Solo il risultato rimasto in bilico fino al 99′ può alimentare il sospetto che il Bologna non abbia strameritato la vittoria a Salerno, così com’era accaduto sette giorni prima a Lecce: la differenza l’ha fatta il doppio vantaggio, utile nel prevenire il gol casuale, l’errore del singolo, la svista arbitrale, cose che nel calcio sono sempre dietro l’angolo.
Non sottovaluterei troppo la Salernitana, indubbiamente una squadra in grande difficoltà ma che è stata capace solo tre settimane fa di battere la Lazio, e prima di dare alcuni strappi come il doppio vantaggio in casa del Sassuolo e il recupero insperato contro il Cagliari.
Ogni partita nasconde delle insidie e il finale di domenica ne è stata l’ennesima prova: il match poteva anche finire in parità sul colpo di testa di Pirola, e figuratevi cosa si sarebbe detto e scritto.
Ma poi esiste una giustizia sportiva (divina mi pareva eccessivo…), perché oggettivamente questo Bologna è ancora in debito di quei due punti maledetti in casa della Juventus che faticano ad essere dimenticati, e di quel gol di Ferguson ad inizio ripresa a Monza che, visto il tempo restante, non voleva dire vittoria certa ma comunque avrebbe portato i rossoblù in vantaggio. Altro che lamentarsi per Lecce: quelli sono stati veri torti, in Puglia soltanto sviste, dell’arbitro e della difesa felsinea.
Della partita dell’Arechi poco da dire, tale è stato il dominio tecnico e tattico del BFC. Le differenze vanno ben oltre la qualità dei singoli, e questo è il concetto da chiarire: in un mondo, quello pallonaro, in cui a volte i meriti e i demeriti vengono distribuiti un tanto al chilo, non capire che il valore aggiunto di questo Bologna è l’allenatore sarebbe un errore imperdonabile. L’errore nel quale è incappato De Laurentiis pensando di poter fare a meno di Spalletti, per esempio.
Tra la rosa del Bologna e quella di alcune squadre che oggi i rossoblù si sono messi alle spalle, la differenza sta nella capacità del tecnico: c’è qualcuno sano di mente che possa affermare che gli organici di Napoli, Lazio e Atalanta siano inferiori al nostro?
Tutte dietro, almeno fino alla prossima domenica.
Motta sta facendo qualcosa di impensabile, anche solo nel riuscire a tenere questa squadra a questi livelli per 15 giornate, e si è costruito una credibilità ormai granitica.
Un esempio. Minuto 75, pronti due cambi, Van Hooijdonk e Urbanski per Zirkzee e Ndoye, ma il Bologna nel frattempo subisce il gol della possibile rimonta avversaria. Probabilmente un altro allenatore avrebbe ‘congelato’ le sostituzione per restare ancora coi titolari in campo, Thiago invece non cambia idea e dà fiducia ai due ragazzi della panchina.
Naturalmente qualcuno potrebbe opinare sostenendo che, se poi la Salernitana avesse pareggiato, la mossa si sarebbe rivelata sbagliata. Invece, comportandosi così, il mister del Bologna si dimostra credibile agli occhi dei suoi calciatori, e per chi conosce le dinamiche di uno spogliatoio stiamo parlando di una decisione con un peso specifico enorme.
Sapete da dove parte questo percorso?
Dal tanto criticato cambio della scorsa stagione in Bologna-Sampdoria, quando Motta sostituì Arnautovic per far entrare Zirkzee: lì fece capire alla squadra che con lui le cose funzionano così.
Nonostante le numerose critiche che ricevette allora, Thiago davanti ai suoi giocatori ha la credibilità di chi mantiene ciò che dice.
Tosco – www.madeinbo.tv
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