Terza partita del nuovo campionato, la prima contro una squadra che tatticamente ha obbligato il Bologna ad un piano completamente diverso dalle due precedenti: se con Milan e Juventus le squadre si erano affrontate uomo contro uomo almeno nelle iniziali prese nel gioco di posizione, dinnanzi al Cagliari Motta è stato obbligato ad una gara controllata nel ritmo e nel palleggio per scardinare l’assetto difensivo senza consentire agli avversari facili ripartenze.
Piano tattico riuscito (il 72% di possesso palla ne è la dimostrazione), se non fosse stato per un evidente errore di lettura di Beukema (tra i migliori nelle prime due partite, va ricordato perché qualcuno lo bolla già come scarso….), che si è fatto infilare da Luvumbo in occasione del vantaggio isolano.
Tornando al piano tattico, questo prevedeva un palleggio attento, controllato, cadenzato, atto a destrutturare l’impianto difensivo avversario col passare dei minuti, quando l’attenzione e il calo fisico solitamente lasciano qualche varco. Ma la disattenzione di cui sopra ha ulteriormente complicato i piani.
È stato bravo Thiago a non variare atteggiamento, cosa che avrebbe fatto un allenatore impaziente e poco convinto delle proprie idee: questa è la vera forza tra gli allenatori normali e quelli che hanno una marcia in più.
Era semmai necessario aumentare i ritmi del palleggio, troppo lento nel primo tempo, per tentare di trovare la giocata vincente. E in effetti il gol del pareggio di Zirkzee è nato da una combinazione ad un tocco Moro-Kristiansen per la punta, che ha insaccato prendendo il tempo al portiere del Cagliari (fino a quel momento autore di almeno un paio di interventi decisivi).
Finalmente la partita si è aperta, il Cagliari ha perso certezze e inevitabilmente energie: la forza anche dei cambi del Bologna ha poi fatto la differenza.
Tatticamente va annotato come giocare contro due linee strette obblighi a fare un certo tipo di palleggio, a differenza di quando ci si ritrova di fronte a difese a uomo in cui puoi giocarti il dribbling, lo scatto, la percussione. La prestazione di Zirkzee ne è la prova evidente: aveva ridicolizzato Bremer una settimana fa, ha faticato ieri contro un’intera linea che stringeva, accorciava e non gli consentiva mai di girarsi verso la porta.
Le occasioni se le è poi create una volta che la retroguardia avversaria è collassata e c’erano palloni ‘vaganti’ in area e nel gol, con una giocata di prima in cui l’allineamento del Cagliari è finalmente saltato.
Un’annotazione sui volti nuovi visti dal primo minuto. Kristiansen ha fatto certamente una buona partita, perché immagino non fosse facile passare in tre giorni dalla Championship inglese alla nostra Serie A. Difensivamente parlando non ha dovuto fare molto, il Cagliari su quella fascia non ha creato grossi problemi (Nandez e Zappa non sono certo avversari di livello): andrà testato contro calciatori più performanti, esterni veri.
Karlsson sta dimostrando di avere una certa vivacità e credo che Motta lo potrà usare all’occorrenza anche da punta centrale, come ha fatto l’anno scorso con Sansone.
Dopo il pasticcio creatosi con Barrow (caro Thiago, ma parlare solo delle partite e tenersi dentro i fatti societari è così complicato?), va cercato nella rosa un elemento insieme al reintegrato Van Hooijdonk (anche in questo caso non un grande esercizio di diplomazia) che possa offrire un paio di alternative quando mancherà Zirkzee. Karlsson potrebbe appunto possedere alcune di quelle qualità, utili alla causa, per fare anche il centravanti: la capacità nello smarcarsi e nel crearsi il varco per battere a rete sono fondamentali per attaccanti con struttura fisica come la sua.
Tosco – www.madeinbo.tv
© Riproduzione Riservata
Foto: Getty Images (via OneFootball)