Interessante l’undici iniziale schierato da Mihajlovic, con Medel nel pacchetto difensivo e Svanberg in mediana, per dare più palleggio ad una squadra in cui ormai è evidente come i soli Schouten e Soriano non siano sufficienti a produrre giocate di qualità con una certa continuità.
L’allenatore serbo avrà pure tanti difetti ma è una persona intelligente, e visti i tempi che corrono fa di necessità virtù, accontentandosi della rosa a disposizione (parole sue, ormai ripetute ad ogni intervista) e cercando di sfruttarla il più possibile, anche in quelle varianti fino ad oggi meno esplorate.
Purtroppo, dopo pochi minuti, l’ennesimo infortunio di Medel ha tarpato le ali a quella che poteva essere una strada accattivante da intraprendere per una squadra che tenta ancora di passare attraverso il gioco per vincere le partite, e non si nasconde in sotterfugi quali lo speculare sulla tattica degli avversari o, peggio ancora, il fallo sistematico, la continua interruzione del match e meschinità simili, proprie di chi sfrutta in maniera lecita ma poco onorevole quello che ancora oggi è concesso nel calcio da arbitraggi e regolamenti obsoleti.
Comunque, anche con l’entrata di Danilo le linee di gioco del Bologna si sono rivelate sufficienti per prendere in mano la partita e dominarla a lungo, tanto da produrre tiri e occasioni con una certa facilità stante la differenza di valori in campo. Poi però è successo che il giovane Hickey si è trovato a marcare l’esperto Lapadula su un corner, e i rossoblù hanno incassato l’ennesimo gol. Allora viene da domandarsi il perché di questo accoppiamento. Casualità? Sarebbe grave. Scelta tecnica? Sarebbe ancora più grave.
A mio avviso difendere a uomo sui calci piazzati, oggi, è da folli! Si dovrebbe attuare la zona integrale, costruendo un castello a protezione della porta (anche per proteggere un portiere alquanto inadeguato in simili situazioni) e semmai adattarlo in base alle caratteristiche degli avversari di turno che verranno a saltare.
Attenderei risposte, così come mi piacerebbe sapere dal mister cosa intende fare per porre freno a quella che è ormai una farsa difensiva, cioè il fatto di subire gol tutte le sacrosante volte: possibile imputare al solo pacchetto difensivo tale responsabilità?
Se ci si sofferma sulla gara di ieri magari sì (disattenzione del giovane scozzese, Skorupski che non è mai dominante nell’area piccola), ma se si pensa alle 37 partite consecutive allora è un voler negare l’evidenza: il Bologna è una squadra con evidenti problemi di equilibri tattici ed evidenti limiti di fisicità.
Naturalmente nessuno glielo chiede, temendo le ire funeste del tecnico serbo: meglio parlare della punta che «manca da due anni» (cit.) e sciocchezze varie. È chiaro che se subiamo gol da 36 match di fila è colpa della punta centrale che manca, come no…
Tornando seri, come si potrebbe sopperire a ciò? Con qualche accorgimento tattico, che però non sembra voler essere perseguito dallo staff tecnico rossoblù. E allora avanti pure, constatando come questa squadra abbia certamente una rosa che dovrebbe metterla al riparo da brutte sorprese (anche se i canonici 40 punti prima li fai e meglio è), ma anche come debba (ri)trovare quella sana ‘fotta’ agonistica che è rimasta al girone di ritorno di due campionati fa, salvo qualche rigurgito: ogni tanto, quando se ne ricorda.
Continuo a vedere una squadra ‘imborghesita’, consapevole della superiorità nei confronti di alcuni avversari ma che, invece di sfruttarla per ‘asfaltarli’ (termine usato da Sinisa), si limita al traccheggio, sapendo che le occasioni da rete (sprecate) arriveranno: è già successo nell’appendice della scorsa stagione e continua anche oggi.
Le tre partite disputate in questo inizio di torneo non mi sono piaciute per niente, e non perché ne abbiamo perse due: il mio ragionamento è stato lo stesso anche lunedì scorso, dopo la vittoria contro il Parma. Non intravedo quella spinta psicologica necessaria per alzare il livello della prestazione oltre il minimo indispensabile, e qualcuno dovrebbe intervenire su questo aspetto. Chi? Indovinate.
Ultime riflessioni a margine: non ho commentato la prestazione di Hickey la volta scorsa, ritenendo la gara poco più di un’amichevole stante il misero valore dell’avversario di turno (poco importa che il Parma abbia vinto col Verona, quello visto a Bologna era impresentabile per la Serie A). Ieri il giovane scozzese ha affrontato un ulteriore banco di prova e si è districato come ha potuto.
Il ragazzo cattura l’occhio perché è molto abile quando si sgancia, ma la sua fase difensiva è approssimativa per non dire di peggio e necessita di tanto lavoro a Casteldebole, cosa tra l’altro scontata visto la giovanissima età e il campionato dal quale proviene, del valore della nostra Serie B (a parte le due squadre di Glasgow, il resto è al livello della terza serie italiana, la media fa una scarsa B).
Non è una bocciatura, bensì il tentativo di (ri)dimensionare il valore di un calciatore già troppo strombazzato per aver fatto solo due presenze in uno scorcio iniziale di stagione, peraltro molto improvvisata come quella attuale.
L’anno scorso, alla prima di campionato in casa Hellas, giocò titolare Kingsley: sfido a trovare qualcuno che ne abbia sentito la mancanza durante la stagione, mentre i commenti per un paio di mesi furono incentrati su quanto fosse stato importante aver trovato un giovane talento in mediana. Fu così anche per Okwonkwo dodici mesi prima, e potrei andare avanti: beata ignoranza.
Infine una parola su Filippo Inzaghi, all’epoca da me difeso anche oltre ogni logica: il suo Benevento mi ha molto deluso perché non ha proposto niente di diverso da ciò che si conosceva della sua visione di gioco. Il campionato scorso ha stravinto la cadetteria senza proporre un calcio interessante, ma è stato tale lo strapotere che c’era poco da obiettare. Quest’anno sembra voler tentare di salvarsi ripercorrendo la stessa strada, ma per me in Serie A non basta, non ti va sempre grassa come ieri o come a Marassi la settimana prima.
Tosco
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