Dominguez il migliore, partita sontuosa anche di Medel. Svanberg decisivo, Arnautovic lotta, Sansone porta vivacità
Skorupski 6,5 – Sostanzialmente inattivo, finché all’11’ della ripresa non sradica il pallone dai piedi di Simeone, unico intervento – ma decisivo – di una partita in cui non deve mai sporcarsi i guantoni.
De Silvestri 6,5 – Ottima prova, distribuita equamente tra i due emisferi del campo. Si rende protagonista di sortite offensive che spesso lo avvicinano all’assist e anche al terzo gol stagionale.
Medel 7 – Partita sontuosa, in un ruolo che ora sembra cucito sartorialmente su di lui. Si permette persino acrobazie e recuperi chirurgici tra palla e piede, come un navigato centrale dei vecchi tempi. Finché il fisico l’assiste sarà insostituibile.
Bonifazi 6 – Qualche amnesia, come quando concede a Simeone di trovarsi davanti a Skorupski, ma la sua solidità (specie nei duelli aerei) e alcune belle sortite offensive renderebbero ingeneroso ogni altro voto sotto la sufficienza.
Hickey 6 – Gli mancano ancora un po’ di coraggio e forza fisica per poter penetrare nei fianchi delle difese avversarie, ma presidia con attenzione il suo lato del campo. In crescita.
Svanberg 7,5 – Gol decisivo, al termine di una partita giocata su ottimi livelli e con lucidità costante. Ormai titolare indiscusso in questo centrocampo.
Dominguez 7,5 – Il migliore in campo: recuperi prodigiosi, energia inesauribile, giocate di qualità. Suo lo zampino nella costruzione del gol.
Orsolini 5,5 – Prova sul filo della sufficienza. Per voglia e determinazione, viaggerebbe abbondantemente sul 7, ma gli esiti del campo dicono ancora che i margini di crescita non sono ancora colmati.
Soriano 6,5 – Belle scorribande in slalom, un diagonale a fil di palo e ottime intuizioni per Arnautovic. Cerca di scardinare la retroguardia veronese con soluzioni di fino, ma non tira mai indietro la gamba quando c’è da battagliare.
Barrow 5,5 – Molto movimento ma poche e quasi mai efficaci soluzioni offensive: nel primo tempo impegna Montipò dal limite, nel secondo lo grazia da sottomisura. E le accelerazioni che lo connotavano si spengono spesso sul nascere.
Arnautovic 6 – Spara impreciso verso la porta ma sgomita, lotta come un leone e serve palloni invitanti ai compagni. Prezioso nell’episodio del gol, quando lavora la sfera come gli arieti degli anni Novanta. Mostra i denti all’arbitro, troppo indulgente sui numerosi falli ai suoi danni.
Sansone (23 st) 6,5 – Insoddisfatto delle sue ali, Sinisa le toglie entrambe in un colpo solo. Sansone aggiunge idee, movimenti per vie centrali e intuizioni pericolose, come quella che porta la palla dai suoi piedi a quelli di Arnautovic, e infine a Svanberg, per il gol della vittoria.
Skov Olsen (23′ st) 6 – Dà sempre l’impressione di rendere meno delle sue possibilità: quando raggiungerà il pieno potenziale, sarà titolare fisso. Ma il suo ingresso contribuisce comunque a modificare gli equilibri del match, fino alla vittoria.
Santander (47′ st) s.v. – Un coro della curva per salutare un onesto operaio del pallone, molto sfortunato e forse sottostimato. Solo qualche minuto nell’eterno recupero, che per fortuna non cambia volto al risultato.
Mihajlovic 7 – Come i punti in classifica. Tanti (come nell’avvio del campionato 2019/20), molti più di quelli che era lecito immaginarsi dopo l’orrendo debutto in Coppa Italia. La Juve è indietro di 6 lunghezze, l’Inter alla pari. E domenica a San Siro è scontro diretto Champions (sognare è ancora lecito, alla quarta giornata).
Arbitro Pezzuto e assistenti 6 – Il direttore di gara ‘tutela’ poco Arnautovic, malmenato dai difensori scaligeri, ma nel complesso mantiene un metro di giudizio equo e non commette particolari errori.
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