Partita complicata contro un avversario forte, in salute e in piena autostima. Il pareggio, anche per come maturato, è da prendere col sorriso, visto che Skorupski ha sventato due grossi pericoli con interventi davvero importanti.
Il Toro è l’unica squadra insieme all’Inter che gioca sempre con due vere prime punte per tutti i novanta minuti, praticando un calcio diretto e verticale su di esse, arrivando subito al tiro, senza tanti fronzoli: domenica scorsa contro la Roma hanno tirato 26 volte, ieri sera 18. E se non riescono ad arrivare immediatamente alla conclusione, allora gli attaccanti appoggiano sui rimorchi del centrocampo o sugli esterni, per poi arrivare a riempire l’area con tanti giocatori e tutti di struttura, Verdi a parte.
Semplici, lineari, concreti e, oggi, più in salute di tante altre squadre, Bologna compreso. E allora il punto può soddisfare, visto che è arrivato con una prestazione seria e volenterosa: di più era difficile fare.
Nel post gara ho percepito una certa sorpresa per le scelte iniziali di Mihajlovic: chiaramente la coppia Poli-Dominguez era ben poco prevedibile, ma evidentemente i titolari avevano bisogno di rifiatare dopo l’ottima prova contro lo Spezia, e l’ingresso di Baldursson ha confermato che il piano partita era stato deciso così.
D’altronde, se non si danno minuti ad un giovane quando si è undicesimi a sette giornate dal termine, quando lo si fa? Bisognerà capire cosa fare con alcuni ragazzi, e queste ultime giornate saranno importanti anche per progettare la rosa della prossima stagione.
Sinisa ha fatto bene ad insistere su una certa idea, se era quella pianificata, semmai avrei nel finale inserito Palacio per Sansone e non Skov Olsen: Orsolini era stanco ma credo che Ansaldi, per passo, non avrebbe messo in difficoltà il numero 7 rossoblù, e Rodrigo avrebbe aiutato maggiormente la squadra a risalire il campo. Ma tant’è: anche in questa circostanza il nostro mister avrà avuto le sue buone ragioni.
Tosco – www.madeinbo.tv
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