Bologna-Lazio 2-2: il Tosco l’ha vista così…
Per contrastare il 3-5-2 della Lazio, Mihajlovic sceglie un accorgimento tattico interessante: i tre attaccanti contrastano il giro palla dei tre centrali laziali, accoppiamenti uomo contro uomo a centrocampo con Svanberg su Lucas Leiva e i due mediani rossoblù a controllare Luis Alberto e Milinkovic-Savic, gli esterni bassi contro i loro quinti di centrocampo, e un due contro due difensivo tanto coraggioso quanto rischioso.
Come ha dichiarato poi da De Leo in conferenza stampa, è una sorta di 4-2-1-3 per contrastare una Lazio che, anche se pigra e indolente in alcuni momenti, si conferma velenosa quando ha un po’ di spazio in cui sprigionare le proprie qualità.
Il coraggio del Bologna lo si vede subito al pronti via, perché quando conquista il pallone, quell’accorgimento tattico di cui sopra lascia il posto alle scorribande dei ragazzi di Sinisa, che pungono subito con Svanberg di testa su cross di un immenso Palacio, anche ieri talmente dentro alla partita da causare il rigore che poi Correa spedirà sulla traversa.
Poi entra in scena Orsolini, che con una delle sue giocate (attenzione: a lui si chiede questo, quando sbaglia è perché deve sempre tentare la giocata risolutiva e non la palla al compagno vicino, quella la può dare chiunque) libera Krejci tutto solo in area. Ebbene sì, capita anche agli altri di perdersi una marcatura… A tal proposito, va sottolineato come il laterale ceco sia stato molto incisivo anche per l’assoluta libertà che Marusic, colpevolmente, gli ha lasciato per tutta la partita.
Quando il Bologna riesce ad avere un po’ di campo e a scomporsi così su più linee, occupando le mezze spaziature verticali, è una delle squadre più interessanti dell’intera Serie A. Diverso il discorso quando trova avversari chiusi che contro-giocano: lì vengono fuori quei problemi strutturali di attacco alle difese schierate che comunque, giova ricordare, accomunano tante squadre.
La difesa invece capitola per due volte su due giocate dalla nostra destra, ma non occorre sempre incolpare il ‘pollo’ di turno: anche in assenza di Denswil avrete notato come ci siano state alcune sbavature, quindi stavolta la colpa non è certo del difensore olandese, prematuramente bollato come scarso.
Più semplicemente si tratta di una fase difensiva che per produrre quel calcio che tanto piace deve prendersi dei rischi, affrontando quasi sempre degli uno contro non semplici da leggere, obbligando i difensori a fare delle scelte in uscita invece di rimanere in linea, e quando si esce per affrontare un avversario può capitare che questi sia più bravo a trovare la giocata vincente: infatti, in occasione della prima rete di Immobile, Lulic accentrandosi batte Tomiyasu e sfugge al raddoppio di Medel, mettendo poi un cioccolatino solo da scartare per la punta laziale, mentre in occasione della seconda segnatura la triangolazione Correa-Luis Alberto-Immobile è talmente ben fatta che si può solo applaudirli, mettere la palla al centro e ricominciare.
Sì, è vero, su Correa si poteva intervenire prima ecc., ma allora poi…
Per correre meno rischi si potrebbero abbassare gli esterni alti, ma con quel tipo di assetto rischi di non uscire più dalla tua metà campo, e ieri la Lazio il gol lo avrebbe probabilmente trovato con un tiro da fuori o con una delle cento occasioni che avrebbe avuto schiacciandoci nella nostra metà campo.
Tornando al match, le sbavature difensive le commette anche la squadra avversaria: l’occasione del raddoppio rossoblù nasce da una cattiva gestione della palla di Strakosha con la retroguardia laziale in uscita, da lì il recupero, il bel tiro di Svanberg e il tap-in di Palacio.
La partita non ha vissuto di soli episodi ma di tante trame consolidate di entrambe le formazioni, che hanno provato a prendere il sopravvento senza riuscirci, se non per brevi tratti di gara. Pensare che il Bologna non solo sia riuscito a contrastare una Lazio che da parecchi anni vive sempre costantemente in zona Europa, ma in certi momenti a metterla in notevole imbarazzo, fa andare fieri di questa squadra.
Infine, un’annotazione sui due giovani entrati nella ripresa: Schouten ha messo in mostra buone geometrie in un centrocampo dove comunque gli spazi si erano notevolmente dilatati, viste le espulsioni di Lucas Leiva prima e Medel poi. Mi lascia ancora qualche dubbio la sua poca (per ora?) mobilità, sembra un po’ legnoso, ma forse è la poca abitudine alla partita. Certamente andrà rivisto in futuro.
Skov Olsen in pochi minuti ha messo in mostra alcune cose interessanti anche sulla fascia non di sua competenza, con un gioco di prestigio e conseguente cross a favorire l’inzuccata di Palacio: non è pronto per giocare al posto di Orsolini, ma per entrare a gara in corso e determinare sì, e al momento basta e avanza.
Peccato per il gol sbagliato di testa, ma non è nel suo repertorio. E comunque in dieci minuti ha fatto parecchio se si considera che tanti calciatori, in lassi di tempo così brevi, non riescono a toccare neanche un pallone.
Tosco – Radio1909
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