Streghe dal passato: i rossoblù ritrovano Pippo Inzaghi, che a Bologna avrebbe firmato “per dieci anni” ma non ha mai convinto
La danza delle streghe non porta mai fortuna (Gabry Ponte, ‘La danza delle streghe’, 2004) – Dei dieci anni che avrebbe voluto trascorrere sulla panchina del Bologna, mister Inzaghi si è potuto ‘godere’ (si fa per dire) a malapena sei mesi. I tifosi si erano stancati di lui ancora prima, la società è stata molto più paziente ma poi si è dovuta arrendere all’evidenza. Seppure reduce da una buonissima stagione in Serie B col Venezia, nella sua esperienza in rossoblù Pippo ci ha capito davvero poco. Dal gioco che latitava ad un feeling con la rosa mai pienamente sbocciato, passando per l’inspiegabile tentativo di adattare Orsolini come mezzala, Inzaghi oggi viene ricordato solo come una necessaria sofferenza affinché sotto le Due Torri potesse sbarcare Mihajlovic.
Eppure, solo un anno più tardi, a Benevento si è reso protagonista di una cavalcata con poche eguali, che ha portato i campani ad avere un piede e mezzo in Serie A con larghissimo anticipo sulla fine della stagione. I suoi giallorossi hanno perso solo quattro partite in un campionato storicamente ostico e agguerrito come quello cadetto, due delle quali nelle ultime cinque gare dell’anno, a promozione matematicamente acquisita. Miglior attacco e miglior difesa, differenza reti di +40, il Benevento ha chiuso con la bellezza di 18 punti di vantaggio sulla seconda, senza che nessuno dei suoi sia salito sul podio dei marcatori e con un solo attaccante, Sau, capace di arrivare in doppia cifra.
Bologna, per Super Pippo, è stato un terribile inciampo in una carriera da allenatore all’insegna della crescita lenta ma costante, segno che scommettere su di lui non fu un completo abbaglio. Più di qualcosa non ha funzionato, questo è certo, e purtroppo della sua avventura a Casteldebole non resta che la grande paura di una retrocessione incombente. È un vero peccato, perché l’ex bomber arrivò nel capoluogo emiliano declamando autentiche parole d’amore per la città e la tifoseria, e perché, con tutta probabilità, in futuro saprà smentire Luca Carboni (o almeno glielo auguriamo, possibilmente a partire dalla quarta giornata): nella sua carriera, Bologna resterà una sfortunata eccezione, non certo la regola.
Fabio Cassanelli
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