Sono giorni in cui vale tutto: pseudo-intenditori portatori di verità che, dando aria alla bocca, arrivano a mettere in piedi ipotesi stravaganti, basate su fantomatiche dichiarazioni dei vari protagonisti. Parole o frasi mai pronunciate dagli stessi e, anzi, spesso smentite in altre sedi.
L’esempio lampante è stato un articolo apparso su alcuni quotidiani e ripreso in seguito da vari siti e trasmissioni radiotelevisive, in cui il Bologna veniva inserito tra le squadre contrarie alla ripresa del campionato.
Infatti 24 ore dopo, in diretta su Sky, il capo scouting del Bologna Marco Di Vaio ha dichiarato esattamente l’opposto: il club rossoblù non solo vorrebbe concludere la stagione, qualora le condizioni sanitarie lo permettessero, ma anche provare a giocarsi l’accesso alla prossima Europa League.
Un altro esempio riguarda Damiano Tommasi: il presidente dell’Assocalciatori dichiara che i suoi assistiti non vogliono continuare a giocare perché impauriti per la loro salute. Nelle giornate successive, però, tanti giocatori si smarcano dicendo che invece vorrebbero tornare in campo.
La motivazione? Lasciare quattro mesi di stipendio non piace a nessuno, soprattutto alla manovalanza dei pedatori calcistici. La decurtazione degli emolumenti poco importa ai calciatori della Juventus o dell’Inter, essendo loro milionari, ma al giocatore medio di Serie A (per non parlare di quelli delle categorie inferiori) importa eccome: sono vitali!
Naturalmente il pensiero di Tommasi veniva usato dai disfattisti-complottisti del «chiudere tutto e fare come in Cina», senza neanche sapere cosa realmente hanno fatto in Cina. Perché la verità su quanto è stato fatto in Cina non la sapremo mai!
L’ultimo esempio di ipotesi campate in aria riguarda invece l’affermazione che alcune società avrebbero maggiori interessi economici a non finire il campionato, visto che ormai il 75% dei diritti TV sono stati incassati e con l’eventuale decurtazione degli stipendi farebbero pari e patta.
Ipotesi bizzarra per non dire folle, visto che poi i giocatori contrari (e sarebbero tanti), autonomamente o attraverso l’AIC, potrebbero far invalidare tale provvedimento con ricorsi al TAR, messe in mora e menate varie che tristemente conosciamo e che bloccherebbero la ripresa del prossimo campionato.
Vale tutto di questi tempi, dicevo, non è questione di ottimismo o pessimismo ma di ‘pilla’, e su quella non si scherza.
E allora mi chiedo: ma chi non sa e porta solo supposizioni personali, spesso fantasiose, o cita pezzi di ragionamenti estrapolati col proprio grado di comprensione, perché non fa la banalissima premessa dichiarando appunto che si tratta solo del suo pensiero? Perché non lo ascolterebbe nessuno!
E allora meglio fare lo ‘pseudo-addetto ai lavori che ne sa’, perché tanto vale tutto. Fino alla prossima castroneria.
Tosco
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