In un articolo apparso sul sito L’Ultimo Uomo (consultabile a questo link), riguardante come e quanto pressano le squadre della Serie A, il Bologna risulta essere la prima compagine per pressione nella metà campo avversaria e la quarta per contropressing (cioè la pressione che viene esercitata quando si perde palla in attacco).
Questo potrebbe apparire un dato qualunque, ma in realtà fa risaltare come i rossoblù, occupando con molti calciatori la metà campo avversaria per portare pressione, lascino la fase difensiva in oggettiva sofferenza sia per numeri di calciatori a protezione dell’area, sia perché espongono la linea difensiva a duelli uomo contro uomo e non linea contro uomo.
Un’analisi superficiale potrebbe far notare che il Bologna prende gol a difesa schierata (il 70% dei gol si sviluppano in area, questo è un dato mondiale), ma tanto dipende appunto dal modo in cui è schierata la difesa.
I nostri sono spesso obbligati a duelli che partono da lontano e il ricompattamento non è sempre dei migliori, così come il dover assorbire spesso degli uno contro uno in campo aperto riduce la possibilità di aiuto del compagno di reparto. Questi continui duelli necessitano di una grande dose di attenzione sulle marcature preventive, molto dispendiose anche a livello mentale, e tutto ciò porta ad aumentare il margine di errore individuale.
Naturalmente adesso il dibattito verte sull’acquisto di difensori più forti, e certamente questo agevolerebbe il recupero di situazioni altrimenti pericolose: più i difensori sono forti individualmente, meno la difesa sarà perforabile, ma occorre aggiungere come una maggiore protezione proveniente dal centrocampo e soprattutto da un vertice basso di buona struttura fisica abituato ad aiutare la retroguardia potrebbe essere un valore aggiunto.
In casa abbiamo Schouten, che sta facendo l’apprendistato, e Medel, che in situazioni simili una mano può certamente darla, ma un elemento più funzionale da subito (immaginate un Lucas Leiva o un Gagliardini, sono solo esempi…) avrebbe aiutato la difesa ad incassare meno reti.
L’input che Mihajlovic ha dato alla sua squadra, però, è di pressare alto. Barattereste qualche gol in meno con una squadra più equilibrata ma anche più prevedibile, meno offensiva? Io no.
A me piace questo modo di fare calcio: il Bologna accetta la battaglia in ogni zona del campo, è sfrontato e ‘cazzuto’ come il suo allenatore, e non lo cambierei mai con una formazione più attenta a non subire per speculare ‘puntacci’ (un omaggio al Civ, spero me lo concederete) in giro per lo Stivale.
Se poi dal mercato arrivassero uno o più difensori migliori di quelli che abbiamo ben vengano, ma non credo che si prenderebbero tanti gol in meno, perché è difficile essere l’uno e l’altro: il Bologna di Sinisa è questo e a me sta bene anche così.
Tosco
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