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Ma quanto conta l’allenatore?

Ma quanto conta l'allenatore?

Ph. Getty Images

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È incredibile che dopo più di un secolo in cui il calcio si è imposto come lo sport più seguito del globo terracqueo (non vedevo l’ora di scriverlo, dopo la citazione meloniana…) esista ancora il dibattito sull’importanza di un allenatore nel far emergere le qualità di una rosa e il suo contrario.

Un dibattito tanto illogico quanto controintuitivo: nella storia ci sono stati migliaia di esempi a suffragare la tesi che gli allenatori contano e parecchio, ma niente, ogni volta si torna dentro a questo sterile e inutile quesito.

Nel dibattito bolognese, però, la situazione ha superato il limite della decenza: per sette lunghi e interminabili anni, fino ad un paio di mesi fa, il patron, i dirigenti e la società tutta sono stati criticati e insultati per aver allestito squadre povere, incomplete, ‘tristi’ per dirla alla nostra maniera, e pure stavolta stava accadendo la stessa cosa.

Poi succede che arriva un signore un pochino impettito, apparentemente anche un filino presuntuoso, che non si ‘prende’ subito con la stampa locale in quanto reo di «non dare titoli», viene insultato già alla prima sconfitta contro l’Empoli e poi perennemente criticato perché non fa giocare Arnautovic.

Solo che ‘lui qui’ ribalta il banco: fa risaltare e luccicare tutto ciò che prima era criticabile e insultabile.

Ne ho viste tante, troppe nel calcio: Ranieri sei mesi dopo uno scudetto leggendario a Leicester venne esonerato con infamia, adesso se la passa male Inzaghi che è nei quarti di Champions League e l’anno scorso ha comunque vinto Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Dunque, pensare che fra sei mesi Motta potrebbe diventare un incapace come succedeva prima di qualche settimana fa, perché appunto teneva in panchina ‘Arna’, è una probabilità non così remota.

Meglio rimanere alla finestra e godersi questo Bologna meraviglioso, sapendo che anche le squadre delle passate stagioni non erano così male, seppure per espressione di gioco potevano fare certamente meglio. Questo allenatore ha finalmente dato lustro ad un lavoro che non era orrendo come in tanti l’avevano dipinto.

In questi otto anni ho sempre faticato a criticare la proprietà e la dirigenza perché ero consapevole che lo scenario non fosse così inguardabile come lo dipingevano i sempre critici. Serviva un amplificatore del mondo Bologna, e non chi trascorreva il tempo a chiedere calciatori: oggi stiamo giocando con Sansone centravanti, vorrà pur dire qualcosa o il buon Nicola era la ‘punta nucleare’ e nessuno lo sapeva?

Tosco – www.madeinbo.tv

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Foto: Getty Images (via OneFootball)