Sampdoria-Bologna 1-2: il Tosco l’ha vista così…
Devo fare una premessa: la scorsa settimana, per qualche ora, sono stati sospesi i commenti a margine del mio consueto articolo, una decisione presa dal direttore Simone Minghinelli. Naturalmente Simone avrà avuto le sue buone ragioni, e credo le abbia spiegate.
Sono dell’idea che ognuno possa esternare ciò che ritiene opportuno anche con toni provocatori, visto che i miei non sono da meno: il sottoscritto non si è mai messo di traverso e mai lo farà.
Poi, chi ha più cervello, più ne userà: certamente da parte mia non troverete una sponda, non avendo né un profilo Facebook né un account sul forum di ZO, i miei articoli sono solo pareri di un appassionato che peraltro scrive senza percepire un euro.
Se qualcuno trova i miei spunti noiosi, poco interessanti o altro, può serenamente evitare di leggerli e tantomeno di commentarli.
Detto questo, la partita di ieri aveva tutti gli ingredienti per diventare ciò che poi si è rivelata: una battaglia di novanta minuti, giocata a viso aperto con pochi tatticismi da parte di entrambe le formazioni, vinta alla fine con merito dal Bologna.
I rossoblù hanno impattato bene dal punto di vista fisico e atletico la grande spinta blucerchiata, motivata dalla situazione di classifica e dall’instabilità della panchina di D’Aversa, mettendo poi in mostra un miglior palleggio e un più efficace fraseggio: 56% di possesso e 80% di percentuale passaggi riusciti, al cospetto di un avversario che ha badato ad incanalare il match su ritmi elevati ma un po’ imprecisi (come evidenziato dalla percentuale del 72% di passaggi riusciti, che per la Serie A è un dato insufficiente).
Ma la gara del BFC è stata impreziosita anche da alcune prestazioni individuali di notevole caratura: Arnautovic e Svanberg sono stati autori di prove maiuscole, col primo in evidente esaltazione fisica e tecnica e il secondo capace di spaccare verticalmente l’assetto difensivo ligure ogni volta che accelerava.
Comunque l’intero Bologna si è reso protagonista di una prova importante che ha fatto dimenticare le ultime trasferte di Milano, Empoli, Udine e Napoli, affrontate purtroppo quasi tutte con piglio molto diverso.
Quando gli allenatori parlano di mentalità intendono proprio questo: riuscire a pareggiare gli aspetti agonistici e di concentrazione con gli avversari per poter soppesare il vero valore delle scelte tattiche e dei singoli. In caso contrario si cercano alibi e scusanti, e per l’allenatore i pareri su cui fondare le proprie convinzioni non sono del tutto centrati.
Ieri gli errori di alcuni singoli sono stati impercettibili proprio per l’atteggiamento del collettivo: la prestazione del subentrato Skov Olsen ne è stata buona testimonianza. Entrato con tutti i compagni accesi come tizzoni, il danese non poteva certamente pascolare lungo la fascia, altrimenti se lo sarebbero mangiato vivo.
In conclusione: al Ferraris avevamo di fronte la squadra che nella scorsa stagione ha fatto il tipo di campionato a cui tanti aspirano per il Bologna, e che oggi gioca un calcio senza capo né coda, a testimonianza che 52 punti ed un nono posto non stanno a significare nulla se ottenuti come fatto da Ranieri col suo calcio, rispettabilissimo ma desueto e sorpassato, utile solo a spremere la rosa (praticamente la stessa attuale) senza lasciare un solco da seguire.
Tutto il contrario di quanto fatto ad esempio da Juric e De Zerbi, i quali hanno lasciato tracce chiare da poter ricalcare per i rispettivi successori, interpretando idee calcistiche differenti tra loro ma che vanno verso un calcio che al sottoscritto piace maggiormente, di aggressione il primo e di palleggio il secondo, caratteristiche che Mihajlovic proponeva in egual misura.
Ora il mister serbo ha optato per altro, anche se ieri si è vista una squadra più aggressiva e con qualche trama interessante, indipendentemente dallo schieramento tattico che, come sempre sottolineato da tutti gli addetti ai lavori, lascia il tempo che trova.
Non è comunque tempo di bilanci, ma solo di fotografie istantanee: l’analisi costi e benefici si dovrà effettuare a tempo debito, senza lasciarsi condizionare nel giudizio dalla classifica del momento, bella o meno che sarà (cosa difficilissima, tra l’altro). Intanto teniamoci stretta una posizione in graduatoria inusuale.
Se proprio vogliamo far polemica, così mettiamo un po’ di pepe ad un lunedì piovoso, alcuni o molti di quelli che adesso godono come ricci dovrebbero rivedere qualche severo giudizio nei confronti della società e di Bigon, visto che la squadra sembra mettere in mostra calciatori acquistati da questi dirigenti e non da altri celebratissimi direttori sportivi.
O anche costoro restano ancorati alle loro posizioni, come il sottoscritto alle proprie?
Vedete, ce n’è per tutti a ‘sto mondo…
Tosco – www.madeinbo.tv
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