E sono loro che han distrutto tutto (Nomadi, ‘Rebecca (un gioco di società)’, 1978) – Il Jenga è un gioco da tavolo che consiste nell’impilare uno sull’altro dei legnetti fino a edificare una torre, per poi togliere un pezzetto alla volta nella zona centrale della costruzione senza far cadere l’intera struttura. Sotto le Due Torri ne viene commercializzata una variante, il Bulåggna, le cui regole sono molto semplici: basta togliere un singolo legnetto per far crollare tutto, a prescindere dal fatto che si tratti effettivamente di un elemento portante. Affastellare pezzi su pezzi per settimane intere e vedere precipitare ogni cosa a seguito di una sconfitta condizionata dall’inferiorità numerica è abbastanza frustrante, eppure nel capoluogo emiliano raccoglie da sempre una nutrita selva di acquirenti.
Si inizia edificando le fondamenta, che in quanto tali sono immobili: il centro tecnico, lo stadio, e più in generale tutto quello che non può essere messo in discussione. Si prosegue stendendo uno strato di giocatori e di risultati, decantando le lodi dei primi e andando in brodo di giuggiole per i secondi, salvo per l’appunto far detonare il pacchetto completo al primo intoppo. In alto bisognerebbe apporre i mattoncini della continuità e dell’Europa, ma i fan della prima ora di Bulåggna tendono addirittura a lasciarli nella scatola, perché «tanto il BFC non potrà mai arrivarci».
Siccome l’ultima edizione di questo particolarissimo gioco è stata griffata da Giochi Preziosi, solo fino alla prossima partita di campionato (perché nel caso in cui il Bologna dovesse tornare a vincere, Bulåggna dovrà essere riposto nell’armadio fino alla successiva sconfitta) il patron del Genoa si è detto disponibile a omaggiare i tifosi felsinei che lo dovessero richiedere di un piccolo fossato veramente funzionante, abitato da coccodrilli semi-senzienti che spalancano le fauci solamente per strillare: «Qua si rischia la B!».
Bulåggna è un’ottima idea regalo per tutte le stagioni, quindi non è il caso di disperarsi per il Natale ormai alle spalle: in ogni caso in quel periodo si sarebbero registrate poche vendite, dato che nella seconda metà di dicembre i rossoblù avevano ottenuto sei punti tra Atalanta e Lecce per poi impattare 1-1 contro la Fiorentina nel giorno dell’Epifania. Quella e altre strisce di risultati positivi sembravano aver messo in crisi la commercializzazione di questo particolarissimo gioco da tavola, ma non si erano fatti i giusti conti con la pervicacia di una ristretta fetta di tifosi, disposti a sfiorare il lastrico pur di assicurarne la produzione.
Dunque a ognuno il suo gioco, ad alcuni Bulåggna e a tutti gli altri il Bologna e le sue prossime sfide. Una sola avvertenza, però: è sconsigliato passare dall’uno all’altro troppo spesso e troppo velocemente. Si rischiano giramenti di testa, stati confusionali e severi danni alla ghiandola dell’obiettività.
Fabio Cassanelli
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