Bologna-Genoa 1-1: il Tosco l’ha vista così…
«La gente ci vuole bene per il nostro modo di giocare». Queste le parole di Thiago Motta a fine gara, e io vorrei crederci. Ma il mister del Bologna saprà certamente che, se dovessero venir meno solo i risultati, mantenendo invece intatta la proposta calcistica, purtroppo la gente gli vorrà molto meno bene.
Il fatto che ormai il BFC interpreti sempre la ‘stessa partita’ è proprio la certificazione della forza della proposta calcistica di Motta: obbligare l’avversario di turno a rinunciare al gioco, a lavorare solo sulle marcature, sulle chiusure e – quando riesce – sulle ripartenze, significa che la squadra, pur non avendo una rosa da prime posizioni, ha invece un’identità tale da chiudere il girone d’andata nelle zone nobili della classifica.
Come dite? Quando gli avversari si chiudono il gioco dovrebbe cambiare? Fosse facile lo farebbero tutti. Invece tutti, contro squadre così, faticano. E se poi si va addirittura in svantaggio, auguri.
Il pareggio di ieri, che a scanso di equivoci sta molto stretto al Bologna, non dovrebbe essere considerato come un passo falso perché nell’arco di un campionato succede, così come succede di pareggiare in pieno recupero: in positivo ieri, in negativo a Lecce.
Piuttosto c’è da chiedersi come un organico che non ha avuto un attimo di tranquillità in termini di infortuni e adesso anche di squalifiche, riesca sempre (Udine a parte) a fare la prestazione. La risposta sta sempre in quanto scritto sopra: attraverso il gioco.
Tenere tutta la rosa in fiducia permette di allungare le rotazioni, e così anche una scelta certamente opinabile come quella di panchinare Saelemaekers per Urbanski può essere letta in quest’ottica: il belga era già stato sostituito in Friuli e forse, in questo momento, ha bisogno di essere stimolato con un po’ di bastone dopo la scorpacciata di carote offerte da Thiago fino a ieri.
Non a caso Alexis è entrato molto deciso e concentrato, creando tante nuove situazioni e alcune giocate imprevedibili: avrebbe reso così dall’inizio della gara?
Quindi il valore aggiunto del Bologna è la sua proposta calcistica, come ricordato da Motta. Può piacere o meno, ma è soprattutto quella a tenere i felsinei lassù: a fine mercato la maggior parte dell’opinione pubblica cittadina vedeva una rosa «interessante» e poco più.
Fare altrettanto nel girone di ritorno sarà pressoché impossibile: solo in termine di partite perse l’andata ha fatto registrare un dato impensabile: tre sconfitte in diciannove gare!
Quando è mai successo? Chi ci avrebbe creduto?
Venendo all’analisi del match siamo alle solite: c’è chi gioca e chi contro-gioca. Il BFC ha manovrato, nella prima frazione magari un po’ troppo lentamente, ma bisogna ricordare che quando le forze dell’avversario sono ancora alte non è facile scardinare le linee senza porgere il fianco alle ripartenze, quindi è necessario giocare facile e in sicurezza, privilegiando la precisione alla velocità.
Infatti, nella ripresa, le maglie si sono allargate (incredibilmente il Genoa è ripartito solo al 97′) e il gioco del Bologna è stato quello che conosciamo, quello che ci ha portato fino al quarto posto di un paio di settimane fa: più veloce, meno prevedibile, con tante rotazioni (Calafiori ha giocato ovunque), un’infinita varietà di tiri e anche alcuni cross, solitamente poco utilizzati.
Insomma: un pareggio casalingo che, paradossalmente, certifica ulteriormente la forza morale, tattica e tecnica, di una squadra che ha fatto un 2023 incredibile e ha iniziato il 2024 con le giuste ed usuali prerogative.
Tosco – www.madeinbo.tv
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