Hellas Verona-Bologna 2-2: il Tosco l’ha vista così…
Contrariamente a quanto percepito nel post partita, non mi è sembrata una gara da finale di campionato, almeno per ritmo e falli commessi durante i novanta minuti, e comunque contro un Hellas così volitivo che se non stavi sul pezzo potevi prenderne un bel po’. Quindi onore ad entrambe le squadre per come hanno interpretato il match.
Le due compagini si sono date battaglia con idee di calcio chiaramente opposte: più compatto, aggressivo e fisico il Verona, più tecnico, verticale e allungato sul campo il Bologna, ridisegnato per l’occasione in corsa da Mihajlovic che, stante alcune difficoltà nell’accoppiarsi su riferimenti molto mobili, con Kalinic che portava fuori Soumaoro, ha dovuto invertire diverse volte le posizioni dei due difensori centrali e abbassare Schouten per assorbire gli inserimenti degli avversari. Di conseguenza Vignato ha scalato in mediana per aiutare Soriano, dentro ad un approssimativo 4-1-4-1 o giù di lì.
Direi che a livello tattico Juric abbia preparato la partita obbligando Mihajlovic a re-agire proprio per i cattivi accoppiamenti che venivano a crearsi sul terreno di gioco: capita, a volte l’inerzia della gara riesce a ribaltare i piani tattici prestabiliti e altre no. All’andata avvenne esattamente il contrario, come sottolineato in conferenza stampa dal mister degli scaligeri, che riconobbe la superiorità dei rossoblù.
Individualmente le note positive sono arrivate da Schouten per la grande puntualità nei sacrifici in copertura, De Silvestri per come ha contenuto il sempre fastidioso Lazovic e per il gol del primo pareggio, Soriano autore di un ottimo secondo tempo e l’eterno Palacio.
Le note meno positive riguardano invece le difficoltà dei due centrali, soprattutto Tomiyasu. Poco da segnalare sugli altri, mentre i cambi al 90′ sono tutta fuffa: far esordire ragazzini solo per finalità statistiche mi sembra un cinema di cui francamente si può fare a meno, ma sappiamo che al nostro mister queste sboronate piacciono e ce lo teniamo così, che va poi bene lo stesso.
Semmai Sinisa dovrebbe fare un pochino di chiarezza sulle tante contraddizioni che hanno caratterizzato la sua esperienza fino ad oggi: prima dichiara di volere una squadra che possa ambire oltre al decimo posto, «sennò meglio stare a casa con la moglie», poi parla di salvezza quando il presidente dice pubblicamente di ambire ai 52 punti. L’unico allenatore che si dà obiettivi differenti da quelli del suo datore di lavoro: inaudito nel mondo reale.
Fare il conteggio della campagna acquisti in conferenza stampa, dando un prezzo ai calciatori arrivati nell’ultimo periodo ma dimenticando scaltramente quelli della campagna precedente, ben più costosa e onerosa (e con alcune ‘sviste’ tattiche commesse anche col suo avvallo, vedi Barrow prima punta), è inaudito nel mondo del calcio. Mai e poi mai ho sentito tecnici parlare del costo dei propri giocatori, di quello che era solo un prestito, di quell’altro arrivato per scambio, di quell’altro ancora preso a parametro zero ecc. È di una gravità unica lasciare la comunicazione in mano all’allenatore.
Insomma, il personaggio è fatto così e secondo me ha preso troppo ‘il largo’, dunque sarebbe bene che i dirigenti lo riportassero dentro ad un ‘galateo comunicativo’ più consono alla posizione che occupa. Altresì il rischio è che tutto l’ambiente ‘sbarelli’ dietro agli sbraghi comunicativi di un dipendente, certamente importante visto il ruolo e lautamente pagato per questo, che dovrebbe limitarsi a fare il suo mestiere. Temo però che ormai sia tardi.
Scusate il ‘pippone’ conclusivo, ma per il sottoscritto il campionato termina qui: la prossima partita, l’ultima della stagione, non la commenterò, visto che nel caso specifico avrei già dato.
E allora Il Tosco l’ha vista così edizione 2020-2021 finisce oggi: un caro saluto a tutti, alé!
Tosco – www.madeinbo.tv
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