Blocco basso: baricentro 46 metri nel medio primo tempo, 42 nella ripresa; squadra cortissima: 22 metri nel primo tempo, 26 nella ripresa; 4-4-1-1 in fase difensiva sul giro palla degli avversari: la posizione di Urbanski ‘sotto’ Zirkzee necessaria per schermare Lobotka o comunque non far sì che il Napoli, attraverso lo slovacco, si mettesse in ritmo.
Queste alcune delle intuizioni di Motta al Maradona, insieme ad altri adattamenti: Ndoye a sinistra può essere letta per arginare la avanzate di Di Lorenzo, Odgaard a destra per avere qualche uscita ‘lunga’ così da saltare il pressing alto degli uomini di Calzona, con Ravaglia certamente più intuitivo nel trovare linee congeniali all’uscita da sotto.
Insomma, una serie di contromosse utili ad ingarbugliare il Napoli, unica squadra in Serie A ad avere un palleggio superiore al Bologna. Alla fine è andata così: il repentino doppio vantaggio dei rossoblù ha concesso agli stessi di poter lasciare maggior palleggio ai partenopei, non avendo la presunzione di voler rischiare per andare a segnare il terzo gol.
Il secondo tempo i felsinei l’hanno giocato cercando di interrompere il fraseggio avversario, faticando a ripartire almeno fino all’entrata in campo di Fabbian, che ha dato forza e gamba: il classe 2003 proveniente dall’Inter ha messo quella fisicità utile a ripartire quando il BFC si era giocoforza abbassato a difesa dei sedici metri.
Le chiusure e i raddoppi dei due esterni freschi, Orsolini e Saelemaekers, hanno poi fatto il resto: peccato aver perso qualche pallone in disimpegno, perché la ripresa poteva correre via più serenamente.
Alla fine la vittoria è meritata non tanto per il volume di gioco, quanto per qualità dello stesso: le tracce in uscita dei ragazzi di Thiago sono apparse sempre studiate, volute, codificate, mentre quelle degli azzurri più scontate, prevedibili, leggibili.
Incredibile il divario di 16 punti in più rispetto ai campioni d’Italia, ma la partita ha evidenziato esattamente e giustamente tale distanza: la somma del valore dei singoli, nello specifico, non rispecchia ciò che il campo ieri e la classifica da un bel po’ di giornate invece certificano. Il gap di valori si recupera, e nel nostro caso addirittura si supera, con le cose fatte bene: un presidente educato e rispettoso dei ruoli e i dirigenti messi nelle migliori condizioni per operare al meglio.
Poi trovi un allenatore che amplifica tutto. E si gode come ricci.
Tosco – Canale 88
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