Cagliari-Bologna 3-2: il Tosco l’ha vista così…
La partita ha vissuto non solo di episodi come in tanti hanno sentenziato (quelli ci sono quasi sempre), ma di sostanza: quella che ha espresso e sta esprimendo il Cagliari da ben otto partite e quella che esprime ogni volta il Bologna, squadra che accetta la battaglia sempre e comunque e che ieri è uscito dalla Sardegna Arena battuto ma non sconfitto.
Ora i rossoblù sanno di poter contare su alcune alternative in più oltre all’ormai consolidata manovra che li pone come formazione propositiva, mai scontata, con discrete individualità nei titolari e con alcune seconde linee che non stanno deludendo: Krejci ormai consolidato nel ruolo di esterno basso, Dzemaili in evidente recupero fisico e dinamico, e un coraggioso Schouten che non si occupa solo di fare il compitino ma al contrario dimostra una certa personalità, seppure ad intermittenza.
Purtroppo, a volte, gli avversari sono più bravi, e nel caso specifico i sardi hanno dimostrato che quanto messo in piedi in estate si sta rivelando giusto: una squadra che gioca un buon calcio, sorretta da un centrocampo di grande qualità tecnica e tanta fisicità.
Tatticamente il Cagliari ci ha messo in difficoltà con delle giocate semplici (gioco di sponda con l’attaccante spalle alla porta, inserimento del terzo uomo, cross o conclusione) ma fatte con tempi perfetti e qualità eccelsa, e noi abbiamo risposto in ampiezza allargando su Orsolini e Sansone oppure allungandoci su Krejci e infine alzando la palla su Santander.
Più complicata la manovra con palla bassa per vie centrali, e a soffrirne è stato soprattutto Soriano, che comunque in alcuni frangenti si è fatto valere.
La continuità della manovra è stata probabilmente l’arma vincente dei padroni di casa, che si sono concessi pochi attimi di riposo dentro i quali il Bologna è uscito bene, come nella parte centrale delle due frazioni di gioco. Una manovra che ha messo sotto pressione la nostra linea difensiva con continuità, così da portare a commettere alcune imprecisioni risultanti purtroppo fatali per l’esito finale dell’incontro.
La ricorrenza degli errori individuali è come dire che «quando piove ci si bagna»: quasi tutti i gol nascono per errori individuali, diversi se indotti, mentre le imprecisioni di reparto sono minori, raramente si subiscono reti per prodezze dell’avversario. Il gol di Gabbiadini secondo me si può annoverare fra queste ultime, invece è stato vivisezionato il lungo e in largo per trovare un colpevole: non si poteva soltanto pensare che fosse un bel gol, mettere la palla al centro e ricominciare a giocare?
No, bisogna sempre trovare uno o più colpevoli, sarà…
Chiaramente sul 3-1 cagliaritano l’errore di Denswil è il più significativo della serata, certamente Bani sul 2-1 di Simeone poteva far meglio, e invece sull’1-1 a chi addossiamo la colpa?
Per me, più semplicemente, la difesa è stata indotta a commettere errori perché messa sotto pressione per lunghi tratti dalla forza di un Cagliari che in questo momento (e forse in assoluto, ma aspettiamo a dirlo) è più attrezzato del Bologna.
Palla al centro e sabato si riparte… altro che errori individuali.
Tosco – Radio1909
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