Davvero si può perdere una partita così?
Sì, non è facile ma si può. Però non si dovrebbe (s)cadere in analisi errate, quelle cioè riguardanti la qualità del gioco: la nostra classifica fino ad oggi non è arrivata per grazie ricevuta ma proprio perché il gioco ha sostenuto di peso un organico, altrimenti, da metà classifica.
Se non ci si mette in testa questo, diventa poi difficile mantenersi obiettivi sui valori della rosa e del tecnico: il tanto bistrattato possesso palla, secondo alcuni così sterile e noioso (solo quando non si vince, beninteso), è la base sulla quale Motta ha costruito l’affidabilità della squadra, facendo cambiare totalmente ‘status’ al Bologna, da ‘normale’ a rivelazione del campionato.
Chi oggi vorrebbe vedere un cambio di strategia, ovvero una formazione capace di mutare gioco in corsa, non sa che nel calcio è praticamente impossibile: quale squadra passa da un tipo di calcio ad un altro nel corso dello stesso campionato, se non attraverso la sostituzione dell’allenatore?
La risposta è semplice: nessuna!
Qualche tecnico può optare per alcune modifiche, ma sempre dentro ai principi di gioco a lui usuali, le altre sono fantasie tardo adolescenziali da abuso di PlayStation.
Si vorrebbe un Bologna meno palleggiatore e più diretto, dimenticando di come la squadra, quando perde palla, diventa molto vulnerabile, proprio perché è formata da calciatori di livello ‘medio’. La forza di questo gruppo, semmai, sta proprio nella fase di palleggio, che toglie possesso, ritmo e fiducia agli avversari: soccia non è mica difficile da capire, per la miseria!
Quando Thiago ci abbandonerà per andare laddove il suo calcio sarà capito, vi accorgerete del lavoro incredibile che sta facendo il nostro mister e finalmente alcuni torneranno a parlare della pluma di Saputo, della società poco ambiziosa e di asticelle da alzare, l’unico argomento di molti tifosi e di certi addetti ai lavori.
Tosco – www.madeinbo.tv
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