Caro mister, non ti curare di quanti, oggi, ti dicono di cambiare, che il 4-2-3-1 non va più bene, che non hai più le motivazioni, che ti sei ammorbidito e altre sciocchezze: sono gli stessi che qualche mese fa dicevano che ridavi la vista ai ciechi, che eri il nostro condottiero, che eri capace di sconfiggere qualsiasi nemico e superare qualsiasi ostacolo.
Pensa che al 60′ dell’ultima partita erano già prontissimi a (ri)tirare fuori tutte le solite trite congratulazioni da copione, per il coraggio, la squadra votata all’attacco, i giovani lanciati in Prima Squadra e via di qualunquismi a iosa.
Adesso invece non sei più capace di mettere in campo una formazione, ma non solo: sei diventato un pappamolla, un senza palle, uno che si è adeguato alla terribile triade che dal 2015 impera a Casteldebole, quella sorta di spectre che riesce a raggirare Saputo da sempre, Sabatini da più di un anno e oggi anche te, confinandoti a paracadute per un’eventuale stagione negativa.
Ricordati Sinisa che questi signori, fino a qualche settimana fa, ti indicavano la strada con la bava che lasciavano precedendoti e oggi ti insegnano il mestiere, dimenticandosi una cosa fondamentale: il calcio che ci stai mostrando da un paio di stagioni è la cosa più bella che si è vista a Bologna dal dopo Mazzone della semifinale UEFA, insomma da una ventina d’anni più o meno.
Ho pensato a tutti gli allenatori che ti hanno preceduto, da Carletto in poi: ho rabbrividito ricordando la noia mortale di quelle squadre, di quelle partite e di quei campionati. Se si eccettua qualche match di Malesani e del primo Pioli, si contano sulle dita di una mano le gare interessanti dei citati e degli altri: nel tuo caso è esattamente il contrario, saranno state quattro-cinque fin qui le partite noiose nelle quali c’era da aspettarsi poco o nulla dopo il calcio d’inizio.
Eppure oggi ti fanno i conti in tasca!
Contano il numero di partite consecutive in cui la squadra subisce gol, dimenticandosi che il tuo Bologna di gol ne realizza praticamente ogni partita. Contano che adesso fai meno di un punto a gara quando l’anno scorso, nonostante ‘qualche impegno’ in ospedale (uso un eufemismo), hai conquistato il record di punti di questa bistrattata proprietà, e l’anno prima ne hai fatti 30 in 17 giornate! Contano i tanti tiri in porta del Sassuolo, senza ricordare che quel numero di tiri i rossoblù lo mettono a referto quasi sempre.
Insomma, come al solito contano quello che gli conviene oggi, perché sei diventato tu il capro espiatorio, per poi arrivare laddove vogliono, alle facili conclusioni, e sappiamo già tutti quali. Ma tu, ti prego, non ascoltarli, vai avanti per la tua strada: ci hai tirato fuori dal punticino scroccato su e giù per lo Stivale, dal «firmerei per un punto» e dal ragionamento ‘gobbo’ del «preferisco vincere 1-0 giocando male», perché ormai dentro ogni tifoso italiano si nasconde un mancato juventino.
Dai Sinisa, vai avanti così, che se sbanchi ‘a Lazio’ torni ad essere un fenomeno: «L’uomo che non fa sconti al suo passato», ho già dato ai giornali il titolo di domenica mattina.
Tosco
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