Il pagellone del Bologna per la stagione 2021-2022

Il pagellone del Bologna per la stagione 2021-2022

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Skorupski 7 – Se alcune squadre (anche di vertice) hanno pensato a lui, qualcosa vorrà pur dire. Rispetto ai primi tre anni in rossoblù, il suo rendimento è nettamente salito: meno gol subiti (50 in 36 presenze, tenendo 12 volte la porta inviolata), parate talvolta miracolose, più sicurezza nelle uscite alte e buona comunicazione con la difesa.
Bardi s.v. – Due presenze, entrambe da titolare nel girone di ritorno (con clean sheet a Genova), per certificare di essere un dodicesimo affidabile che merita la riconferma.

Binks 6 – Le uniche 3 partite intere che gioca vedono il Bologna soccombere, ma nei suoi 641 minuti sparsi in 15 apparizioni c’è anche altro: il germe di un difensore intelligente, con molti margini di crescita.
Bonifazi 5 – Stagione incolore per uno degli investimenti più onerosi dell’estate 2021. Partito titolare al fianco di Soumaoro, si scopre ben presto che la convivenza non s’ha da fare. La disastrosa prestazione di Empoli e un infortunio al polpaccio lo tolgono precocemente dal giro delle prime linee. Fatica poi a rientrarvi. E quando ne ha l’occasione, spesso la spreca. Ma il talento c’è, così come il fisico, e vale la pena insistere.
De Silvestri 6,5 – Trentuno gare su 38, per un classe 1988, non sono affatto un bottino di second’ordine. Tanto più che ad inizio estate il suo ruolo doveva essere quello di seconda linea, dietro Tomiyasu. Partito il giapponese, ‘Lollo’ si è scoperto abile nell’interpretare il 3-5-2 come laterale di centrocampo, con 3 reti e 2 assist a impreziosire un’ottima annata personale.
Dijks 5,5 – Infortuni continui. Un saliscendi fra panchina, tribuna, esami medici e, qualche volta, il campo. Dove si fa trovare sempre pronto (tranne che a Verona), col solito dirompente dinamismo. Ma sembra ormai impossibile fare affidamento su di lui in maniera continua.
Hickey 7,5 – Una delle rivelazioni positive di quest’anno. I suoi 5 gol dicono tutto: dopo Fresi, Paramatti e Vastola, è il quarto difensore rossoblù a superare tale quota in un solo campionato. Deve crescere nel fisico e nei duelli, ma l’intelligenza tattica c’è già tutta. E infatti in Inghilterra c’è chi è disposto a pagare decine di milioni pur di averlo.
Kasius s.v. – Una sola da titolare, e 176 minuti in tutto, per un esterno del 2002 spesso elogiato da Mihajlovic. Da rivedere.
Mbaye s.v. – Ormai è la ‘mascotte’ dell’era Saputo: l’unico giocatore che ha conosciuto tutta l’epopea del patron canadese è rimasto lui. Ma dopo sette anni in rossoblù il suo percorso sembra essere arrivato al capolinea. Mai Sinisa ha avuto la tentazione di provarlo, se non per il tempo di 106 minuti, divisi in una manciata di apparizioni. Un motivo ci sarà.
Medel 8 – Se Hickey è la rivelazione dei giovani, il cileno lo è stato tra i veterani. Doveva andarsene in estate, è rimasto dopo l’intuizione di Mihajlovic, che ha scommesso su di lui come centrale nei tre dietro. Fondamentale nel raddrizzare le sorti di un reparto disorientato dal cambio di modulo. Unico neo l’espulsione contro la Juventus, per certi versi esaltante ma evitabile: senza quel rosso, forse il Bologna l’avrebbe vinta.
Soumaoro 6,5 – Non sappiamo se abbia compiuto progressi nella lingua italiana, come si augurava Sinisa. Di sicuro il suo contributo l’ha dato, pur con qualche aspetto tecnico da sgrezzare. Difensore roccioso e affidabile, ma sempre bisognoso di un ottimo partner al suo fianco.
Theate 7 – Due gol, un assist, tanti chilometri macinati, un ‘bulbo’ già entrato nel cuore dei tifosi. Terzo di difesa con licenza di spingersi in avanti, il belga classe 2000 ha dimostrato di poter stare in Serie A da protagonista, malgrado qualche errore dettato dall’impulsività e da un’irresistibile attrazione per le giocate difficili.

