ATALANTA (possesso palla 55,8%, precisione passaggi 86,6%) – Il progetto tecnico più interessante da almeno sei stagioni: Gasperini, al netto della simpatia, propone un calcio impossibile sia per chi tenta di copiarlo, sia per chi deve invece affrontarlo. Ogni anno inserisce nuove soluzioni offensive e contromisure difensive, per non parlare di quando deve fare di necessità virtù: nel girone d’andata, viste le tante defezioni per infortuni, ha usato De Roon come difensore centrale, in altri momenti ha adoperato Maehle in attacco come sottopunta, senza mai derogare ad un’idea tattica unica, non copiabile, ‘fondamentalista’, criticata solo da chi non riesce a capire un calcio così estremo. Da parte mia, invece, massima stima per una proposta autarchica, fatta in casa e, proprio per questo, buona e inimitabile.
BOLOGNA (possesso palla 50,6%, precisione passaggi 82,6%) – Mi limito ai soli dati, avendo espresso più volte il mio pensiero sui rossoblù.
CAGLIARI (possesso palla 41,8%, precisione passaggi 77,6%) – Un progetto tecnico vecchio e desueto: quello delle figurine con cui costruire squadre approssimative e incolpare poi l’allenatore di turno. La classifica degli ultimi anni è la fotografia perfetta di chi pensa al calcio ancora con le idee del secolo scorso. E lo stupore di coloro che continuano a pensare che, con quella rosa lì, si possa fare meglio, è lo stupore di chi non si rende conto che il mondo e quindi il calcio sono cambiati. C’era cascato anche Commisso, appena arrivato in Italia, poi ha optato per altro. Forse ci arriverà anche Giulini, forse.
EMPOLI (possesso palla 48%, precisione passaggi 80,1%) – Il contrario degli isolani: rinnovamento continuo della rosa con tanti giovani di proprietà e altri da (ri)lanciare, dentro ad un progetto tecnico chiaro: si gioca con sei calciatori nella metà campo avversaria, tanto palleggio e pressing, e alla fine vinca il migliore. Da Giampaolo a Sarri fino a Dionisi e oggi Andreazzoli, l’idea è sempre quella di un calcio propositivo. I 27 punti attuali sono tanti, forse troppi, ma premiano una società sana e ben gestita, quindi sono meritati.
FIORENTINA (possesso palla 56,8%, precisione passaggi 85,8%) – La dimostrazione plastica di quanto conta un allenatore: passare da Iachini/Prandelli a Italiano è come uscire dal Medioevo e rivedere la luce: il resto vien da sé. Hanno anche comprato due calciatori importanti come Nico Gonzalez e Torreira, vero, ma se fossero stati allenati dai due predecessori dell’ex Spezia sarebbero forse entrati dentro agli equivoci delle passate stagioni.
GENOA (possesso palla 44,2%, precisione passaggi 78,1%) – Un ‘calciatorificio’ da scambisti per creare plusvalenze equivoche. Forse, con l’arrivo della nuova proprietà, tutto ciò è veramente finito: lo auguro ai tifosi genoani che hanno tutta la mia compassione, avendo dovuto sopportare per tanti anni una presidenza come quella di Preziosi. Guardando il Grifone giocare, cosa avesse in mente Ballardini e cosa può avere in testa oggi Shevchenko io, in tutta franchezza, non lo so. E forse nemmeno loro. Ipotizzo: sfangarla?
HELLAS VERONA (possesso palla 50,1%, precisione passaggi 77,6%) – La vera sorpresa, per un’infinità di motivi. Innanzitutto la scelta controintuitiva di Di Francesco, mister in cerca di rilancio dopo tanti flop, al quale però non è stato dato tempo. E poi quella ancor più in controtendenza di Tudor, che fino ad allora aveva allenato ‘in cattività’ a Udine. Oggi Tudor sembra il suo connazionale Juric, quindi in continuità tattica col progetto iniziato dal ritorno degli scaligeri nella massima serie: comincio a pensare che Setti e il suo direttore sportivo D’Amico non siano due scappati di casa.
