«…abbiamo sofferto contro una grande squadra».
Questa la frase con cui Simone Inzaghi, al termine della partita, ha reso merito al nostro Bologna, e non sono sembrate parole di circostanza.
Infatti ieri sera, nonostante la sconfitta, la squadra di Motta ha dato un’ulteriore prova di forza: tecnica per la quantità e qualità del palleggio (qualche sbavatura specie ad inizio partita per la pressione dell’Inter), tattica per il dominio territoriale, fisica per i chilometri percorsi in più, mentale rimanendo dentro alla gara fino al 96′ senza mai arrendersi, obbligando gli avversari a una battaglia e a una difesa ad oltranza in attesa del fischio finale.
Insomma, ormai le ‘solite’ cose a cui ci ha ‘abituato’ il Bologna di Thiago: ecco, l’abitudine sta diventando forse la vera minaccia per l’ambiente esterno a Casteldebole, perché più di uno si è evidentemente abituato a non perdere quasi mai e ha trovato il modo di criticare – ancora – le scelte di formazione.
Naturalmente mi riferisco alla titolarità di Odgaard, preferito a Orsolini e Ndoye, che è subito diventata motivo di critica. Ma ormai dovrebbe essere chiaro che nel calcio di Motta un calciatore può valere l’altro e viceversa: semmai si può discutere sulla prestazione dello stesso e, nello specifico, non si può certo affermare che la prestazione dell’ex attaccante nerazzurro sia stata insufficiente.
Avrebbero fatto meglio Orsolini o Ndoye? Allora col senno di poi possiamo riscrivere le classifiche…
Il buon Thiago, però, deve imparare a gestire meglio le sue risposte: dichiarare in conferenza stampa che la scelta di Odgaard è stata la migliore che abbia fatto sa di risposta preparata, decisa a tavolino, sapendo che la domanda sarebbe stata posta. La prestazione di Jens è stata appunto sufficiente ma non oltre, non migliore delle altre scelte.
Testa ad Empoli, piuttosto, che negli ultimi due anni ci siamo fatti autogol nel primo minuto di gioco: sarebbe già importante essere ancora 0-0 al 2′.
Tosco – www.madeinbo.tv
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