla lunga dubito che l’Udinese possa confermare il rendimento attuale, mentre sono curioso di vedere come crescerà il Como e se a gennaio andrà avanti a rinforzare una rosa comunque già intrigante».

Capitolo Champions: a tuo avviso il Bologna può farcela ad accedere ai playoff? «È vero che i rossoblù hanno raccolto solo un punto nelle prime due gare, e i rimpianti nascono soprattutto dal match interno contro lo Shakhtar, ma secondo me si può fare: a occhio e croce potrebbero bastare otto punti per stare fra le prime ventiquattro e disputare i playoff, vanno sfruttate le partite più abbordabili in casa e intanto ‘rubacchiato’ qualche punto in trasferte comunque non semplici, come quella di martedì prossimo al Villa Park».

Prima però c’è il Genoa: che partita prevedi? «Una partita brutta, sporca e cattiva, di forte impatto per ambo le squadre. Lato Genoa non è l’ultima spiaggia perché non può esserlo all’ottava giornata, ma di sicuro c’è tantissima pressione su un gruppo che ha difficoltà, defezioni e un Gilardino non così saldo in panchina. Il Bologna, anch’esso un po’ incerottato, ha però altrettanto bisogno di trovare punti e certezze: sarà una gara da affrontare con cautela e attenzione perché rappresenta un passaggio importante della stagione».

Riccardo Rimondi

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