INTER (possesso palla 56,1%, precisione passaggi 86,6%) – Simone Inzaghi è più bravo di quanto pensassi, mi sta davvero sorprendendo per idee tattiche: ha un’infinita varietà di modi per uscire da dietro e sviluppare le transizioni lunghe. Le sue squadre giocano bene a calcio, con pazienza e alternanza di soluzioni, tutte volte alla costruzione palleggiata ma senza disdegnare il lancio lungo quando necessario. Il primo tempo contro il Torino di Juric, ad esempio, è stato un campionario di schemi per eludere il pressing asfissiante degli avversari, da master a Coverciano.
JUVENTUS (possesso palla, 54%, precisione passaggi 85,1%) – Trovo il progetto tecnico di Allegri nullo: non vecchio, non sorpassato, proprio nullo, non vedo un’idea di calcio che sia una. Tante chiacchiere strumentali sul ‘corto muso’ per giustificare e difendere un’idea di calcio arcaica, sostenendo la tesi ovvia che solo i bravi giocatori ti fanno vincere le partite e i campionati. In futuro sarebbe interessante vederlo dentro altri contesti, come hanno fatto Ancelotti e Conte: per me non riuscirebbe a farsi capire neanche dal giardiniere. Ma immagino già l’obiezione: e gli scudetti vinti, allora?
LAZIO (possesso palla 53,5%, precisione passaggi 86,9%) – Sarri sta faticando ad impostare il proprio calcio, che prevede un palleggio sincopato nella metà campo avversaria e una difesa altissima. Del resto ha preso in eredità un calcio diverso, fatto di transizioni e non posizionale, e senza poter cambiare molto della rosa precedente sta trovando alcune difficoltà. Ha comunque inserito Cataldi per dare più dinamismo alla mediana, rottamando Leiva, cosi come in fascia ha tolto la titolarità a Lazzari per il più strutturato Marusic. La metamorfosi, però, è ancora lontana dal concludersi, il tutto dentro ad un ambiente un filino complicato, per usare un eufemismo.
MILAN (possesso palla 54,9%, precisione passaggi 84,7%) – Se il progetto tecnico di Pioli è chiaro, lo è meno nella scelta della sua applicazione. Il mister dei rossoneri predilige un calcio offensivo, dinamico, con tante rotazioni e inserimenti, ma trova un tappo nella staticità delle punte centrali: Ibrahimovic e Giroud, nonostante le grandi qualità, sono un limite alla sua proposta calcistica. Non è un caso che i due si esaltino quando, dovendo recuperare, riempiono l’area con la loro fisicità, ma in situazioni di normalità tattica sono spesso il limite contro cui scontrano le idee dell’ex allenatore rossoblù.
NAPOLI (possesso palla 58,7%, precisione passaggi 87,6%) – Il ritorno di Spalletti mi incuriosiva molto, vista la recente svolta ‘enologica’ della sua vita extra campo: ho ritrovato il solito affabulatore, comunque capace di mettere in campo squadre con assetti tattici sempre interessanti e improntati al buon calcio. Adesso viene il difficile: gli infortuni stanno penalizzando la proposta di gioco azzurra, e immagino che alla prima lite con qualcuno crollerà il castello. Perché il Napoli ha fatto vedere cose notevoli, ma Spalletti sembra non star bene finché non rompe con l’ambiente.
ROMA (possesso palla 50,5%, precisione passaggi 84,4%) – Cosa dire del ‘vecchio’ Mourinho: è sempre lui, un finto innovatore che in realtà ‘terzinizza’ gli attaccanti ma che riesce a coinvolgere tutto l’ambiente, da vero comandante. Cangiante nei moduli (passa dalla difesa a tre a quella a quattro senza particolari problemi), perché tanto l’idea tattica è quella di allungarsi subito sulle punte per poi salire con la grande fisicità dei suoi giocatori.
Il suo calcio è eterno, nel senso che può adattarsi a tutto.
