Comincio dal finale, cioè dal momento in cui Motta decide di sostituire Zirkzee per far entrare Van Hooijdonk e si prende le stesse critiche di un anno fa quando, al Dall’Ara contro la Sampdoria, sostituì nel finale Arnautovic con l’allora poco noto riccioluto olandese: stesse dinamiche, stesse critiche ad un allenatore che, nonostante 66 punti in 44 gare di campionato, deve ancora rendere conto delle proprie scelte ad una grossa parte di opinione pubblica.
Il calcio è poi tanto seguito per questo, perché vale tutto: in un qualsiasi contesto lavorativo, davanti a tali numeri un professionista non sarebbe mai e poi mai criticabile, mentre nel magico mondo del pallone succede. E chi scrive non è certo un discepolo di Thiago, anzi provo per lui una certa antipatia di fondo (ho trovato l’uscita di Utrecht insopportabile…), però è innegabile che il suo lavoro non tanto per le statistiche quanto per l’impronta vivida e indelebile che sta lasciando sul nostro Bologna debba essere esente da critiche insipienti, proprio come quelle verso un cambio al minuto 83.
Cambio che in realtà era già stato preparato dalle sostituzioni precedenti: l’uscita di Posch, la costruzione in sostanza di una difesa a tre con le due fasce lasciate a Ndoye e Lykogiannis e il conseguente ‘accerchiamento’ dell’avversario facevano pensare ad un finale in cui mettere qualche pallone in area, con Van Hooijdonk che in queste situazioni poteva risultare più utile di Zirkzee, bravo invece nello ‘svuotare’ l’area per creare spazi ai compagni, quegli spazi che ormai la Fiorentina non ti concedeva più.
Il Bologna di Firenze è soltanto da elogiare, così come tutto il percorso fatto fin qui, e non mi è sembrato logico soffermarsi sui cambi (anche quello di Orsolini è stato criticato) quando la gara dei rossoblù è stata tra le migliori della stagione per piglio, intensità, possesso palla, ricerca del gioco malgrado la pressione degli avversari, sempre al limite del fallo e della provocazione: i ragazzi hanno disputato una grande partita, dando dimostrazione di forza e relegando la Fiorentina ad una squadra di lotta e non di gioco, quando solitamente i viola amano fare l’opposto.
Chi mi segue sa che non mi fermo mai al risultato, raramente questo condiziona i miei pareri. Sono semmai le prestazioni a catturare la mia attenzione, e ieri il Bologna ha soddisfatto in pieno le mie esigenze di spettatore-tifoso: magra consolazione?
Io mi accontento di poco, non sono un ambizioso, per cui bene il Bologna e bene Motta: non cado nella triste esigenza di criticare l’allenatore o qualche giocatore.
Tosco – www.madeinbo.tv
Foto: Getty Images (via OneFootball)