Un Bologna completamente in ciabatte, come ormai da tradizione, si presenta a Cremona sottovalutando l’impegno. Gli uomini di Motta masticano il solito calcio fatto di possesso palla sterile e noioso arrivando raramente al tiro: i cinque gol sono frutto della totale inconsistenza dei grigiorossi, capaci nelle ultime gare di fermare Fiorentina e Milan, battere lo Spezia e battagliare a Torino ma che ieri, per puro mistero, hanno incassato una manita, per di più in casa, davanti al proprio pubblico.
E allora non ci resta che attendere mestamente la fine di una stagione deludente in cui la squadra ha evidentemente mollato, così da archiviare questo noiosissimo campionato e sperare in un’estate in cui, finalmente, Saputo metterà mano al portafogli.
Servirà una profonda rivoluzione per ambire sul serio a quei piazzamenti europei che, prima dell’arrivo del chairman canadese, erano sempre nei piani societari delle passate ricche ed ambiziose proprietà. Rivoluzione, dicevo, che dovrà partire proprio dalla guida tecnica: forte di un anno di contratto sarà difficile esonerare Thiago, ma una società veramente ambiziosa dovrebbe dargli subito il benservito, perché ha dimostrato di non essere in grado né di gestire i calciatori né di stimolare articoli da prima pagina.
La querelle con Arnautovic ha destabilizzato l’ambiente e l’opinione pubblica: come si è permesso di non far giocare titolare l’austriaco anche se zoppo o in ritardo di condizione, col serio rischio di ricadute, facendosi scavalcare anche dal Monza neopromosso?
Tutta responsabilità di un allenatore, che, non convocando Marko anche se infortunato, ha permesso ai brianzoli di recuperare l’intero vantaggio che il Bologna si era, casualmente, preso: meglio Arnautovic zoppo che Aebischer sano, cribbio (come si dice fire and desire ad Arcore?).
I giocatori poi, sono in evidente stato confusionale, non fanno gruppo, si mandano sempre a quel paese, quando segnano non festeggiano. Pensate che Arnautovic, uscendo dal campo, non ha dato la mano al mister: inaudito! Sono segnali che evidenziano come Motta non sia in grado di tenere in pugno uno spogliatoio.
E poi quel possesso palla così noioso e sterile, quella costruzione dal basso così pericolosa e tutte le altre diavolerie, utili soltanto a fare 50 miseri punti a due giornate dal termine.
Per la prossima stagione meglio un «normalizzatore», che usi regolarmente un «equilibratore», e poi picconare su dal primo all’ultimo minuto perché «palla lunga non è mai corta» (cit.).
Altro che il calcio moderno di Thiago Motta, che non fa giocare i centrattacco…
Tosco – www.madeinbo.tv
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