L’avvio di partita così complicato è stato dettato da una cattiva lettura in opposizione alla catena di sinistra viola: Venuti, Castrovilli e Ribery, sfruttando il tre contro due che si veniva a creare con De Silvestri e Schouten, hanno avuto gioco facile nel trovare libero il numero 7 francese, che ha creato un paio di spunti pericolosi.
L’arretramento in aiuto di Orsolini ha permesso di coprire meglio quel versante, costringendo gli avversari al palleggio orizzontale e facilitando così, nel concreto, il recupero palla in mezzo al campo, dove il Bologna ha corsa, densità e capacità di pressione notevole.
Da lì in poi è cominciata una buona prestazione dei rossoblù, finalmente attivi su entrambe le fasce (i rientri di Dijks e Orsolini sono importantissimi per gli equilibri), abili nel palleggio basso con Schouten e nelle cuciture tra i reparti con Dominguez, oltre ad una continua rotazione dei quattro offensivi che hanno reso il gioco fluido e dinamico.
Neanche poche le occasioni, tra quelle effettivamente create e quelle sciupate per un ultimo passaggio errato, mentre la Fiorentina ha potuto soltanto abbassarsi e aspettare che passassero i minuti.
Questo dominio si è interrotto solo nell’ultima parte di gara, quando la necessità di sostituire Orsolini e Palacio ha tolto alcuni riferimenti precisi: il solo Barrow in avanti non riesce a dare quegli sbocchi naturali che arrivano solitamente dagli smarcamenti dell’argentino; senza di lui i rossoblù giocano un calcio diverso, oserei dire peggiore, e questo deve far riflettere non tanto per il presente (Rodrigo sta bene, regge quasi sempre i novanta minuti, corre più dei compagni), ma soprattutto per il futuro.
‘El Trenza’ è un calciatore atipico che permette svariate soluzioni, ma nel contempo, se impiegato da unica punta, vincola (positivamente, si intende) la squadra ad un gioco fatto di incroci, rotazioni offensive, inserimenti da dietro sulle sue uscite in fascia: trovare il sostituto sarà impresa ardua, e forse si dovrà pensare ad un mutamento genetico della struttura offensiva del Bologna, in quanto Barrow dimostra di non essere capace di sostenere il ruolo di punta centrale se gli viene richiesto un lavoro alla Palacio.
Il gambiano, spalle alla porta, non ha le qualità per rendersi utile come appoggio e sponda, così come non conosce gli smarcamenti in profondità, vera specialità della casa di Palacio: una soluzione potrebbe essere quella di affiancarlo ad un altro attaccante in una tipica struttura a due punte, ma adesso il discorso appare prematuro. Sarà comunque interessante vedere cosa studierà Mihajlovic per ovviare a quello che, al momento, appare un problema insoluto.
Tosco – www.madeinbo.tv
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