Il mercato del Bologna? Giusto così!
Immagino che, solo dal titolo, la stragrande maggioranza dei lettori mi manderà a spendere, ma se avrete la pazienza di continuare, liberarvi per un attimo dalle fantasie del tifoso ed entrare in quelle di chi deve analizzare freddamente i movimenti di mercato, contestualizzandoli al momento storico e alla condizione in cui opera il Bologna, forse riuscirete ad arrivare in fondo all’articolo. Per poi mandarmi nuovamente, nel caso, a spendere.
La rosa rossoblù è stata rinforzata laddove durante la scorsa stagione aveva riscontrato le maggiori criticità, e cioè nei ruoli degli esterni bassi: a destra era stato dirottato Tomiyasu, con Mbaye come sostituto, mentre a sinistra dopo l’infortunio di Dijks si erano alternati Krejci, Denswil e lo stesso ‘Ibra’, ma con l’acquisto di De Silvestri e Hickey adesso ci sono 4 calciatori per 2 ruoli, con la possibilità in emergenza di schierare Denswil e Mbaye a sinistra.
Nella posizione di centrale difensivo, con lo spostamento in mezzo del giapponese e la titolarità di Danilo, si è registrata l’uscita di Bani, che è stata vista come un’opportunità per fare una plusvalenza e risparmiare su un ingaggio.
Economicamente l’operazione non fa una piega, mentre tecnicamente è rimediabile, visto che il ruolo di Bani non era quello di titolare: guadagno con la cessione, così da evitare l’adeguamento al rialzo e l’allungamento del contratto in essere, perché è chiaro che oggi, quando un calciatore ha un’offerta migliorativa, se non lo liberi poi ti ricatta per un adeguamento contrattuale.
Chi non capisce tale passaggio è inutile che si metta a disquisire di calciomercato, perché parte da un presupposto che non sta in piedi. Non si deroga mai a quella che è una legge di mercato: tutto ciò che è vendibile, al giusto prezzo si vende, punto.
Per completare il reparto dei centrali, oltre ai già citati titolari Danilo e Tomiyasu, si è pensato a Medel e Denswil nelle rotazioni difensive, più Calabresi e Paz: 6 calciatori per 2 ruoli.
A centrocampo, visto l’arretramento di Medel in difesa, si è data la titolarità quasi certa a Schouten (cosa chiesta a gran voce da tanti tifosi), con in affiancamento l’esperto Poli, i promettenti Svanberg e Dominguez, il giovanissimo Baldursson, più Kingsley: anche qui 6 elementi per 2 maglie.
Nelle posizioni d’attacco, doppia opzione in tutti i ruoli. Orsolini e Skov Olsen a destra, Barrow e Sansone a sinistra, Soriano e Vignato in mezzo, Palacio e Santander di punta, con alcuni ragazzi adattabili alla bisogna in altre zone, come ad esempio Barrow che può fare la punta centrale o Vignato che può agire sugli esterni: 8 giocatori per 4 posti.
Quindi, contando, il Bologna ha per i 10 ruoli di movimento 24 calciatori, con almeno la doppia opzione in tutti i ruoli del 4-2-3-1 che intende perseguire Mihajlovic e con la possibilità per alcuni giocatori, nel caso di particolari contingenze come infortuni in serie (film che stiamo vedendo anche adesso), di traslare su posizioni meno praticate: Soriano in mediana, Calabresi esterno basso destro, Mbaye esterno basso sinistro ed eventuali altre opzioni che magari lo staff tecnico ha già preso in considerazione.
Perché forse la vera riflessione da fare è la seguente: Sinisa, visto quanto è pagato (sesto ingaggio della Serie A o giù di lì), dev’essere il fuoriclasse del Bologna. Dunque lui e i suoi collaboratori dovrebbero tirare fuori da questa rosa il massimo: non credo che ciò sia proprio solo dei vari Gasperini, Juric, D’Aversa e compagnia.
Quando arrivò il tecnico serbo, ricordo tutti (compreso il sottoscritto) pronti a sottolineare il miracolo da lui compiuto non solo nel salvare la squadra da una rovinosa retrocessione, ma anche nel dare un certo tipo di gioco e mentalità: bene, al termine dello scorso campionato, prima per le sue e poi per le altre vicissitudini, si è ritenuto quel torneo interlocutorio, tanto da allungargli il contratto per un’altra stagione.
Credo sia arrivato il momento di continuare il percorso che ad intermittenza si è interrotto negli ultimi mesi, e riprendere il discorso sul gioco e sulla mentalità, perché l’allenatore dev’essere un amplificatore dei valori della squadra e non un attenuatore degli stessi.
Mihajlovic, da persona intelligente qual e, lo ha già dimostrato, dichiarando a più riprese nelle interviste di essere soddisfatto della rosa a disposizione e passando ai fatti già da domenica scorsa, quando ha schierato dall’inizio Medel in difesa, Svanberg in mezzo, il giovanissimo Hickey in fascia, insomma prendendo dalla rosa quello che la stessa concede e giocando il calcio che, da quando è arrivato, tenta di praticare (il più delle volte con successo, se non nei risultati almeno nell’espressione del gioco, che è ancora uno tra i migliori e i più propositivi della Serie A).
In conclusione, per fare un campionato da metà classifica e veder crescere i tanti giovani che la società ha acquistato negli ultimi mesi, il mercato è stato giusto così.
Tosco
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