Skorupski 6 – Un’uscita tempestiva sui piedi di Immobile (lanciato da un retropassaggio suicida di Dijks) e una bella risposta su Felipe Anderson evitano ai suoi un passivo ancora più pesante.
Soumaoro 4,5 – Ingenuo a portare troppo palla in area e anche ad allargare il braccio, ma da qui a dire che il contatto con Zaccagni dovesse costargli un rigore contro ce ne passa. Frustrato, da lì in avanti sbaglia quasi tutto e lascia poi il posto a Bonifazi.
Medel 5,5 – Gioca la sua solita partita di letture e temperamento contro un osso duro come Immobile, limitandolo il più possibile. Diffidato e ammonito, mancherà contro lo Spezia.
Theate 5,5 – Forse il più attento e preciso della difesa: imposta in modo pulito e se non altro dà filo da torcere ai furetti Pedro e Lazzari, molto difficili da arginare.
Hickey 5 – Gioca un tempo adattato a destra senza mai riuscire a liberare la sua corsa, poi viene spostato sulla sinistra ed esce dopo mezzora impalpabile.
Soriano 5 – Dovrebbe ballare tra centrocampo e trequarti, ma nel primo tempo il Bologna si schiaccia a tal punto da relegarlo sulla mediana. Il 3-5-2 attuale lo penalizza oltre ogni dire: se già contro l’Empoli si era innervosito per il cambio a venti minuti dalla fine, ne immaginiamo la frustrazione odierna per la sostituzione all’intervallo…
Schouten 5 – Per lunghi tratti sparisce nei meandri del palleggio avversario. Quando riemerge prova a mettere ordine, ma la marcia inserita è ancora molto bassa.
Svanberg 5,5 – Parte malino, con tanto di giallo pesante, poi si rianima e cerca anche di rendersi pericoloso: bel destro in avvio di ripresa, col pallone che sfila alla sinistra di Strakosha.
Dijks 4,5 – Mihajlovic si riaffida a lui dopo le storie tese delle ultime settimane, ma Mitchell non è al top e si vede: prima un retropassaggio incomprensibile che quasi regala a Immobile il 2-0, poi un tiraccio volante su preciso lancio di Svanberg. Infine, doccia anticipata all’intervallo.
Orsolini 5 – Un suo colpo di testa al 28′ è il primo tiro in porta del Bologna, ma anche il suo unico squillo.
Arnautovic 5 – Sempre lontano dalla porta e perennemente insoddisfatto per qualche motivo, prova a punire la Lazio con un colpo di tacco sottomisura ma viene chiuso da Strakosha.
Barrow (1′ st) 6 – A suo agio in una posizione ibrida fra la trequarti e l’attacco, ha spazio e lo usa per inventare qualcosa in proprio o imbeccare i compagni. La sua buona volontà non dà origine a nulla di memorabile, ma cerca più la porta lui da solo che la coppia d’attacco titolare.
Kasius (1′ st) 6 – Appena entrato galoppa sulla fascia e offre un ottimo cross ad Arnautovic, poi continua a spingere e fa sempre scelte intelligenti. Ragionando a posteriori, meglio lui a destra con Hickey nella sua collocazione naturale a sinistra.
Bonifazi (13′ st) 5,5 – Cinque minuti dopo il suo ingresso Zaccagni offre il bis personale e chiude definitivamente la contesa, quindi la Lazio mette in folle e lui non corre mai rischi particolari.
Aebischer (21′ st) 5 – Di una lentezza a tratti esasperante: se vuole trovare più spazio deve cambiare passo alla svelta.
Vignato (31′ st) s.v. – Ci sarà una ragione per cui è stato mandato in campo solo nell’ultimo quarto d’ora e a fare praticamente il terzino, ma chi scrive non ha sufficiente intelligenza tattica per comprenderla: salvate il soldato Emanuel!
Mihajlovic 4,5 – Nel primo tempo il Bologna non riesce in alcun modo a impedire il palleggio sincopato della Lazio, che complice il vantaggio acquisito nei primi minuti può gestire senza affanni. Nel secondo i rossoblù passano al 3-4-3, si alzano e pressano con più convinzione, ma vengono bucati ancora dopo otto minuti e mandati al tappeto quando manca ancora mezzora. Non che nel girone d’andata la squadra, col nuovo assetto, facesse faville, ma se non altro mostrava organizzazione, intensità, grinta e compattezza. Tutte cose che da un mese e mezzo, pur con qualche attenuante, sono sparite.
Arbitro Piccinini e assistenti 4,5 – Gara condizionata dalla decisione oltremodo dubbia di assegnare un rigore alla Lazio per l’episodio Soumaoro-Zaccagni. Il francese è in possesso del pallone e per tenere lontano l’avversario lo colpisce appena con una manata al volto veniale quanto involontaria: un contrasto di gioco come tanti, da far finire in archivio, che invece incanala la partita a favore dei padroni di casa. Episodio su cui il VAR non può intervenire, poiché giudicato a pieno dall’arbitro in termini di effettivo contatto e intensità dello stesso.
Fabio Cassanelli
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