Com’era facile prevedere, contro squadre obbligate a giocare a calcio il Bologna trova quegli spazi che solitamente non riesce a scovare contro avversari più chiusi, e quindi produce gioco, occasioni e reti: in tal senso la doppia semifinale di Coppa Italia contro l’Empoli non è proprio l’accoppiamento migliore ma tant’è, ci penseremo poi.
Ieri sera i ragazzi di Italiano hanno sfoderato tutto il repertorio di cui sono capaci, annichilendo un avversario tanto talentuoso quanto indolente: le proteste per eventuali errori del VAR sul gol del pareggio di Castro e dell’arbitro per il raddoppio di Ndoye puzzano di alibi per giustificare una prestazione in cui il Bologna ha, nei fatti, surclassato il Milan.
Più palleggio, più tiri, più occasioni, più tutto: la prestazione dei rossoblù è stata piena di molte belle cose. E se è vero che per vincere il BFC deve sempre fare gli straordinari, è altrettanto vero che le sue vittorie sono sempre cristalline: solo all’andata contro il Monza, probabilmente, Italiano e i suoi uomini hanno raccolto più di quanto seminato.
Per alcuni questo può essere un segnale di debolezza, indicando nella mancanza del campione che risolve le partite un limite. Ma per chi crede in un calcio dove il collettivo conta più del singolo, i successi del Bologna diventano il trionfo del gruppo, del lavoro e della programmazione: quant’è bello vincere grazie alle prestazioni e ai colpi vincenti di un po’ tutta la rosa?
Fabbian che si fa largo insieme a De Silvestri per il gol di Castro, Cambiaghi che spariglia le carte per il raddoppio di Ndoye, Casale che confeziona una partita perfetta e solo il palo gli nega un meritato riscatto contro tutte le critiche che gli sono piovute addosso senza motivo.
E non dimentichiamoci che ora questa squadra sta facendo a meno di un calciatore che vai te a sapere perché a Bologna viene spesso criticato: Orsolini in panchina è un lusso che in pochi possono concedersi.
Ieri sera è apparso evidente come il (mancato) mercato di gennaio non fosse necessario per i felsinei, così come la sua vacuità nel caso del Diavolo: Joao Felix è uno splendido orpello utile solo a perdere palloni e far ripartire gli avversari, mentre Gimenez ha offerto una prestazione degna di un Djuric qualunque, sparando alle stelle una ghiotta occasione in avvio e facendo un assist di testa fortuito che ha mandato in porta Leao; il nulla, tanto che Conceição l’ha sostituito.
Chiaramente il valore dei due acquisti del Milan non è in discussione, ma inserire ottimi calciatori in contesti così ‘viziati’ dimostra come il mercato sia il più delle volte uno specchietto per le allodole (che sono poi i tifosi più stolti).
Il BFC il suo mercato l’aveva già lì pronto a Casteldebole: Casale e Cambiaghi, ad esempio, sono tra le tante alternative a disposizione di Italiano, e non si capisce perché vengano spesso così sottovalutate da una parte dell’opinione pubblica bolognese, che plaudirebbe ad un super acquisto per poi denigrarlo (Karlsson è l’esempio lampante).
Tornando al campo, come da copione sarà più complicato battere il Cagliari domenica, questo è certo. Ormai abbiamo capito l’aria che tira, dunque prepariamoci ad un weekend di sofferenza perché ieri sera, al confronto, è stata una passeggiata di salute: nel caso peggiore, tutti gli elogi di oggi spariranno nel giro delle prossime 72 ore.
La magia (o la follia) del calcio!
Tosco – Canale 88
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