Forse fa un po’ male, ma tutto fa un po’ male (Afterhours, Tutto fa un po’ male, 1999) – Campionato atipico, vero. Organico non sufficientemente lungo e attrezzato per così tanti impegni ravvicinati e alcuni giocatori palesemente in riserva, vero. Ma quattro gol in un tempo, ieri sera, sono stati incassati (con rispetto parlando) da una Fiorentina priva di pedine come Badelj, Benassi, Ribery e Vlahovic. E le assenze in difesa sono solo una parziale giustificazione della misera prestazione offerta dal Bologna al Franchi, perché anziché provare Corbo si sarebbe potuto schierare Medel da centrale, magari alternando Poli e Schouten al fianco di Dominguez.
Se è comprensibile che una tranquilla situazione di classifica lasci un po’ di spazio a degli esperimenti, non lo è schierare insieme Mbaye, Corbo, Bonini e Denswil (ovvero tre riserve e un titolare che non ha mai convinto) al termine di una una partita in cui il reparto arretrato sta facendo acqua da tutte la parti. E per inciso, è stato utile testare Corbo ieri sera, inserendolo in una retroguardia senza Dijks e Tomiyasu? Il ragazzo, nelle gerarchie, è sempre stato l’ultimissima carta, infatti nelle situazioni di emergenza gli era stato preferito addirittura Paz, giocatore che sotto tre gestioni tecniche non era mai riuscito a ritagliarsi uno spazio degno di questo nome e che poi è stato dirottato senza grossi rimpianti verso Lecce. Davvero la pagella di Corbo aveva bisogno della gara di ieri per poter essere stilata?
Se imposti un’intera annata sotto lo slogan «non cerchiamo alibi», è poi normale che i pochi che scegli di avanzare vengano esaminati al microscopio dai media. Dunque no, il desolante Bologna (non) sceso in campo al Franchi non può essere perdonato in nome della rosa non abbastanza profonda o del particolare momento storico, perché nemmeno le altre compagini scoppiano di salute. E anche volendo prendere in considerazione solo quelle di pari livello, dopo il lockdown sono arrivate due brutte sconfitte contro Fiorentina e Sassuolo, un pareggio inaccettabile contro il Parma e un altro piuttosto scialbo contro il Cagliari.
Non si vede davvero l’ora che questo spettacolo surreale abbia una fine, però ecco, magari sarebbe stato meglio non dichiararlo con largo anticipo sul termine della stagione, perché quello di spegnere definitivamente gli ultimi entusiasmi di una squadra senza più obiettivi si sta rivelando molto più di un rischio. E concludere in maniera poco onorevole questo campionato non fa bene proprio a nessuno, in primis a chi aveva saputo renderlo avvincente e piacevole nonostante le mille avversità.
Fabio Cassanelli
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