Quel che ho notato di mister Italiano a Valles (2^ parte)
Le sedute d’allenamento di mister Italiano in ritiro sono sempre iniziate con una parte atletica di lavoro svolto in palestra, a noi purtroppo non visibile, passando poi sul campo e cominciando con un’attivazione fisica a secco, qualche palleggio a gruppi e i classici torelli col pallone per una durata attorno ai 20-25 minuti; la parte centrale ha avuto come base un’esercitazione volta al palleggio, agli smarcamenti e alle combinazioni, sempre ad alta intensità, per una durata media dai 30 ai 45 minuti; la parte finale, in base alle esigenze della preparazione fisica, poteva invece essere finalizzata alla resistenza (attraverso ripetute sulle distanze 50/100 metri) oppure alle combinazioni scambio-cross-conclusione, con ripetizioni multiple per ottenere risultati atletici e tecnici attraverso l’uso del pallone.
La durata delle sedute è sempre variata da un minimo di 70 ad un massimo di 90 minuti circa, per poi tornare in palestra a svolgere esercizi defaticanti, di scarico, stretching, massaggi e così via.
Tatticamente la proposta calcistica di Italiano mi è apparsa come negli anni precedenti con la Fiorentina: costruzione dal basso se necessaria, qualche palleggio in prima costruzione utile per far occupare i giusti spazi ai calciatori offensivi e posizionarsi sulle giuste distanze e, come obiettivo primario, far giungere il pallone ad un esterno in fascia nella metà campo avversaria.
Lo sviluppo è ormai il solito 3-2, cioè con 3 difensori e 2 centrocampisti (uno dei quali può essere un difensore centrale che si alza in mediana o un terzino che entra in mediana), oppure con un mediano che si abbassa tra i due centrali difensivi e i terzini molto alti: i restanti 5 si posizionano sui cinque mezzi spazi verticali per ‘disordinare’ e ‘abbassare’ l’assetto avversario.
Una volta trovato un esterno in fascia, Italiano preferisce l’uno contro uno oppure, se non riesce, si appoggia ad un sostegno posteriore (mezzala e/o esterno basso e/o difensore centrale) per un immediato cambio campo e riproporre lo stesso tema sul lato opposto: la rapidità nel muovere palla da un lato all’altro fa trovare strade alternative per gli eventuali ritardi degli avversari sui giro palla e si possono aprire così traiettorie, imbucate e/o combinazioni anche per vie centrali come alternative.
Una volta abbassata la linea difensiva avversaria si attacca la stessa con almeno 5 calciatori (compreso chi è in possesso palla) che devono invadere l’area con un centrocampista sempre a rimorchio, utile sia per la conclusione da fuori su respinta della difesa avversaria che come primo pressatore in caso di perdita del possesso.
La riaggressione in zona d’attacco e la pressione alta sono aspetti che il mister ha curato ma che nelle amichevoli si sono visti solo a tratti: per fare ciò la condizione atletica è fondamentale, e ai primi giorni di agosto è impensabile averla già trovata, stante anche le difficoltà trovate ed elencate nel precedente articolo.
Nella terza e ultima parte vedremo di entrare su alcuni calciatori che in questo precampionato, negli allenamenti e nelle partite, hanno maggiormente evidenziato una crescita o qualche difficoltà.
Tosco – Canale 88
© Riproduzione Riservata
Foto: bolognafc.it