SALERNITANA (possesso palla 39,4%, precisione passaggi 76,2%) – Vabbè dai… Sono dispiaciuto per i tifosi di Salerno, che non meritano una situazione del genere.
SAMPDORIA (possesso palla 45,1%, precisione passaggi 76,3%) – D’Aversa chi? Arrivato come l’ultimo degli ultimi, in realtà ha cambiato la sua proposta calcistica rispetto al periodo di Parma: non più 4-3-3 solo basso e ‘ripartente’, ma un assetto più aggressivo anche nella metà campo avversaria con concetti di palleggio interessanti, intervallati da lanci lunghi codificati. Il suo percorso in blucerchiato non mi sta dispiacendo per niente, dentro ad un ambiente che pare essersi liberato definitivamente di un personaggio che non ha fatto bene né alla Samp né al calcio italiano.
SASSUOLO (possesso palla 56,3%, precisione passaggi 85,5%) – Come nel caso dell’Empoli, l’idea calcistica dei neroverdi è chiara fin da quando arrivarono in Serie A con Di Francesco: allenatori ‘giochisti’ per un calcio propositivo (tranne la parentesi Iachini, che venne chiamato per mettere una pezza in quel girone di ritorno). Dionisi sta facendo un lavoro che si concretizzerà, immagino, nella prossima stagione: non è facile confermare la classifica e le statistiche della gestione De Zerbi già al primo anno.
SPEZIA (possesso palla 45,3%, precisione passaggi 79,2%) – L’unico modo di esistere, per le società così ‘piccole’, è affidarsi ad una guida tecnica totalizzante: con Italiano i bianconeri ci sono riusciti, con Thiago Motta stanno invece sbandando, nonostante l’exploit di Napoli. Motta ha abbandonato un calcio interessante e offensivo per riparare verso un più prosaico 3-5-2: ne hanno fatto le spese gli elementi più tecnici come Verde, Antiste e Colley, in favore dei più fisici Manaj e Nzola. Non so se la salvezza sia possibile ma l’organico, seppur molto debole, ha il grande vantaggio di essere il più giovane del campionato per distacco, con costi relativi: un’eventuale retrocessione sarebbe assorbita bene, quantomeno sul piano economico.
TORINO (possesso palla 53,3%, precisione passaggi 78,7%) – Un po’ come la Fiorentina: cambiato il manico, cambiato il mondo. Adesso i granata sono una squadra vera, in costante crescita e perciò destinata ad un girone di ritorno importante. Dopo anni di sofferenza vera, possono diventare l’outsider per la famosa parte sinistra della classifica.
UDINESE (possesso palla 40,8%, precisione passaggi 79,4%) – È evidente che i Pozzo non amino gli stravolgimenti: nella direzione sportiva si sono affidati a Pierpaolo Marino, che ‘pratica’ il calcio dagli anni Ottanta, e per sostituire Gotti in panchina hanno pensato alla soluzione interna Cioffi, il suo vice. La proposta calcistica, però, resta antica e scontata: qualche tentativo di gioco a terra con Deulofeu e Pussetto, la bella presa di Beto, per il resto la solita masnada di decatleti prestati al pallone. Troppe poche le gare di Cioffi per capire se ci sarà un cambiamento o se resterà la versione, anzi l’avversione per un calcio migliore.
VENEZIA (possesso palla 42,5%, precisione passaggi 79,9%) – Contrariamente a tanti, al sottoscritto Paolo Zanetti convince poco: sarà il cognome? A parte gli scherzi, non posso non notare come il suo Venezia non tenga mai palla e lasci spesso il possesso agli avversari. Insomma, contro-gioca. La giusta osservazione potrebbe essere: cosa può fare con quella rosa Zanetti? E allora Italiano l’anno scorso a La Spezia cosa poteva fare? Va anche detto che il tecnico dei lagunari sembra particolarmente fortunato, cosa non da poco, inoltre è giovanissimo: 38 anni, oggi, è ancora l’età di un calciatore.
Tosco – www.madeinbo.tv
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