La premessa è d’obbligo: quando il divario sul campo è così ampio tutte le riflessioni, compresa la mia, lasciano il tempo che trovano. I buonisti e i giustificazionisti potranno sostenere che non sono queste le partite che contano, mentre i colpevolisti potranno sostenere qualsiasi cosa, perché tanto ormai vale tutto.
A sentire costoro, adesso il problema dei problemi è diventato Tomiyasu, reo ad esempio di non essere stato capace di contenere Lukaku, o di non aver saputo chiudere in campo aperto su Hakimi. Non tengono però conto di alcune cose…
Nel primo caso, il belga ha già segnato 290 reti in carriera, dunque prima di ieri aveva trovato 289 Tomiyasu sulla sua strada (fortunato il ragazzo), e fa un gol ogni 69 minuti giocati, quindi pesca un pirla di difensore più o meno ogni ora di gioco.
Nel secondo caso, invece, il giapponese avrebbe dovuto intercettare una traiettoria da palla scoperta sul lancio di Brozovic (mentre Soriano e Schouten si guardavano, chiedendosi chi doveva contrastare il numero 77 interista) verso un avversario lanciato a rete, che aveva tagliato il campo senza essere seguito da Hickey.
E vabbè, se trovando un colpevole qualcuno vive meglio, perché negargli un po’ di tranquillità…
Venendo alle cose serie, se è criticabile (nel senso di valutabile, analizzabile) l’assetto tattico tanto improvvisato quanto indecifrabile di ieri sera, diventa invece molto opinabile l’atteggiamento della squadra: il mister ha dichiarato che i giocatori non hanno recepito il suo messaggio, che non erano i soliti.
Avesse impiegato più tempo a riflettere, invece di cercare ipotetiche ‘talpe’ (io di queste robe sarei anche un filino stanco: ma allenare e basta è così difficile?), forse si sarebbe accorto, banalmente, che la malasorte gli ha tolto un titolare come Orsolini e che con le scelte fatte lui ne ha tolto dal campo un altro, Soriano.
E ancora: l’assetto basso, tutti sotto la linea della palla, insomma pavido, contrasta col Sinisa ‘sborone’ della conferenza stampa. Io, fossi in lui, mi farei una domanda: ma se non mi hanno capito, non è che mi sono spiegato male?
Forse i suoi ragazzi si sono ritrovati a fare ciò che non hanno mai fatto: difendersi e poco altro. Non ne sono capaci, e per 63 minuti sono stati in balia di un avversario che, pur traccheggiando, poteva farci quattro o cinque gol. Poi, una volta riadattato l’assetto a qualcosa di più conosciuto, come d’incanto ecco che riempi l’area e accorci le distanze: un caso?
Ok, tiriamo una riga sopra ad una settimana sfortunata per Mihajlovic e speriamo che ritrovi a breve la sua nota sfacciataggine, non solo in conferenza stampa ma soprattutto nel messaggio da trasmettere alla squadra: di Bologna pavidi e che si consegnano all’avversario ne ho già visti a centinaia negli ultimi anni e tu, caro Sinisa, mi hai abituato ad altro. Così come hai abituato i tuoi giocatori, che infatti ieri sera non sapevano proprio cosa fare.
Ritorna in te, proponi sempre quel Bologna bello e sfacciato che ci hai fatto ammirare tante volte, che vederlo giocare a difendersi mi mette una gran tristezza.
Tosco – www.madeinbo.tv
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