Aebischer 6 – Volto nuovo del mercato invernale, s’è presentato con grandi ambizioni, ma all’atto pratico ha inciso poco (solo 4 da titolare). Mediano ordinato, sufficientemente aggressivo, ma per ora imparagonabile all’efficienza di Svanberg, di cui probabilmente sarà chiamato ad essere l’erede.
Dominguez 7 – Campionato super mozzato da un guaio alla spalla che lo ha tolto di mezzo per due mesi, costringendolo ad una delicata operazione. Lo stop ha solo lievemente appannato le sue caratteristiche migliori: mediano imprescindibile per il futuro e la crescita del Bologna.
Schouten 6,5 – Stagione maledetta, di fatto cominciata a febbraio inoltrato. Da lì in poi, però, ha mostrato gli stessi numeri che lo avevano reso l’insostituibile ‘lavatrice’ tanto cara a Mihajlovic, palesando anche una crescita in fase d’interdizione. Un gol meraviglioso e un assist in 17 presenze, premessa per numerose future rivincite: il destino è in debito con lui.
Soriano 6 – Da 9 reti a 0, il salto è stato abbastanza sconcertante. Molte le motivazioni tattiche: il baricentro più basso, la presenza di un attaccante di peso come Arnautovic. Eppure l’interrogativo rimane. I gol svaniti non cancellano però la considerazione generale: Soriano è un giocatore di qualità superiore, per senso della posizione, intuizioni e generosità.
Svanberg 6,5 – Peccato dovergli dire addio (sarà quasi certamente ceduto, dopo aver espresso la volontà di non rinnovare il contratto). Lo svedese è stato uno degli acquisti migliori dell’era Bigon, un centrocampista moderno, applicato, geometrico e creativo. Col fiuto del gol. Un po’ discontinuo quest’anno, ma raramente le sue prestazioni sono state sotto la soglia della sufficienza.
Vignato 5,5 – Il passaggio da ‘giovane promessa’ a ‘venerabile maestro’ non è ancora avvenuto. Brillante, certo. Imprevedibile, anche. Ma l’impressione è che oltre al dinamismo che gli viene richiesto in qualità di eterno subentrante (solo 3 match da titolare), manchi ancora il tratto del giocatore completo.
Viola s.v. – Arrivato in condizioni fisiche non perfette, si guadagna solo 6 apparizioni in meno di 100 minuti. Nessuna da ricordare.

Arnautovic 7,5 – Quindici gol (Coppa Italia compresa) sono un bottino poco meno che strepitoso, considerati età e campionato di provenienza (Cina). La dimostrazione che amor proprio, professionalità e ambizioni possono creare nuove e inaspettate carriere. Un leader in campo, a cui Mihajlovic si è spesso affidato privatamente e pubblicamente.
Barrow 5,5 – Sei gol sono pochi, inutile girarci attorno: per un attaccante costato quasi 20 milioni, il bottino è senza dubbio da rimpolpare. Fiammate, assist (6) e colpi di genio affogati in un campionato di grandi difficoltà, all’eterna ricerca della miglior posizione in campo. E alla fine non abbiamo capito che cosa sia, questo talentuoso gambiano. Un centravanti? Un esterno offensivo? Una seconda punta? Ai posteri l’ardua sentenza.
Falcinelli s.v. – Considerato fin da subito un esubero, risponde presente quando la moria di attaccanti rende necessario il suo coinvolgimento.
Orsolini 6 – Una stagione in chiaroscuro, alternando ottime cose (6 gol e 3 assist) a grandi rimpianti. E il rapporto con l’allenatore non sembra più quello dei primi tempi, complice un modulo che lo ha spesso tagliato fuori dalle scelte.
Sansone 6 – La sufficienza è pienamente meritata anche solo per il gol vittoria sull’Inter, pesantissimo per le sorti del campionato. Sinisa lo usa quasi sempre come cambio in corsa, forse un ruolo un po’ sacrificato per un giocatore che guadagna come un titolarissimo.
Santander s.v. – Un gol al Sassuolo prima di Natale, unica magra gioia di una stagione (e forse di un’esperienza) da dimenticare. Il ‘Ropero’ saluta dopo quattro anni in caduta libera: protagonista nel breve regno Inzaghi, poi comprimario (un gol all’Inter nella prima di Mihajlovic) e infine l’oblio.
Skov Olsen 4,5 – Nessun rimpianto: né per lui, che si ritrae sorridente su Instagram con la sua nuova squadra, né per noi, che non abbiamo mai capito il senso della sua malcelata insofferenza.

Mihajlovic 6 – Doveva portare il Bologna nella parte sinistra della classifica, oppure migliorare il dato di 47 punti finali (record dell’era Saputo): fallite entrambe le missioni. Il ciclo potrebbe non essere finito, ma più di così sembra impossibile chiedergli. Il merito, però, è quello d’aver praticamente salvato il Bologna con 12 giornate d’anticipo. E non è poco.
Tanjga, De Leo e staff 7 – Con loro in panchina arriva il miglior momento stagionale del Bologna, che porta alla vittoria sull’Inter e ai pareggi (stretti) con Milan, Juventus e Roma. Grande professionalità, presenze discrete e mai sopra le righe.

Altri calciatori utilizzati: Bagnolini; Amey, Stivanello, Tomiyasu; Kingsley, Pyyhtia, Urbanski; Raimondo, Van Hooijdonk.
Calciatori non utilizzati: Molla; Corbo; Rojas; Cangiano, Juwara.

Luca Baccolini

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Foto: bolognafc.it