Ma si resta così dentro a giorni contorti, girandoci intorno ci han resi più forti (Paolo Vallesi, ‘Ritrovarsi ancora’, 2019) ‒ La vita è bella perché ci si ritrova. A Bologna lo abbiamo imparato la settimana scorsa, davanti a quel basco rosso che l’ultima volta non c’era.
La vita è bella quando ritrovarsi è gioia e commozione, non velata minaccia. Questo a Napoli lo sanno da anni, più di sette, da quando Diamanti e Rubin si misero di traverso alla rotta a vele spiegate del Napoli di Mazzarri, che dall’albero maestro già vedeva la Champions. Domenica 6 maggio 2012, ad un noto commentatore TV dimentico del fatto che di Massimo Troisi ne è esistito uno e uno soltanto, scappò quella che si piazzò a metà tra una grottesca rivisitazione di «ricordati che devi morire» e un anatema fatto e finito.
Non gli portò benissimo. Pochi mesi dopo, nel giro di una settimana ed entrambe le volte al San Paolo, prima Kone emulò Carlo Parola in campionato, poi quasi allo stesso modo buttò fuori il Napoli dalla Coppa Italia proprio all’ultimo respiro. Due olive greche alquanto indigeste, parzialmente digerite e vendicate anni dopo, con un 6-0 e un 1-7 che ancora bruciano.
Nel calcio come nella vita capita di ritrovarsi, ed è veramente bello così, soprattutto quando i valori in campo non cambiano ma i risultati sì. Da anni il Napoli è più forte del Bologna, molto più forte, eppure da anni, ogni tanto, gli capita di sbattere i denti. Gli è successo anche ieri, di fronte ad una squadra che i denti li ha saputi prima stringere in bocca e poi al collo dell’avversaria, con un lampo improvviso, feroce e istintivo, apparso sullo schermo talmente veloce che quasi non la si è vista, in basso a destra, la sigla dell’autore: S.M.
Già, il mister. Che è tornato senza tornare, perché Napoli è troppo lontana da Bologna. Ma Sinisa comunque c’è, è «ancora qua», e averlo ritrovato non porta ad una felicità immediata e passeggera, ma a quel tipo di felicità spalmabile su una lunga, lunghissima fetta di tempo. Un giorno, i felsinei affronteranno i partenopei da pari. Intanto, questo sgambetto da ragazzetto discolo fatto ad un adulto tanto imponente, non è per nulla male.
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