Ravaglia 6 – Nessun intervento di rilievo e tanti palloni giocati coi piedi, dove può migliorare (l’età è dalla sua). Sfortunato nella respinta sul colpo di testa di Lukaku: la palla rimane lì e il belga non perdona, permettendosi pure di segnare con un mezzo tacco.
Tomiyasu 6 – Si arrende al 34′ per un problema muscolare che lo terrà fuori quasi certamente a Roma (e forse anche oltre). Fino a quel momento era stato in posizione, lasciando forse troppo spazio a Bastoni per il cross che ha deciso la partita.
Danilo 6 – In coppia con Soumaoro non ne lascia passare una, ma il suo ritardo nel braccare Lukaku costa caro. La responsabilità è da spartire con Dijks. E comunque Lukaku è Lukaku.
Soumaoro 6,5 – C’aveva visto lungo Mihajlovic, quando immaginava un bel duello fisico con Lukaku. E aveva previsto pure l’esito: «Adama non ha mai perso un contrasto». Vero pure quello. E infatti il gol dell’Inter arriva quando il francese si fa trovare a metà campo per bloccare Lautaro: l’azione prosegue, Bastoni crossa e Lukaku non si ritrova più la sua ‘guardia del corpo’ incollata alla schiena.
Dijks 5,5 – Poco mordente offensivo, se non qualcosina in avvio, e soprattutto poca tempestività nell’unica azione che ha significato qualcosa per la partita.
Schouten 7 – C’è sempre, anche da finta mezzala per raccogliere il primo passaggio. Tanti palloni recuperati, classe e personalità spiccata, tenta il Crotone-bis impegnando Handanovic nell’unica vera parata della partita, al tramonto del primo tempo.
Dominguez 6 – Bene all’inizio, sulla scorta di un atteggiamento complessivo votato al pressing e al senso delle posizioni. Cala in corso d’opera, finché al 69′ non cede il passo a Svanberg.
Skov Olsen 6 – La sua silhouette esilina, accentuato da una zazzera più irsuta del solito, non arretra di fronte allo strapotere fisico degli avversari. Esce a dieci dal termine lasciando spazio a Orsolini, ormai diventato il suo vice.
Soriano 7 – Vero, il centrocampista migliore del campionato oggi gioca nel Bologna. La furbizia con cui ruba palloni è un incanto per la mente e per gli occhi. In uno di questi episodi libera Sansone, che non trova l’angolo giusto sul secondo palo. Peccato solo per la zampata fallita a ridosso dell’intervallo.
Sansone 6 – Ci prova tra le strette linee avversarie, con molta qualità e inedita rapidità. All’Inter aveva segnato spesso e volentieri. Stasera ci è andato vicino una volta, al volo su bel cross di De Silvestri.
Barrow 5,5 – Non si segnala in nessun episodio di rilievo e non arreca il minimo disturbo agli interisti.
De Silvestri (34′ pt) 6 – Di nuovo in campo dopo la brutta serata di Napoli, entrando quasi a freddo per sostituire l’infortunato Tomiyasu, rialza la testa con una prova di sostanza coronata da un paio di ottimi traversoni.
Svanberg (24′ st) 5,5 – Va bene che non è un attaccante, ma l’istinto rapinoso, sull’errore di Skriniar, deve prevalere. E invece lo svedese sparacchia alto come avrebbe potuto fare chiunque. Era il 70′ e l’Inter appariva già in declino.
Vignato (24′ st) 6,5 – Dentro al posto di Sansone, porta a spasso la sua qualità e la sua verve sulla corsia mancina, creando numerosi grattacapi agli avversari che gli si pongono davanti. Il talento è di quelli che non passano inosservati, sostenuto da una fame incredibile.
Juwara (24′ st) 6,5 – L’idea era buona: vediamo cosa combina il gambiano, alla prima uscita stagionale dopo l’oblio portoghese, pensando al gol che spianò la rimonta di luglio a San Siro. Intuizione giusta, perché ‘Musa piccolo’ salta sempre l’uomo e mette dentro due-tre palloni pericolosi non sfruttati a dovere.
Orsolini (24′ st) 6 – Qualche buon pallone e una caduta in area che l’arbitro interpreta come fallo in attacco.
Mihajlovic 6 – Ottima partenza, quasi intimidente per la capolista. Il gol fiacca un po’ il morale, ma non troppo. E infatti l’arrembaggio finale offre una bella immagine di una squadra viva, orgogliosa, tenace. Tutto sommato da applaudire.
Arbitro Giacomelli e assistenti 6 – Partita corretta e di facile gestione, senza episodi complicati da giudicare. Tutte giuste le ammonizioni.
Luca Baccolini
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