4-3-1-2… perché no?
Questo è uno schema che, se ci pensate bene, non è mai passato di moda: sarà perché quell’1 dietro agli attaccanti sa tanto di trequartista, di numero 10, e quindi vai di fantasia, oppure perché il fascino delle due punte vere ha un sapore di squadra che comunque vada due spine nel fianco dell’avversario là davanti le lascia. E potrei andare avanti con altri esempi…
Ma poi, riflettendoci, nel calcio italiano chi è rimasto ad attuarlo veramente? Solo Giampaolo, neo allenatore del Torino, e Tesser, tecnico del Pordenone in cadetteria. Nel recente passato lo ha praticato anche Liverani col suo Lecce, per poi abbandonarlo a stagione in corso, così come fece tempo fa Sarri a Napoli. Anche Pioli ha tentato a più riprese di percorrere questa strada, e pure Maran ultimamente lo ha proposto: insomma, è un classico, e come tale è duro a morire.
Cosa sono i classici? Sono le cose che non passano mai di moda, che vanno sempre bene pur nello scorrere del tempo: capi d’abbigliamento, oppure auto e moto che hanno resistito alle tante ed effimere tendenze stagionali. Ma potrei aggiungere un libro o un genere musicale, una pietanza o un buon vino… Nel caso del calcio, appunto, il 4-3-1-2.
Il nostro Bologna potrebbe attuare questo modulo mantenendo quelle prerogative indispensabili per il gioco di Mihajlovic? Direi solo nel caso di una cessione di Orsolini.
A quel punto Sinisa si vedrebbe di colpo a dover ridisegnare la squadra, perché Skov Olsen non ha certamente dimostrato di poter sostituire il buon Riccardo, mentre acquistare un nuovo Orsolini comporterebbe uno sforzo economico di egual misura.
Quindi la sua eventuale cessione risulterebbe digeribile solo per una buona plusvalenza, accettata dallo staff tecnico e che potrebbe garantire liquidità al mercato dei rossoblù, così da poter mettere mano alle criticità della rosa che ha appena concluso la stagione 2019-2020.
L’organico attuale del Bologna, con l’arrivo di un terzino destro, di un centrale e di un attaccante, sarebbe buono per proporre una formazione molto interessante col modulo che stiamo analizzando. Vediamo come…
Tralasciando il ruolo del portiere, come terzino destro con l’arrivo di De Silvestri e la probabile conferma di Mbaye direi che saremo a posto. Dalla parte opposta la titolarità di Dijks mi sembra indiscutibile, semmai andrà trovato un sostituto giovane e di prospettiva (l’obiettivo principale era e forse è ancora Hickey) con in terza battuta Denswil, che quest’anno in fascia si è destreggiato decorosamente.
Nel ruolo di centrali difensivi Tomiyasu, Danilo, Bani, lo stesso Denswil e un nuovo acquisto, possibilmente sul centro-sinistra, dovrebbero essere numericamente sufficienti e ben distribuiti fra centro-destra e, appunto, centro-sinistra.
Per giocare da mediano basso davanti alla difesa ci sono Schouten e Medel, nella posizione di interno destro Dominguez e Baldursson, in quella di interno sinistro Poli e Svanberg. Da valutare la collocazione di Donsah e Kingsley, rientrati da rispettivi prestiti. Sette calciatori per tre posizioni ci possono stare.
La posizione più delicata, cioè quella del trequartista, andrebbe senza ombra di dubbio affidata a Soriano, con il giovane Vignato come alternativa.
In attacco titolari Barrow e una punta da acquistare, che se più forte di Palacio panchinerà l’eterno Rodrigo (la vedo dura, sono tre anni che l’argentino panchina tutti…). Sansone potrebbe ritagliarsi il ruolo di seconda punta, da lui occupato agli inizi della sua carriera tra Parma e Sassuolo anche con discreti numeri, naturalmente non da titolare. Gli attaccanti sarebbero così quattro, con Juwara e Cangiano pronti all’occorrenza.
E Skov Olsen? Arma tattica a partita in corso per passare al 4-3-3, allargando Barrow a sinistra e magari arretrando sulla linea di centrocampo Soriano nelle gare che non si sbloccano, quando è necessario allargare il fronte offensivo.
Naturalmente non sto tenendo conto di quali saranno gli arrivi e le eventuali titolarità, che a parte alcuni punti fermi (Tomiyasu, Dijks, Soriano e Barrow) lascio alle vostre preferenze. Si tratta solo di un gioco estivo per dimostrare che, se anche dovesse partire un giocatore molto importante come Orsolini, il Bologna potrebbe fare di necessità virtù investendo il ricavato in un difensore centrale e una punta di valore (butto lì due nomi: Lyanco e Inglese).
Cifre non ne faccio, ci mancherebbe, il calciomercato è una cosa seria e non il Monopoli, ma suppongo che con budget in doppia cifra si possano trovare calciatori per un ulteriore piccolo salto di qualità.
A livello tecnico tattico il 4-3-1-2 sopra descritto avrebbe ovviamente qualche pro e qualche criticità, ma di questo vi racconterò la prossima volta, cercando di spiegare come, mantenendo inalterate le linee guida e i concetti del calcio di Mihajlovic (difesa alta, aggressione per la riconquista del possesso ecc.), il Bologna potrebbe trovare linfa nuova anche nel caso di un cambio di modulo, scegliendone uno all’apparenza ‘antico’ ma che in realtà resta ancora molto attuale se ben concepito.
Tosco
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